Patella ferruginea
(Patella ferruginea)
Questa specie di patella è la più grande del Mediterraneo, misurando fino a dieci centimetri di diametro e caratterizzata da un guscio molto bello di forma tronco-conica tondeggiante, spesso, solido e segnato da creste squamose con superficie interna bianca. Inoltre è un animale proterandrico, ovvero ha la caratteristica di cambiare sesso durante la sua esistenza: capita quindi che i pescatori, alla ricerca di esche, prelevino gli animali più grandi, tutti di sesso femminile, pregiudicandone così la possibilità di riprodursi. In Sardegna la Patella ferruginea è ancora presente nella penisola del Sinis (Oristano) pressoché confinata sul lato occidentale dell’isola Mal di Ventre e nell’arcipelago di La Maddalena negli ambienti maggiormente esposti (a Nord e Ovest) delle isole di Razzoli, Spargi, Spargiotto, Santa Maria, Monaci, La Maddalena e Caprera. Sull’isola di Budelli e riscontrabile una massiccia presenza anche nella costa sud, in particolar modo a Punta Bambaccio. Ne esistono due varietà: la lamarcki e la rouxi già descritte nel 1826. I motivi del declino della presenza di questo invertebrato sono molteplici e vanno dall’inquinamento alla riduzione dell’habitat ideale, ma il prelievo illegale è quello più importante, anche perché non tutti sanno della sua estrema rarità. Certo è un animale assai meno appariscente di un panda o di una balena, ma ha una sua importanza nell’equilibrio dell’ecosistema e oggi è protetta a livello internazionale grazie alla Direttiva Habitat, alla Convenzione di Berna e Barcellona. Naturalmente tutti i veri amanti del mare e della natura devono dare il loro contributo in questo sforzo conservativo, mentre l’Università di Sassari si augura di arrivare quanto prima a un censimento di questa specie nelle acque sarde, farne una mappatura anche genetica e inserirla nel contesto di studi che già sono in corso nel resto del Mediterraneo.
A causa del suo stile di vita, trovandosi nel sopralitorale e intertidale superiore, la Patella ferruginea è esposta ai seguenti fattori di minaccia, elencati di seguito in ordine di importanza:
La raccolta indiscriminata a scopi alimentari e l’uso come esca per la pesca ricreativa
L’inquinamento superficiale legato alla presenza di idrocarburi e, in misura minore, a composti fecali