I piani della spedizione
Non c’è traccia nei documenti che Scotto e Brondel si siano mai incontrati in occasione delle loro escursioni nelle isole, nonostante la frequentazione anche prolungata che i due ebbero nella primavera ed estate di quel 1767. L’uno vi andava per evitare la spedizione di presa di possesso, l’altro per prepararla. Entrambi avevano avuto, l’uno all’insaputa dell’altro, la complicità ambigua degli isolani. Il lavoro del cancelliere era apparentemente più semplice ma risultò sterile, quello del comandante del pinco più complesso ma efficace. L’ultima nota di Brondel, che allegava “Lo stato degli abitatori delle isole”, fu risolutiva per un cambio di passo di Bogino sulla questione maddalenina. Non appena avuta la conferma dell’orientamento favorevole degli isolani a “subire” il dominio sabaudo e ritenutolo credibile, informò il balio della Trinità che il re aveva deciso di stabilire il contingente militare per la spedizione alle Intermedie, e che impegnava lui e l’intendente a predisporre i progetti operativi. Questi andavano fatti in economia, con un misuratore da assegnare a Brondel e De Nobili. In questa stessa nota del 6 maggio 1767, riprendendo dal progetto presentato dall’intendente Vacha l’indicazione per l’assistenza religiosa, Bogino indicò la necessità di cercare il concorso con il vescovo di Ampurias per attivare la parrocchia più vicina. Intanto la truppa sarebbe stata accompagnata da un cappellano di Cagliari, che avrebbe servito anche i pastori.
Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma