AmbienteArcipelago

Tartaruga marina

(Caretta caretta)

La Tartaruga marina comune (Caretta caretta) è la tartaruga più comune del Bacino Mediterraneo. È inserita tra le specie protette tra molte convenzioni e altri documenti internazionali: Convenzione di Berna (Allegato 2); Convenzione di Bonn (Appendice 1 e 2); Convenzione di Washington (Appendice 1); Direttiva Habitat, (Allegato II* e IV); Convenzione di Barcellona (Annesso 2); Red List della IUCN (categoria EN).

È una specie con dimensioni che arrivano fino a 110 cm nelle femmine e i 100-150 Kg di peso; i caratteri distintivi sono la forma allungata del carapace, che ha un rivestimento corneo e presenta di 5 scudi costali per lato, e un piastrone con 3 scudi inframarginali privi di pori. Il colore è rosso marrone superiormente, striato di scuro nei giovani.

È una specie pelagica di acque con profondità massima di 150-200 m. Predilige le acque dei mari temperati e subtropicali anche se può spingersi frequentemente in mari più caldi. Le popolazioni mediterranee tendono a concentrarsi nelle parti più orientali del bacino, dove si riproducono, e in quelle meridionali, dove svernano. Durante la stagione riproduttiva si formano gruppi che intraprendono migrazioni (spesso centinaia di Km), verso i luoghi di deposizione. Gli accoppiamenti hanno luogo in prossimità delle coste. Le deposizioni si hanno dai primi di giugno a metà agosto. La femmina, nelle ore notturne, raggiunge la spiaggia, e scava una buca profonda circa 40-70 cm in cui depone da 60 a 200 uova; poi ricopre la buca e ritorna in mare. In una stessa stagione riproduttiva la femmina può costruire più nidi. Le femmine si riproducono in media ogni 2-3 anni. Le uova schiudono dopo 6-8 settimane dalla loro deposizione. I giovani, lunghi non più di 4 o 5 cm, si dirigono repentinamente verso il mare. L’accrescimento è relativamente veloce, i giovani di 3 anni sono lunghi in media 50 cm per 20 Kg di peso, a 4-5 anni sono lunghi circa 60 cm per 30-35 Kg. Si ciba soprattutto di molluschi e crostacei. I neonati, subito dopo la schiusa, nel tragitto che li separa dal mare, possono venire predati dagli uccelli marini.

La Caretta caretta è stata inserita nel primo logo scelto per il G8 di La Maddalena, che ricostruiva l’Arcipelago partendo dalle forme di questi animali che a volte approdano nelle acque di La Maddalena, quasi a sottolineare che la ricchezza di vita protetta dal Parco e la ricchezza di opportunità di sviluppo per la gente del posto costituiscono una unità delicata e preziosa da salvaguardare a ogni costo. Dopo lo spostamento del G8 a L’Aquila la Caretta caretta è stata comunque mantenuta nel logo finale.

Vedi anche: Tartaruga di mare – Cuppulata

Parzialmente tratto da “La spiaggia rosa e l’isola di Budelli. Guida naturalistica e storica” di Marco Leoni, Fabio Presutti, Luca Bittau