Luigi Carpaneda
Luigi Carpaneda, l’uomo dalle mille sfide: il primo sportivo in Italia a vincere due mondiali in due discipline diverse, fioretto e vela. Tante le vittorie nella vela: da quella di Botta Dritta, prima barca italiana a vincere la Three Quarter Ton Cup del 1983, il mondiale disputato a Trieste, al Veteran Boat Rally di Porto Cervo e le Régates Royales a Cannes nel 1995, al Campionato italiano a Sanremo. Ma soprattutto il titolo mondiale nella categoria Barche d’epoca a Cowes nel 1998.
È morto il 14 Dicembre 2011 a 86 anni, investito da un’auto in piazzale Principessa Clotilde, Luigi Carpaneda. Grande appassionato di vela e schermidore a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è stato travolto da una vettura mentre attraversava la strada, appena sceso di casa. E’ stato ricoverato d’urgenza in gravi condizioni al Fatebenfratelli, dove è spirato dopo poche ore. Tra i molti riconoscimenti della sua brillante carriera, aveva ricevuto anche l’Ambrogino d’Oro, la benemerenza civica del Comune di Milano. Lo scorso anno era stato invitato a Roma dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, assieme ai medagliati delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Ai Giochi Olimpici di Melbourne del 1956 conquistò l’oro nel fioretto maschile a squadre con Edoardo Mangiarotti, Manilo Di Rosa, Giancarlo Bergamini, Antonio Spallino e Vittorio Lucarelli. Quattro anni dopo, nell’edizione di Roma del 1960, conquistò anche l’argento nella prova di fioretto maschile a squadre. In quell’occasione la formazione azzurra composta oltre che da Carpaneda anche da Edoardo Mangiarotti, Alberto Pellegrino, Mario Curletto ed Aldo Aureggi, fu superata dalla Russia. La sua carriera schermistica vanta anche il titolo mondiale a squadre nel fioretto maschile nell’edizione di Roma del 1955 ed il bronzo a squadre a Parigi nel 1957. E’ stato più volte Presidente della Società del Giardino di Milano, oltre che Consigliere della Federazione Italiana Scherma.
Viveva a La Maddalena da circa 50 anni. Negli anni Novanta è stato presidente della Commissione Altomare della Federvela, periodo nel quale per la prima volta l’Italia ha conquistato l’Admiral’s Cup. È stato presidente onorario della sfida di Mascalzone Latino sin dal debutto, ad Auckland nel 2002.
Ingegnere di professione, sposato con l’architetto Marina Perrot, era uno degli ultimi reduci alpini tornati dalla Russia. Era stato anche nominato presidente di un’associazione di alpini. Per ringraziare e presentarsi aveva scritto una lettera, nella quale si presentava con grance semplicità: «Io mi chiamo Luigi Carpaneda, ero con voi in tutto il periodo 1943-1944 -1945, e non avendo fatto prima la scuola Allievi Ufficiali, ero un semplice Caporale Maggiore del Battaglione Tirano – 11ª Compagnia -, con il quale sono sceso dalla Germania, dopo l’addestramento ho passato un periodo sulle coste della Liguria, prima di passare gli ultimi mesi della guerra sul fronte francese, Bousson, Roccaclary e il Monte Chaberton. Nel mio cuore non ho provato odio per alcuno, ma solo desiderio di amicizia e di fraternità. In tutto il periodo bellico col mio plotone non ho mai compiuto azioni di cui mi sarei poi vergognato». Carpaneda poi parlava delle soddisfazioni ottenute nella professione di ingegnere e nello sport, che per lui non erano però la cosa più importante: «Ma questi sono aspetti abbastanza secondari per quanto riguarda la mia vita normale che mi ha portato a girare il mondo per il mio lavoro di ingegnere e a proteggere con grande affetto e con serietà la vita della mia famiglia e dei miei figli, e quindi in poche parole io mi sento una persona per bene…».