Premessa di “Gli sfollamenti della Seconda guerra mondiale”
Nel 1793, la giovane comunità maddalenina si era trovata a contrastare il tentativo di invasione dei francesi e dei corsi e aveva dovuto sottoporsi al primo sfollamento della sua storia: donne, bambini e anziani erano stati trasferiti a Tempio e a Luogosanto mentre gli uomini validi erano rimasti preparandosi a combattere a fianco dei militari. In quel momento la decisione rivestiva una particolare importanza perché sanciva il definitivo distacco dei maddalenini dalla loro patria d’origine e dava la prova tangibile della loro appartenenza al regno di Sardegna per il quale erano ormai disposti a combattere e morire.
A partire dal 1939, la storia si ripropose riprendendo il filo allora interrotto, con altri protagonisti e con altri esuli, ma con lo stesso dolore di fondo. Chi deve abbandonare la propria casa, e, con essa, tutto il corredo di rapporti umani c sociali con la sua comunità, anche se spinto da una causa di forza maggiore non eludibile, porta con sé gli stessi sentimenti, sempre uguali: incertezza, paura, speranza, ansia, e, su tutto, il desiderio di sopravvivere e di tornare. A distanza di 150 anni, mutate le condizioni politiche, quelle strategiche vedevano ancora su fronti contrapposti l’Italia e la Francia su confini che, come allora, si fronteggiavano vicini quali la Corsica e la Sardegna.
La Maddalena dal 1887 aveva goduto dello stato di piazzaforte marittima, del conseguente benessere derivato dagli investimenti economici, di una modernità nata dall’afflusso di gente di esperienze e provenienze diverse. Ciò poneva i suoi abitanti, a fronte dell’immutabile società gallurese, in una posizione di primo piano: erano osservati nei loro vivaci cambiamenti, invidiati per la sicurezza economica raggiunta e, a volte, criticati per la disinvoltura nei comportamenti e l’eccessiva apertura verso idee nuove che potevano apparire rivoluzionarie. Con la guerra e le sue conseguenze, essi pagarono per quella stessa condizione anche uno scotto sociale nei confronti della Gallura: quelli che sfollavano nel 1939, nel 1940 e nel 1943, non erano pili gli abitanti della piccola Parigi, ma solo “li maddalenini fugghiti” che avevano bisogno di tutto da parte di chi che per tanto tempo li aveva ammirati.
Il professor Manlio Brigaglia vede proprio negli sfollamenti dell’ultima guerra mondiale l’occasione in cui i galluresi si affrancarono da quella condizione di sudditanza psicologica assumendo atteggiamenti di indifferenza o di velata rivincita.
Il periodo dal 1939 al 1943 ha visto tre sfollamenti della popolazione, diversi tra loro per modalità e durata, simili, come si è detto, per sentimenti: il primo a settembre del 1939, il secondo nel mese di giugno del 1940, il terzo nel giugno del 1943; un altro allontanamento dall’isola, che sarebbe avvenuto nel 1938 (ne riporta notizia una lettera del 1940 del prefetto di Sassari Gabetti), non trova riscontri.
Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma