via Fabrizi
Definita entro i limiti “dal negozio Cateni alla casa di Serra Pasquale”, la via fu intestata nel 1896 ad uno dei protagonisti dei moti ottocenteschi, il mazziniano e, in seguito, garibaldino, Nicolò Fabrizi, eroe errabondo per necessità per circa 30 anni, fino a quando, definita l’unità italiana, divenne autorevole membro della camera dei deputati fino alla morte. Via Fabrizi corre pianeggiante nel tratto parallelo alla piazza Garibaldi, ospitando, sul lato sud, il retro del palazzo di Giagnoni e il palazzotto di Gargiulo. A nord tutti gli ingressi alle abitazioni sono serviti da gradini o dai caratteristici piazzaletti uno dei quali presenta una bella doppia gradinata oggi quasi completamente distrutta: tutto l’edificio (un tempo proprietà della famiglia Susini) è in abbandono: la porta murata, le lastre di granito divelte e in parte asportate la dicono lunga sul suo destino. Fin dal 1897, a un anno dalla sua intestazione, questa parte della via ha goduto di interventi accurati di pavimentazione (e sistemazione della fognatura) con la posa di lastre di granito ben lavorate. Il tratto successivo si inerpica seguendo la conformazione del suolo per poi sfociare in via Garibaldi con una gradinata che condivide con via Angioi: nel 1896 questo tratto era ancora un viottolo sul lato nord del quale incombeva una parete rocciosa irregolare e, quindi, un notevole dislivello. Il problema fu risolto con un effetto ancor oggi di pregio: le case furono sopraelevate e raccordate con il piano stradale attraverso alti gradini e piazzali che, malgrado la ridotta larghezza della via, sono luminosi e soleggiati: la pavimentazione, invece è costituita da lastrine piccole e appena sgrossate.