Rafael Neville
Rafael Neville è nato a Malaga il 21 agosto 1926 dal padre Edgar Neville Conte de Berlanga y del Duero e dalla madre Angeles Neville y Rubio Arguelles. Di famiglia nobile (la nonna divenne Dama di Corte della Regina – il padre di Rafael fu un uomo di grande impegno, membro influente della società intellettuale spagnola, notoanche nel resto di Europa e negli Stati Uniti dove nutrì importanti amicizie tra cui Charlie Chaplin.
Rafael crebbe in una famiglia intellettualmente dotata, nobile, colta e ricca, frequentando un particolare tipo di società. Durante la guerra civile spagnola, all’età di 17 anni, lasciò la Spagna per il Marocco e poi fu in Francia e in Inghilterra facendo i lavori più strani. Alla fine degli anni ’50 si trasferisce a Parigi dove il padre desiderava avviarlo alla professione di architetto con laurea alla Sorbonna. Rafael però, subì il fascino della città e dei suoi numerosi teatri, alla carriera di architetto preferì quella di ballerino, divenendo uno dei “boy di fila” alle Folies Bergères nella compagnia di Josephine Baker.
La leggenda racconta che Rafael fu spinto a Porto Rafael da un sogno: gli apparve una notte una piccola spiaggia con poche case in mezzo ad una vegetazione e davanti un mare azzurro in lontananza del quale apparivano altre isole. Fu così che Rafael lasciò Parigi dirigendosi prima verso Nizza poi in Corsica ed infine nel nel 1959 in Sardegna, dapprima a Sassari, poi Stintino e Alghero in cerca di un luogo che si avvicinasse al suo sogno. dove nell’aprile 1959 si presentò con una lettera scritta dall’Ambasciatore di Spagna a Roma al professor Sergio Costa che, oltre ad essere Rettore di quella Università, era anche Presidente dell’Ente Provinciale del Turismo. Ascoltate le richieste del nuovo venuto che desiderava andare in giro per l’isola in cerca di un luogo che si avvicinasse al suo sogno, il professor Costa lo affidò alle cure dell’avvocato Paolo Riccardi con il quale aveva rapporti di lavoro.
Nessun luogo propostogli da Riccardi corrispondeva però al suo sogno, fu così che Rafael salutò Riccardi e su suo consiglio si recò alla Maddalena dove strinse vere amicizie e profondi rapporti, alcuni dei quali rimasero tali per tutta la vita: Domenico Manna, importante imprenditore edile del posto, Giannino Occhioni, Luigi Mascagni “Luison”, Lina Barrago, Franco “Franchito” Ornano, Franceschino Bardanzellu, Domenico Pintus e molti altri.
Pur facendo base nell’isola e proseguendo nella sua ricerca, Rafael incontrò Paolo Cudoni che, insieme ai suoi famigliari, era il proprietario del tratto di costa che partendo da Punta Sardegna arrivava a Palau. Cudoni all’inizio condusse Rafael alla baia di Nelson pensando che questo fosse il posto più bello per l’ampia spiaggia e la vicinanza di Palau, ma nemmeno questo luogo gli piacque. Si spostarono allora seguendo l’unico viottolo sterrato che allora esisteva, verso Punta Sardegna:
Arrivato all’altezza di quella che sarebbe divenuta la nostra Piazzetta e che allora era uno stretto tratto di spiaggia con alle spalle un terreno acquitrinoso alimentato da una piccola sciumara che allora era ricca di anguille si fermò e disse: “Questo è il posto che ho sognato!” Nasceva così la leggenda di Porto Rafael.
Rafael e Cudoni concordarono l’acquisto di tre ettari al prezzo di due milioni l’ettaro con un’ opzione per altri 140 ettari al medesimo prezzo.
La prima cosa che fece Rafael fu di trovare i denari per far fronte all’impegno preso e pertanto chiamò in aiuto un’amica canadese di nome Shirley Douglas, un giovane bionda, molto bella, che aveva preso parte ad un film (credo “Lolita”) e che poi sposerà l’attore Donald Sutherland, oltre ad essere di aiuto a Rafael sconvolse la tranquillità dei giovani del luogo i quali non erano, specie all’inizio del 1960, troppo abituati a tal genere di donne disinvolte, moderne e con una spiccata disponibilità a contrarre amicizie maschili.
Alla fine del 1961 entra a far parte dell’acquisto dei rimanenti 140 ettari di costa, la società anglo-italiana costituita dal banchiere Dino Daponte, proprietario a Londra di una banca privata insieme all’architetto dell’Aga Kahn, Antonio Simone Mossa impegnato in quegli anni nella costruzione di Porto Cervo, il dottor Cantoni, il segretario Casimiro Staminsky a cui si aggiunse nel 1962 Roddy Wilson.
L’accordo con la proprietà avvenne a Roma alla presenza dell’avvocato Riccardi. Il rogito definitivo fu stipulato nel 1962.
In quell’anno fu organizzato ad Alghero un congresso regionale per la valorizzazione del territorio sardo con una Mostra di progetti turistici.
Rafael vi partecipa e, con l’aiuto di Riccardi, affitta uno stand dove espone il suo progetto per Porto Rafael.
Il Presidente Segni in visita si ferma interessato davanti allo stand.
Questo incontro ebbe un seguito in quanto Rafael fu convocato alla Prefettura di Sassari dove lo informavano che il Presidente lo aveva autorizzato a dare il suo nome all’insediamento che stava per nascere e a riportarlo anche sulle carte nautiche. Nel ’63 cominciarono le prime costruzioni.
L’architetto Ponis che nel ’63 viveva a Londra lavorando nello studio di un prestigioso architetto, riceve un invito dal suo amico Apicella di affiancarlo nella progettazione di una casa a Punta Sardegna. Ponis progetta e costruisce la prima casa ai piedi del monte Altura, una costruzione estremamente originale con muri bianchissimi, finestre strette come feritoie e contorni lineari che hanno per sfondo la vegetazione che ricopre la collina ai cui piedi è sorta. Contemporaneamente Rafael costruisce la propria “casita” ai bordi del mare,molto semplice e formata da tre elementi, a nord della spiaggetta, che, successivamente nel 1965, venne venduta per 7,5 milioni al pittore inglese John Strachey.
Roddy Wilson che faceva parte dell’Anglo-Italiana, nel 1963, convocò l’architetto Michele Busiri Vici che al Circeo aveva edificato un villaggio turistico. Questi arrivò in Sardegna e invitò Antonio Nicoli che aveva a Palau un’impresa edile, a visitare, con altri interessati al progetto, il suo insediamento al Circeo allo scopo di ripetere la stessa esperienza a Punta Sardegna.
Dal 1963 in poi le costruzioni delle varie ville si succedettero con la supervisione ed i progetti di diversi architetti. Se le abitazioni ebbero architetti e costruttori diversi, la Piazzetta fu progettata in linea di massima da Rafael e costruita interamente dall’impresa Nicoli.
Con i denari (sette milioni e mezzo di lire) che Rafael ricavò dalla vendita della sua “casita”, cominciò ad edificare la Perla Blu dove si svolse la parte principale della vita mondana dei primi anni di Porto Rafael. Le relazioni internazionali di Rafael e di Daponte con la vicinanza di Porto Cervo dove operavano gli uomini dell’Aga Kahn, attrassero in specie l’attenzione della stampa inglese su quest’isola e su questo tratto di costa fino allora sconosciuta. Fu così che arrivarono molti stranieri curiosi di conoscere l’isola e il nuovo insediamento. Per citarne alcuni: Shirley Douglas, Philippa Davenport aiuto regista di Orson Welles la quale partecipa all’ideazione della Piazzetta, Harvey e Mary Rose Renton, la contessa Be Larisch, Alessandra di Kent con il marito Angus Ogilvy, l’Hon. Peter Ward figlio del conte di Dudley, Sir Alan Chobham, Maureen marchesa di Dufferin e Ava, “Merrie” Andrew, Gilda Bujalski, Lady Cadogan, Billie Hamilton, Alfonso di Savoia con la moglie Sveva Colonna, Maria Visconti sorella del regista Luchino, la famiglia Crespi tuttora proprietaria di terreni verso Cala di Trana, oltre a celebrità come Leslie Caron e altri conosciuti personaggi.
Questi personaggi provenienti per lo più dal bel mondo dettero luogo ad un ambiente spensierato, allegro e festaiolo che aumentò col crescere del numero delle abitazioni, e con il completamento della piazzetta e della Perla Blu, ottimo posto per organizzare particolari serate e ricevimenti.
Si attribuì così al villaggio appena nato una fama di posto anticonformista e licenzioso frequentato da persone con abitudini e caratteristiche particolari in cerca di avventure e di sballo.
Una volta finita la Piazzetta entrò in funzione nel 1962 il Gatto Volpa, ritrovo centrale di Porto Rafael gestito dapprima da Domenico Pintus e quindi, sino ad oggi, da Angelo Colabello. Qui sono convenuti e si radunano tutti i turisti che visitano il posto e questo è stato il centro di tutte le manifestazioni e feste che si sono svolte nella piazzetta.
Un altro bar, l’Harry’s di Mario Uscidda, da tutti conosciuto come “Pilarino”, situato più in alto a livello della strada, è sorto più tardivamente; anche qui si svolge una parte della vita quotidiana di residenti e turisti.
La festa di Rafael (il 21 Agosto) è stata per anni l’attrazione di centinaia di persone provenienti con ogni mezzo, ma specialmente con le barche, da tutta la costa. La celebrazione del suo compleanno si svolgeva nella Piazzetta in mezzo ad una moltitudine variopinta di convenuti, che cantavano e ballavano accompagnandosi con abbondanti libagioni che si protraevano fino al mattino.
Rafael Neville era un uomo interiormente ricco, che ha saputo vivere la sua vita per intero, apprezzandone le bellezze e le gioie quotidiane, superando con dignità i momenti di crisi.
Così come ha saputo vivere ha accettato la malattia che ne debilitava il fisico. Negli ultimi giorni ripeteva spesso a chi gli era intorno: “Ho trovato la pace”. Amava profondamente questa terra ed è opinione comune che una delle sue più grandi gioie sia stato il conferimento della Cittadinanza Onoraria attribuitagli dal Comune di Palau il 18 settembre 1988.
Qui è arrivato dopo un sogno, qui ha vissuto anni felici inserendosi pienamente in un ambiente che alla fine degli anni ’50 poteva presentare non poche difficoltà, qui a Oristano, tornando da Cagliari dove malgrado fosse gravemente ammalato era voluto andare a trovare una persona a lui cara, è deceduto il 2 novembre 1996, e riposa nel Cimitero di Palau.