Correva l’anno 1718

Correva l'anno 171823 giugno

Estratto dai Registri della Cancelleria di Bonifacio contenente gli atti del processo contro i responsabili di una rissa avvenuta a Caprera.

28 giugno

Giunge in Cagliari una potente armata, composta di 22 navi di linea e di 3 mercantili armate in guerra e montate di 35 pezzi di cannone caduna, di 4 galere, di una galeotta, e di 30 bastimenti di trasporto, con 2 palandre, che avevano a bordo 36 battaglioni completi, 4 reggimenti di dragoni, 6 di cavalleria: in tutto 36.000 uomini, tutte belle truppe e ben disciplinate con artiglieria e munizioni bastevoli, comandate dal marchese di Leide. Nello stesso giorno prende imbarco il tenente generale Armendariz con molte truppe, e spiegansi le vele per la Sicilia.

2 agosto

Dopo nove anni di occupazione austriaca (1708-1717) in conseguenza della Guerra di Successione spagnola, la Sardegna, in forza del Trattato di Londra del 2 agosto 1718, sottoscritto dalle potenze della Quadruplice Alleanza (Inghilterra, Francia, Olanda e Austria), veniva ceduta d’imperio, in cambio della Sicilia, ai Savoia. Al riguardo inutili e senza esito si rivelarono le rimostranze presentate da Vittorio Amedeo II, in quanto, anche se a malincuore, dovette piegarsi a tale decisione ed accettare il nuovo dominio, una terra così lontana e così diversa dalla realtà del Piemonte. Nessuna affinità esisteva, infatti, tra le popolazioni isolane e quelle degli Stati di terraferma; diverse erano le istituzioni, la cultura, la lingua, i costumi, e persino il modo di vestire. Oltretutto le clausole del Trattato di cessione gli imponevano in modo perentorio di nulla innovare nel suo governo, per non irritare l’animo di quella non piccola parte della popolazione che, dopo il secolare dominio spagnolo e la breve parentesi austriaca, non aveva visto volentieri il passaggio al Piemonte. Non era da sottovalutare, oltretutto, l’ostilità diffusa esistente tra le file della nobiltà e soprattutto del clero locali. A ciò si aggiungeva il fatto che il nuovo possesso era tutt’altro che consolidato, sia perché la Spagna non vi aveva rinunciato definitivamente, malgrado il fallito tentativo di riconquista da parte del cardinale Alberoni nel 1717, sia perché lo stesso Piemonte rivolgeva lo sguardo, con non malcelati obiettivi di espansione, verso le confinanti terre della Lombardia e della Liguria. In simile contesto la Sardegna avrebbe potuto rappresentare un’utile pedina di scambio. Nell’Isola, inoltre, la situazione politica generale appariva estremamente precaria e confusa.
Per Vittorio Amedeo II, pertanto, i problemi di natura politica da affrontare si presentavano subito complessi e di non facile risoluzione, almeno nel breve periodo; il che consigliava di assumere nell’azione di governo, almeno inizialmente, un approccio assai cauto e prudente, anche per non suscitare irritazioni e pericolosi contraccolpi nei già difficili rapporti con la classe dirigente e la popolazione. Per questo, all’indomani del Trattato di cessione, e prima ancora della Convenzione di Vienna del 29 dicembre dello stesso anno, che tra l’altro ribadiva per il nuovo sovrano il vincolo di garantire i privilegi e le prerogative del Regno, sollecitava i principali responsabili dei diversi apparati burocratici e amministrativi (Segreteria di Stato e di Guerra, degli Interni, degli Esteri e Consiglio delle Finanze) affinché provvedessero a raccogliere le più ampie e dettagliate informazioni sulla realtà politico-istituzionale ed economico-sociale dell’Isola.
Veniva così avviato un complesso lavoro di raccolta e di rielaborazione di notizie e di dati, col ricorso non solo alla consultazione di relazioni e di memoriali redatti durante l’ultima fase del dominio spagnolo e di quello austriaco, ma con il coinvolgimento diretto di quei sardi che costretti ad uscire dall’Isola al seguito della casa d’Austria, dopo l’invasione spagnola del 1717, avevano poi trovato rifugio in Piemonte, con l’adattarsi più o meno di buon grado alla prospettiva della nuova dominazione. In un arco di tempo relativamente breve veniva messa a disposizione della Corte e della burocrazia sabauda, una ponderosa, anche se eterogenea documentazione, che comprendeva tra l’altro “molte scritture” sulle Prammatiche reali e Capitoli di corte del Regno, indispensabile comunque per ricostruire almeno nei suoi caratteri essenziali la realtà sarda.

8 novembre

I conti di Provana e de la Perrouse sottoscrivono a nome del loro re Vittorio Amedeo II, in Londra, e ratificano il 18 dello stesso mese a Parigi, il trattato mediante il quale questi dichiara di aderire pienamente a tutte le condizioni della convenzione, per cui veniva ammesso nella lega europea, e quindi salutato re di Sardegna.