La spedizione di Lord Exmouth e i trattati del 1816
La razzia tunisina fece grande impressione in tutta Europa: la stampa attaccò il congresso di Vienna perché si era preoccupato di abolire la tratta degli schiavi ma non aveva fatto nulla contro le razzie dei barbareschi. Malgrado ciò, la proposta di una lega degli stati italiani contro le reggenze, suggerita al ministro degli esteri conte Vallesa dal suo segretario Ludovico Sauli d’Igliano, non fu raccolta.
Tuttavia l’imprudente oltraggio arrecato dai tunisini alla bandiera che indicava la casa del viceconsole britannico a Sant’Antioco, e le pressioni del governo sardo, costrinsero l’Inghilterra a rivedere la sua politica di tolleranza e di incoraggiamento nei confronti delle reggenze, non più a lungo sostenibile dopo il ritorno della pace in Europa. Le pressioni della Russia e dell’Inghilterra convinsero il bey a sospendere i preparativi di guerra. Castlereagh rifiutò il concorso della piccola squadra sarda, ma Lord Exmouth, comandante della squadra del Mediterraneo, ricevette ordine d’imporre alle reggenze di Algeri, Tunisi e Tripoli la cessazione della guerra di corsa, la liberazione degli schiavi cristiani dietro riscatto di 500 piastre di Spagna, e infine l’ammissione di consolati europei.
Sotto la minaccia dei cannoni, i trattati furono firmati il 3, 17 e 29 aprile 1816 anche per conto del re di Sardegna, ma direttamente da Lord Exmouth, escludendo l’inviato di Torino. I bey di Tunisi e di Tripoli stipularono anche l’abolizione perpetua della schiavitù, il rispetto dei prigionieri in caso di guerra e il loro scambio senza riscatto; Tunisi concesse inoltre ai sudditi sardi il diritto di pescare il corallo sulle sue coste e Tripoli accettò di ricevere un console in cambio di un dono di 4.000 piastre alla prima istituzione e ad ogni successivo cambio di console. Furono così, tra l’altro, liberati oltre 140 sudditi sardi, ma non quelli, assai più numerosi, trasferiti in regioni interne; questa, e altre violazioni dei trattati, come le offese fatte dagli algerini ai cristiani che pescavano il corallo presso Bona, provocarono il ritorno della squadra inglese, rinforzata da 6 navi olandesi (viceammiraglio van der Capellen): il 27 agosto, con sette ore di bombardamento, Exmouth distrusse 39 navi da guerra e molti mercantili algerini, e impose al dey un nuovo trattato, con l’obbligo di liberare tutti gli schiavi senza riscatto e di restituire le somme già percepite a tal titolo.