Pier Luigi Nervi a Candeo
Aticolo di Antonio Frau
Tra le eredità culturali lasciateci da Antonio Ciotta, l’attribuzione al grande Pier Luigi Nervi della batteria caprerina detta Candeo è forse la meno nota e a oggi la più eclatante per il suo alto interesse culturale.
Quando, nel 2000 sentii raccontare dal buon Ciotta che la sua intuizione si basava su un racconto fatto anni prima dal pastore Casula che abitava nella zona di Candeo, promisi a me stesso che avrei cercato con tutte le mie forze le pezze d’appoggio per poter supportare quella che era una sua saggia deduzione.
Allora tra i giovani studiosi che si interessavano di storia maddalenina nessuno aveva nel proprio bagaglio culturale questa nozione: forse avrebbero dovuto chiedere lumi ai più anziani di loro che, per puro caso, non tramandarono quello che i loro padri sapevano bene perché sulla bocca di tutti all’epoca.
Ecco come andarono le cose: Casula parlando con Ciotta affermò che aveva conosciuto anni prima, quando fervevano i lavori per la costruzione della batteria antinave che verrà chiamata in seguito Candeo, un giovane ingegnere di cognome Nervi che, insieme ad un altro a cognome Bartoli, dirigevano i lavori sul luogo più a nord di Caprera dove la Marina Militare aveva deciso di costruire un fortino/batteria.
Ciotta seppe collegare i due cognomi Nervi e Bartoli quale ditta di cemento armato che negli anni ’30 prendeva commissioni militari per la costruzioni di opere militari di difesa nel territorio italiano. I due giovani ingegneri che diventeranno poi (soprattutto uno, Nervi), i nomi di spicco della creatività italiana nel mondo dell’architettura, erano alle loro prime armi ma già apprezzati avendo avuto commissioni militari e non solo.
Erano fra di loro uniti con un grado di parentela acquisito essendo cognati e fortemente coesi dalla comune passione per l’architettura e per le nuove tecniche del costruire che con la loro ditta operativa stavano prendendo piede anche in Italia: il cemento armato.
Geniale progettista di edifici spettacolari, Pier Luigi Nervi a differenza della maggior parte dei colleghi, era anche un costruttore. Possedeva un’impresa, la Nervi & Bartoli SpA, (impresa familiare e vi erano coinvolti i figli di Nervi).
Affascinato da questa intuizione di Ciotta, avvalorata dalla testimonianza del Casula, mi misi a studiare l’opera di Pier Luigi Nervi con i moderni mezzi messi a disposizione dalla sofisticata tecnologia internettiana.
Ciotta di lì a breve ci lasciò, ma la sua ghiotta intuizione non mi abbandonò e continuai a cercare negli archivi quelle pezze d’appoggio che avrebbero sostenuto come prova documentale inoppugnabile la sua tesi. Al genio militare isolano non trovarono niente,all’archivio Nervi dissero che poteva essere possibile e probabile, ma la messe di documenti di quel periodo giovanile di Nervi non erano ancora stati studiati.
Partecipai ad un convegno di studi sull’opera di Pier Luigi Nervi in Sardegna tenuto all’Aeroporto Costa Smeralda di Olbia qualche anno fa (2011) ma il relatore, l’architetto Guerra, non sapeva di questa impresa caprerina ma asseriva che fosse più che probabile avendo avuto Nervi già una commessa a Cagliari nello stesso 1935 quindi trovandosi già in Sardegna operativo e si dimostrò interessato affinché io potessi fare da galoppino nella ricerca di disegni a firma Nervi a comprova di quanto asserissi.
La professoressa Giovanna Sotgiu del Corisma trovò nell’archivio del Comune due documenti relativi a Nervi e Bartoli: nel 1935 essi declinavano l’invito a partecipare alla gara per la sistemazione di via Principe Amedeo perché avevano “assunto di recente importanti lavori che devono essere ultimati in periodo brevissimo”; nel 1937 avevano costruito le case operaie della Regia Marina a Moneta. La memoria del Casula aveva ricordato bene e il cerchio investigativo si stringeva sempre più : Nervi era in Sardegna in nel 1935 e nel 1937, la sua ditta aveva commesse a La Maddalena e qualcuno lo aveva visto lavorare a Candeo.
Esistono studi sull’opera dell’ingegner Pierluigi Nervi nel periodo giovanile ma concentrati nella sua attività toscana e non fanno accenni di sorta nei confronti di una commessa bellica nel nord Sardegna ma studi specifici sul suo impegno oltre il continente citano sempre e solo lavori nel sud Sardegna e precisamente a Cagliari e nel Campidano.
Parlando una sera di queste con la nipote del professor Salvatore Chiaese, maddalenino di adozione avendo sposato una giovane isolana, insegnante per tanti anni Arte all’isola e, soprattutto, disegnatore presso il Genio Militare negli anni Trenta, mi accenna al fatto che lei, la nipote del Chiaese, sapeva bene, avendolo appreso da suo nonno, che l’autore del fortino di Candeo fosse l’ingegner Nervi.
Un altro tassello,a me sconosciuto, rafforzava la deduzione del Ciotta appresa molti anni prima.
Poi, siccome le cose non si succedono mai per caso, incontrando una mattina di queste il signor Tonino Conti, il più anziano detentore ed esperto di questioni storiche maddalenine, a cui nei miei molti anni trascorsi a La Maddalena non avevo mai chiesto specificatamente di Nervi a Candeo ma, a dire il vero, lo avevo coinvolto sempre nei miei mille progetti di studio isolani, pongo la fatidica domanda: ma lei sapeva che a Candeo avesse lavorato il grande Pierliugi Nervi?
A tutta risposta l’anziano, ma non per questo meno lucido signor Tonino mi risponde: “Certamente, l’ho sempre saputo e l’ho tramandato come nozione ai miei allievi operai del cantiere isolano in cui tenevo lezione”. Il caso volle che fosse presente con me quella mattina il mio amico Battista Marche che era stato suo allievo e confermava tutto ciò.
L’attribuzione al grande Nervi del progetto di Candeo o almeno della sua esecuzione non è peregrina ma ad oggi non è confortata da una prova certa, un disegno o un documento che faccia cenno al progettista o ai progettisti a cui possa essere imputabile l’opera militare.
Io in verità lo accennai come tradizione orale in un mio articolo su l’Almanacco Maddalenino di molti anni fa perché più indizi fanno una prova ma è sempre bene trovare la comprova documentale non solamente quelle orali.
Oriana Fallaci, la scrittrice inviata dall’Espresso, che trascorse per qualche anno la sua vacanza estiva a Candeo forse seppe dal Casula delle preziose origini del manufatto ad opera del Nervi ma sicuramente sarà rimasta affascinata dalla magia del posto che chissà quanti segreti nasconde ancora …
Candeo si è arricchita di un’ altra perla diventando un vero posto del cuore con tutti i crismi.
Antonio FRAU – Co.Ri.S.Ma