Mamia e gli inglesi
Articolo della ricercatrice e scrittrice maddalenina Giovanna Sotgiu.
È nota la sua determinazione nel rapporto con gli inglesi presenti a La Maddalena in quegli anni, che egli definiva senza mezzi termini eretici o scismatici. Ne fece le spese, per primo George Bitton Jermin, pastore protestante presente all’isola dal 1851 al 1857, anno della sua morte. Non risultano sue attività di proselitismo religioso, né di coinvolgimento in affari di qualunque natura: sembra che abbia vissuto isolato, dedicandosi solo ai suoi studi. Al momento della morte il viceconsole inglese chiedeva di poterlo seppellire nel cimitero cittadino, visto che non esisteva un altro luogo deputato al seppellimento di acattolici. Mamia scelse inizialmente la via diplomatica scrivendo al sindaco di non potere, senza ordini superiori, acconsentire visto che Jermin apparteneva “al culto scismatico”. Poi arrivò ad opporsi nettamente, come riferì il viceconsole inglese Peretti al console Craig. Jermin fu sepolto nel vecchio e abbandonato cimitero di Santo Stefano dove nel 1794 erano stati inumati i marinai morti a seguito dello scontro con i barbareschi che impediva, per ragioni di sanità, di trasportarli nel cimitero cittadino. Né migliore sorte sarebbe toccata all’altro inglese morto nel 1858, Richard Forman Collins: ma, in questo caso e dato il precedente di Jermin, la moglie di Collins decise autonomamente cosa fare e seppellì il marito in terreno di sua proprietà.
Tratto dal libro “Santa Maria Maddalena faro di fede tra Corsica e Sardegna” – Paolo Sorba Editore – La Maddalena