Una limitazione dei consumi
Si rileva che, nella relazione che costituisce il proemio al progetto, il progettista sottolinea “la penuria di acque sorgive in quest’isola” e perciò ritiene di dover proporre una limitazione del consumo d’acqua alimentare a 23 tonnellate al giorno, fornite dalle pubbliche fonti di Cala di Chiesa e di Caldagilone “con una media di litri cinque per abitante e per giornata”.
Detta quantità, prevista in base a calcoli effettuati due anni prima, quando la popolazione era attestata sui 6.000 abitanti, devono in realtà essere rivisti nella seguente misura: abitanti 8097 al 31 dicembre 1898, e acqua disponibile effettiva, al momento, litri 2,875. Pozzi e cisterne. 1912, forse perché la popolazione comprende che se non provvede autonomamente, per quanto possibile, a salvarsi dallo spettro della sete, la situazione rischia di diventare presto insostenibi1e, si contano ormai, nei limiti del centro abitato madda1enino, almeno 120 pozzi e 20 cisterne, per circa 2.000 metri cubi di acqua, comprese le scorte non dichiarate dei militari. Il censimento e del 28 aprile.
All’isola, purtroppo, non esiste un bagno pubblico nè gratuito nè a pagamento, e la quantità d’acqua di cui si dispone per usi domestici è scarsissima e costa cara. consegue che la pulizia personale lascia generalmente a desiderare. Avviene perciò che i casi di scabbia si diffondano e si aggravino singolarmente fino a rappresentare gravi lesioni cutanee così profonde da ripararsi a stento, come in un caso ospedalizzato.
Tusceri