Regia Provvisione datato Castello della Veneria 22 maggio 1787
A conferma dell’effettiva assegnazione delle medaglie, abbiamo anche il resoconto fatto dal viceré alla Corte, il 6 luglio dello stesso anno, dell’avvenuta cerimonia di consegna delle medaglie. Il ritardo fu causato dal fatto che nave ed equipaggio avevano dovuto scontare la quarantena obbligatoria per il contatto avuto con sospetti di contagio.
«[…] al ritorno della mezza galera la Beata Margherita si diede intiera esecuzione al prescritto del regio viglietto dei 22 maggio che ha colmato di giubilo e riconoscenza tutto l’equipaggio […] e soltanto non si è potuto rimettere una delle medaglie al marinaro che strappò dal bordo dello sciabecco nemico il bastone d’insegna colla bandiera, sia perché crede il sig. cav. Matton che vari vi abbiano cooperato nell’attacco, come perché il soggetto che poi raccolse nel mare la bandiera e a cui potrebbe forse spettare detta medaglia è un maltese, il quale dopo essere stato ammesso cogli altri a libera pratica è partito per Malta». Ancor più precisamente, per ciò che riguarda Agostino Millelire, abbiamo un dispaccio del febbraio 1788 alla Corte in cui il viceré perorava per lo stesso la causa del grado di piloto effettivo. A sostegno della raccomandazione si notava che: “tiene appesa al petto la medaglia d’oro”.
Allo stato attuale delle ricerche è questa la prima occasione documentata di assegnazione di medaglie al valore militare per azioni di combattimento, e si pone a questo punto il problema del riconoscimento. Dei 4 decorati di medaglia d’argento, il sotto comito dal nome di guerra Lo Spasso corrispondeva all’isolano Salvatore Ornano, e la medaglia d’argento non consegnata in quell’occasione andò ad un altro maddalenino per un’azione antibarbaresca che si svolse solo dopo pochi mesi.
Stavolta, il 19 agosto dello stesso 1787, fu la Santa Barbara al comando del cavalier Vittorio Porcile che si imbatté nelle acque di Carloforte con una galeotta tunisina. Nonostante la disparità di forza a favore della mezza galera sarda, i barbareschi opposero una fiera resistenza. Ne seguì un aspro combattimento all’arma bianca che il cavalier Porcile racconta nella sua relazione in termini molto accalorati. Il momento risolutivo fu così illustrato: «Le do l’abbordaggio e procuro di farla trattenere col rizzone.
In questo frattempo quattro marinari più arditi sonosi lanciati dentro colle sciabole in mano per impadronirsene. La mezza galera era abbrivata dal vento fresco, quella ci cade sotto l’ala del posticcio di prora sinistro. I turchi intimoriti si danno alla banda ed ecco in un tratto la galeotta sossopra rovesciata. Al rizzone se le strappa la maglia cui era legata e la galeotta intanto si allarga. In questo mentre il rais coraggioso vede il marinaro di questo regio legno Pietro Paolo Panzano per nome di guerra L’Azardo, uscire di sott’acqua colla sciabla in bocca e gli vibra un colpo di tagar in capo, questi ancorché sbalordito e coperto di sangue gliene restituisce un altro attraverso del collo, e l’obbliga a gittar in mare le sue armi, contenendo anche gli altri quali si resero senza ostacolo».
Il certificato del chirurgo di bordo attestò per il marinaro di 1a classe l’Azardo una “ferita trasversale alla testa alla parte inferiore dell’ossa parietale della parte sinistra”.
Anche in questa occasione ci furono ricompense in denaro e promozioni, ed inoltre «S.M. volendo contemporaneamente contraddistinguere – come testualmente recitava il Dispaccio di Corte al viceré del 29 settembre 1787 – quello dei suddetti quattro marinari denominato l’Azardo
che dopo d’essere stato ferito sul capo dal rais mentr’era nel mare, ebbe la gloria di vendicarsene con dargli un colpo di sciabola attraverso il collo, si è la medesima degnato di decorarlo della medaglia che era destinata al marinaro che strappò lo stendardo da bordo del sciabecco nel combatto che ebbe colla Beata Margherita». Il povero Panzano-Azardo morì poco dopo per gli esiti della ferita, e la medaglia d’argento “alla memoria” fu consegnata alla famiglia.