La statua di santa Barbara
di Antonio Frau, da II Vento, n. 44 del 2001
II patrimonio artistico e culturale della parrocchia di Santa Maria Maddalena si è arricchito ulteriormente; ma non perché ci sia stata donata un’altra opera ma perché si è scoperto che una statua, già presente nella nostra parrocchiale, è un’opera giovanile di un maestro scultore del Novecento sardo, noto a livello internazionale. Stiamo parlando della statua marmorea di Santa Barbara, collocata da tempo nella cappella Des Genejs o di San Giorgio. Sfogliando una recente monografia sull’arte del Novecento sardo (pittura e scultura dal 1930 al 1960), edita per conto della prestigiosa Fondazione Banco di Sardegna, mi sono imbattuto in una piccola riproduzione in bianco e nero di un volto marmoreo di una testa di Santa Barbara che, ai miei occhi, sembrava già conosciuta. Mi aveva sempre incuriosito quella statua, tagliata in un modo così strano quanto improbabile, che avevo notato in una ristretta nicchia al fianco destro dell’altare maggiore. L’identificai come una scultura del periodo fascista, ma nessuno mi seppe mai dire il nome dell’autore, come e quando fosse giunta in chiesa e chi l’avesse donata; soprattutto, circolavano varie versioni sul perché fosse stata tagliata di brutto a quell’altezza. Ora, finalmente, almeno qualche enigma mi si stava svelando, con mia grande gioia. Il confronto con la foto sul libro di Giuliana Altea e Marco Magnani, che mi portai dietro in chiesa, non poteva dare adito a dubbi: quella era una copia fedele della statua di Santa Barbara che si può ammirare a Carbonia scolpita da Gavino Tilocca. Un’opera giovanile, del 1938, di un autore molto conosciuto ed apprezzato. Come e perché la statua giunse a La Maddalena? Una prima ricerca documentale sui beni parrocchiali ci dette una data di sicura presenza documentata, essendo presente già alla visita del vescovo Albino Morera nel lontano 1947; e, non essendo presente nell’elenco precedente, stilato nel 1944, si deduce che l’opera fu donata tra il 1945 e il 1946.
Ora (giugno 2014) sappiamo, dopo una più attenta ricerca dei documenti di archivio, che fu acquistata alla Prima Mostra Triennale d’Arte di Tempio Pausania, nel marzo del 1944, dall’ammiraglio Bruno Brivonesi col contributo di ufficiali di Marina. Il 10 aprile dello stesso anno la statua fu benedetta dal Vescovo durante la commemorazione dell’affondamento dell’incrociatore Trieste, avvenuto il 10 aprile del 1943.
Essendo stata l’opera originaria commissionata per l’inaugurazione della chiesa di San Ponziano di Carbonia, del 18 dicembre 1938, si dedusse che ne fu fatta una copia in proporzioni ridotte; e sarebbe stato interessante poter domandare all’autore se la copia fu fatta da lui medesimo. Purtroppo nel 1999, a ben 88 anni, il Maestro ci ha lasciati. Fu commissionata dalla Marina Militare, per devozione alla loro Santa Protettrice. Ma quando si ruppe? cadendo, alla base, dalla parte dei piedi? e perché fu mutilata così grossolanamente? Ho intervistato molte persone ma circola, sulla statua di Santa Barbara isolana, una sorta di leggenda metropolitana: c’è chi dice che cadde mentre la si spostava da una cappella all’altra durante l’allestimento di un presepio, nel periodo postbellico. C’è chi dice che, addirittura, la statua rimase lesionata durante un bombardamento. Chi fu incolpato della sua mutilazione dice di non saperne niente. Tramandare una semplice cronaca, anche del solo mero fatto giornalistico, servirebbe per fare un po’ di luce sulla nostra Santa Barbara. Recuperarla alla memoria è come acquisirla nuovamente ed è con questo spirito che fu organizzata un’esposizione della statua in chiesa per poterne riammirare le belle forme classiche; e, alla presenza della Marina Militare, il dottor Angelo Tilocca – figlio dello scomparso Maestro – farmacista ad Olmedo, fece una breve comunicazione sulla storia della Santa Barbara di Carbonia e dell’opera del padre; a proposito della nostra statua ci disse che conobbe la modella, “che posò per la scultura, solo 5 anni fa. Si tratta di una signora di Iglesias, che allora nel 1938 era adolescente, e che era stata conosciuta da mio padre allora ufficiale del genio. Credo che questo sia il bozzetto in misura ridotta della statua originale di Carbonia e la versione in bronzo che abbiamo noi a casa”. Anche uno storico dell’arte, che più di ogni altro ha studiato l’opera del Tilocca, il professor Gianni Murtas di Carbonia, ci presentò con diapositive, a La Maddalena, un excursus sulla scultura di Gavino Tilocca e sulla storia della Santa Barbara in particolare, che fu donata dall’autore, in formato ridotto e in bronzo, addirittura al Duce nella sua visita in Sardegna del 1938.