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Verbasco di Sardegna

Verbasco di Sardegna (nome scientifico Verbascum conocarpum, nome locale trivodda)

Questa bella pianta dai fiori gialli è un endemismo della Sardegna (dove è molto diffusa sia sulla costa che all’interno), della Corsica (dove è piuttosto rara)e dell’isola di Montecristo. Non passa inosservato sia per le dimensioni (può raggiungere un metro di altezza) e per i colori. Prima dell’arrivo dell’energia elettrica, il verbasco ha avuto un ruolo importante nella vita degli isolani, infatti dalle sue foglie fatte seccare e avvolte tra loro, si ottenevano degli stoppini per le lampade ad olio.

Il nome verbasco gli deriva dalla radice latina virb, che significa verga. Il nome greco invece, phlomos, ha una radice pre-indoeuropea che è riconducibile a bhle, che significa gonfiarsi, ma anche brillare. Questo deriva dal fatto che la pianta era usata come stoppino per le lucerne fin da tempi antichissimi; anche in accadico il nome della pianta vuole dire lucerna. Cerchiamo di conoscere meglio questa pianta che ha rivestito in passato, per l’uomo una grande utilità.

Il suo nome scientifico è Verbascum Thapsus L. e appartiene alla famiglia delle Scrofulariacee. E’ una pianta arbustiva biennale, mellifera (nettare molto amato dalle api) che ha l’aspetto di un grosso cero, con radice a fittone bianca, fusto alto fino a due metri, foglie ovali-lanceolate lanose. I fiori gialli formano una pannocchia sulla parte terminale per un terzo circa della lunghezza totale. E´ diffuso nei luoghi incolti, ai margini delle strade, nei luoghi soleggiati, nei terreni pietrosi di tutta Europa; in Italia è comune nella zona marittima e in quella submontana; in Sardegna vegeta bene anche in alta collina. Della pianta non risultano utilizzi alimentari, mentre fino alla piena diffusione dell’energia elettrica le famiglie utilizzavano le foglie per fare stoppini per le lampade a olio; anche i fusti, secchi e legnosi, trovavano buon utilizzo per la preparazione del forno per la cottura del pane. La varietà sarda, Verbascum conocarpum Moris, subsp. Conocarpum, è una pianta endemica della Sardegna, della Corsica e dell’Isola di Montecristo.

La pianta era nota nell’antica Roma anche come “Candela regia”, termine usato perché i gambi erano utilizzati, nell’antica Roma, come candele durante i funerali e le cerimonie; nel Medioevo la pianta era nota come “Lumino delle streghe”, in quanto il Verbasco era associato alle pratiche magiche, e si diceva che con la sua peluria si facevano gli stoppini per le candele.

L’utilizzo medicamentoso della pianta riguarda sia i fiori che le foglie: i cui preparati sono indicati per curare le affezioni dell’apparato respiratorio fin dall’antichità: Plinio consigliava l´uso del verbasco nei casi di lesione o di irritazione polmonare. Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, in primavera – estate; i fiori si raccolgono, invece, appena aperti in giugno – agosto, staccandoli a uno a uno senza il calice. I suoi principi attivi sono: Mucillagini, Saponine, Fitosteroli, Glucosidi iridoidi, Flavonoidi e Oli essenziali. Non poche le sue proprietà benefiche: per via interna il verbasco ha proprietà emollienti ed espettoranti, è, infatti, un ottimo rimedio per tutte le patologie caratterizzate da una abbondante secrezione delle mucose. Dal punto di vista farmacologico, il glucoside più attivo contenuto nel verbasco è il verbascoside. Esso esercita la sua azione non solo fluidificando le secrezioni, ma riducendo i fenomeni infiammatori a livello delle vie respiratorie superiori ed inferiori. Questa sua azione medicamentosa probabilmente è dovuta, non solo ai glucosidi, ma alla componente flavonide, così come l´azione bechica (calmante della tosse). Nel verbasco assieme ai flavonoidi si possono isolare esperidina, mucillagini con marcati effetti emollienti, saponine e, negli oli essenziali, una serie di composti terpenici non ancora ben caratterizzati chimicamente. Per uso esterno il verbasco ha proprietà vulnerarie e sfiammanti a livello delle emorroidi.

Un tempo i preparati della pianta furono utilizzati come rimedio contro la tisi (le foglie fresche del Verbascum phlomoides e Verbascum tapsus). I fiori a tutt’oggi trovano impiego nella preparazione di infusi dalle proprietà espettoranti. La sua azione quindi combatte bene le bronchiti, agevolando in modo particolare l’espettorazione. Ottimo coadiuvante per calmare la Tosse, curare Faringiti, Tracheiti e Bronchiti di varia natura, comprese le forme asmatiche, un toccasana, insomma per tutte le affezioni delle vie respiratorie a lenta risoluzione. In passato il verbasco era utilizzato anche contro la gotta: foglie e anche parti della pianta pestate e poste (in impacco) sulla parte dolente, in poche ore sedavano con molta efficacia il dolore, così da potere in tempi brevi anche camminare. Il cataplasma delle foglie trova impiego, in uso esterno, anche per geloni ed emorroidi. Il prodotto risulta utile anche come oleolito, per combattere le verruche e le otiti. I suoi componenti sono a bassissima tossicità: nessuna controindicazione, alle dosi normali, tranne casi di ipersensibilità individuale. In certo soggetti potrebbe diminuire la pressione sanguigna.

Il prodotto può essere utilizzato come tisana, come infuso, come decotto e come estratto fluido. Come Tisana: 1-1.5 g per tazza. Filtrare accuratamente l´infuso, in quanto i numerosi peletti sono irritanti per la gola. Per uso topico: decotto per 2 minuti al 5%, facendo impacchi. Come infuso: berne più tazze al giorno. Il Verbasco Estratto Secco: 300-600 mg al giorno. Il Verbasco Estratto Fluido: preparato dalla pianta intera fresca, tit.alcol.65°. Quantità: XL gocce 3 volte al giorno.