Le pinete
A Caprera il genere Pinus è presente con quattro specie, le più diffuse sono due: il pino d’Aleppo e il pino domestico. Le altre due specie sono il pino marittimo che forma piccoli gruppi e i rari esemplari di pino delle Canarie. A Caprera si trova anche una cospicua forestazione a leccio. Alcuni alberi hanno una notevole circonferenza, il che fa supporre si tratti di antiche formazioni originarie. I vari boschetti presenti sull’isola oltre a costituire dei piacevoli ambienti di penombra, sono caratterizzati dalla sovrapposizione di arbusti di diverse altezze: pungitopo corbezzolo, edera, caprifoglio e ricchi di muschi, funghi, ciclamini e orchidee.
Indubbiamente le formazioni artificiali più estese dell’Arcipelago sono costituite dalle pinete: impiantate a Caprera, per la prima volta, da Garibaldi, sono state poi ampliate con rimboschimenti successivi a partire dai 1906. Fu lo stesso Re d’Italia che, avendo visitato l’Arcipe1ago in occasione di manovre militari, suggerì di operare un rimboschimento interessandone l’ammiraglio. Mirabello.
Questi, adoperando la manodopera disponibile dei forzati della casa penale di Moneta, inizio il lodevole lavoro. La formazione della pineta appare spesso molto chiusa, priva di sottobosco e ormai bisognosa di un intervento di rinnovamento: i più vecchi esemplari ancora presenti a Caprera, con tutti i sintomi di una gloriosa vecchiaia, si trovano presso la casa Garibaldi nel cortile della quale, di fronte all’ingresso, cresce maestoso il pino che l’Eroe piantò nel 1867 in occasione della nascita dell’ultima figlia, Clelia.
A Caprera sono presenti 4 specie di pini: marittimo (Pinus pinaster), d’Aleppo (Pinus halepensis), domestico (Pinus pinea) e qualche raro esemplare di Pino delle Canarie (Pinus canariensis).
Il più diffuso e il pino d’Aleppo dalla caratteristica chioma piramidale aperta e dalla corteccia grigio-cenere, ben distinguibile da quella rosso scura del pino marittimo che si differenzia anche per la chioma ad ombrello e i rami pressoché orizzontali. Anche le pigne sono diverse nelle varie specie costituendone un sicuro elemento di identificazione: lunghe e sottili, un po’ ricurve sono quelle del pino d’Aleppo; ovoidali, rossastre, rivestite da grosse squame quelle del pino domestico.
Oggi ci sono ancora pinete abbastanza estese a Caprera, anche se gli incendi degli ultimi 15 anni hanno distrutto parti consistenti di questo patrimonio vegetale, mentre a La Maddalena rimangono solo miseri lembi dei vecchi rimboschimenti a pino presso Guardia Vecchia (Vallone dell’Olanda e Sasso Rosso) e presso Spalmatore.
Diamo uno sguardo pin attento sotto i pini: le piante della macchia sono presenti con pochi cespugli dalla crescita stentata, mentre un morbido strato di aghi copre tutto il suolo. Più la pineta è fitta e ombrosa, più il sottobosco é povero; ciò costituisce un indubbio vantaggio per la fruibilità delle pinete a scopo ricreativo da parte dell’uomo, ma e anche un segno che quel suolo e impoverito e quindi inaccessibile alle altre piante: pensiamoci in caso di nuovi rimboschimenti e cerchiamo di conciliare fruibilità e esigenze della natura.