CronologiaMillesettecento

Correva l’anno 1717

Correva l'anno 1717
Cardinale Giulio Alberoni

In una relazione sulla Sardegna pubblicata da Lorenzo Del Piano si accenna ai commerci clandestini di Longo Sardo (Santa Teresa Gallura).

9 luglio

Il cardinale Alberoni, ministro di Filippo V, tenta di riconquistare la Sardegna asburgica. Si succedono nella carica di viceré Vincenzo Bacallar, marchese di San Filippo, Giovanni Francesco de Bette, marchese de Leide, e Giuseppe de Armandarez, marchese di Castelforte.

Il tentativo di riconquista della Sardegna da parte della Spagna. “Il cardinale Alberoni, arbitro del destino dei popoli, non ministro di re Filippo ma monarca della Spagna per la fiducia illimitata che godeva, venuto nel proposito di riconquistare la Sardegna, appresta la flotta e dà ordine al marchese di San Filippo, ministro del re cattolico a Genova, di tenersi pronto per passare nell’Isola. L’esercito sommava a ottomila fanti e 600 cavalli. La flotta consisteva in dodici vascelli da guerra e cento legni da trasporto, sui quali eransi imbarcate vettovaglie per tre mesi, con 50 pezzi di battaglia, dodici di campagna e gran copia di attrezzi e munizioni. Comandante delle truppe il marchese di Leide; della flotta il marchese Mari: comandante supremo, con autorità assoluta, il marchese di S. Filippo.”

30 luglio

Sapendosi che Filippo V pensava di ricuperare la Sardegna, i consiglieri di Sassari, in data 30 luglio 1717, scrivono al viceré: che non dubiti dei fedeli vassalli e gelosi vigilatori del paese; che sarebbe un insulto dubitare di essi e della loro innata fedeltà e costanza: che il loro amore e zelo pel reale servizio di S. M. Cesarea (Dios le garde) li teneva acalorados a disporsi alla difesa della città ed ubbidienza al nostro Sovrano Imperatore e Re nostro Sovrano per il quale abbiamo sacrificato la nostra azienda, la nostra vita e il nostro sangue: che hanno fortificato la piazza per la notizia dell’ armamento del nemico …

17 agosto

Scorgendosi in vista delle acque di Cagliari la flotta inviata dal cardinale Alberoni per la riconquista dell’Isola, il viceré scrive alla Giunta patrimoniale perché si prendano a mutuo i 2.400 scudi depositati nel capitolo di Cagliari ed appartenenti alla fondazione del canonicato del rettore Cadello, e provvedere con essi ai più urgenti bisogni del momento. E il viceré provvede alla meglio alla difesa del Regno; manda ordini in tutti i dipartimenti perché i miliziani apprestino le armi e i comuni il necessario alimento per uomini e cavalli: fortifica la rocca di Cagliari affidandola alle poche truppe di guarnigione composte di 600 fanti, di una compagnia di Catalani e Valenziani, di 200 cavalli e delle poche milizie paesane fatte venire in città.

29 settembre

Le ambiziose mire del cardinale Alberoni, alimentate dai molti fautori che nell’Isola agognavano al dominio spagnolo, erano rivolte alla riconquista della Sardegna. La Guerra di successione spagnola ebbe le dimensioni di una vera e propria guerra mondiale, coinvolgendo tutte le potenze europee e i rispettivi imperi coloniali; nell’agosto del 1708, durante il conflitto, una flotta anglo-olandese inviata da Carlo d’Austria assediò Cagliari mettendo così fine dopo quasi quattro secoli alla dominazione iberica. Dopo una prima conclusione, regolata dalla pace di Utrecht e dal trattato di Rastatt, il Regno di Sardegna entrò in possesso degli Asburgo d’Austria che tennero l’isola per quattro anni. Nel 1717, vedendo inutile ogni resistenza, le truppe spagnuole pongono l’assedio alla città di Cagliari. La città di Cagliari, difesa dai Tedeschi e bersagliata da 30 cannoni e 20 mortai spagnuoli, che le scagliarono 5.000 bombe, dimanda capitolare. Mentre inoltravansi per occupare alcune delle positure principali, che mettono alla capitale, e disponevansi alla espugnazione della rocca, il viceré D. Giuseppe Antonio di Rubì, intimidito, abbandonava di nascosto la città per riparare in Alghero, lasciando il governo e la difesa della piazza a D. Giacomo Carreras. Gli assalitori gli mandavano dietro il colonnello di cavalleria conte di Pezuela per impadronirsi della sua persona. Raggiunto presso Siamanna, potè non pertanto, favoreggiato dai popolani, trovar modo di eludere i suoi ormatori andando per tragetti, e conducendosi in tal maniera sino ad Alghero, e quindi in Castellaragonese (attuale Castelsardo), di dove imbarcavasi per la Corsica.

11 ottobre

Invasa inaspettatamente la Sardegna dagli spagnoli, l’arciduca tentò di contrastarne l’occupazione e austriaci del reggimento Walis sbarcavano a Terranova (attuale Olbia) dove non vi erano più di 60 galluresi armati. Assente Giovanni Sardo (Giovanni Battista Sardo, nuovo comandante della provincia di nuovo divenuta spagnola], un prete prese il suo posto di capitano ed andò incontro agli austriaci. I quali, credendosi in mezzo ad amici, pensavano fossero stati mandati per preparare alle armi la provincia sotto il comando del Villamarina e del San Martino e quindi marciare su Alghero. Ma il prete, che religiosamente era per il Borbone, li ingannò e si offrì come scorta nelle sconosciute regioni; poi quando fu giunto nella valle della Scala, si rivoltò contro di essi e li costrinse a porre giù le armi e ad arrendersi. Accorse poi in soccorso Giovanni Battista Sardo che concedeva agli austriaci alcuni condizioni che non furono poi ratificate dal Ledè (marchese di Leide).