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Antonio Vizzotto

Antonio Vizzotto nasce alla Maddalena il 22 giugno 1909, figlio di Valfredo e di Adalgisa Campus. In giovane età la famiglia si trasferì a Milano, dove la madre aveva una propria casa editrice, mentre il padre insegnava matematica a Pavia. Nel 1928 consegue la maturità scientifica preso il Liceo Vittorio Veneto, e subito dopo presenta domanda per essere ammesso al corso allievi ufficiali presso l’Accademia Aeronautica. Si trasferì quindi a Caserta, dove presso la celebre Reggia iniziò a frequentare il VI Corso Falco. Durante la frequenza del corso ebbe modo di volare sugli Ansaldo A.300 presso l’aeroporto di Capua, e nel 1931 ottenne la nomina a sottotenente, e il brevetto di pilota d’aeroplano. L’anno successivo, al termine del quadriennio di studi, conseguì il brevetto di pilota militare e la promozione a tenente. Assegnato alla specialità caccia svolse l’addestramento di primo periodo presso la scuola di Aviano, volando a bordo dei biplani Fiat C.R.20B e Breda Ba.19. Al termine del corso fu mandato presso la Scuola di pilotaggio di 2° periodo di Castiglion del Lago, per il necessario perfezionamento tecnico. All’inizio del 1933 prese servizio presso il 1º Stormo Caccia terrestri di Campoformido, equipaggiato con i Fiat C.R.Asso. Nel 1934 viene mandato presso la 201ª Squadriglia da Bombardamento Marittimo dello Stormo Misto Egeo nel Dodecanneso, una unità essenzialmente dotata di idrovolanti Sulla base di Lero impara a volare sugli idro Dornier Wal. Nel 1935 passa alla 161ª Squadriglia da Caccia Marittima, equipaggiata con i Fiat C.R.20 Idro. Nel giugno 1936, promosso la grado di capitano, rientra in Italia per prendere servizio presso la 367ª Squadriglia del neo costituito 53º Stormo di Torino-Mirafiori, un’unità dotata del nuovo caccia Fiat C.R.32. Il 1º luglio dello stesso anno assume il comando della neo costituita 368ª Squadriglia, destinata all’addestramento dei piloti, da effettuarsi sul campo d’aviazione di Levaldigi, in provincia di Cuneo. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, segue un crescente impegno della Regia Aeronautica in appoggio alle forze nazionaliste, secondo gli ordini emessi da Duce. Vizzoto fa domanda per essere mandato volontario in terra spagnola, dove giunge il 27 settembre 1937.

La guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale

Appena arrivato assume il comando della 33ª Squadriglia del VI Gruppo Caccia Terrestri Leonello, equipaggiata con i Fiat C.R.32. L’esordio in combattimento avviene nel mese di ottobre, e tra la fine del 1937 e l’inizio del 1938 la sua Squadriglia partecipa a numerose missioni belliche. Durante la battaglia di Teruel viene decorato con una Medaglia d’argento al valor militare. In primavera il suo reparto viene duramente impegnato durante l’offensiva nazionalista in Aragona, per cui riceve una seconda Medaglia d’argento al valor militare, seguita nel giugno dello stesso anno da una Medaglia di bronzo al valor militare. Rientra in Italia il 15 giugno, e si sposa a Milano con la signorina Maria Cremon il 23 dello stesso mese. Al termine della licenza matrimoniale assume il comando della 362ª Squadriglia, 24º Gruppo, 52º Stormo sulla base di Ciampino-Sud, ancora equipaggiata con i Fiat C.R.32. Poco dopo l’unità riceve in consegna i più moderni monoplani Fiat G.50, con cui il comandante organizza una pattuglia acrobatica. Il 10 giugno 1940, quando l’Italia entra nella seconda guerra mondiale la Squadriglia si trova schierata sulla base di Sarzana, in Liguria. Durante il breve conflitto con la Francia l’unità esegue crociere di protezione contro i possibili pericoli provenienti dalla Corsica, e dopo l’armistizio voli di addestramento e sorveglianza sulla costa tirrenica. Nel febbraio 1941 Vizzotto assume il comando della 371ª Squadriglia, equipaggiata con i Macchi C.200, destinata ad operare sul fronte della greco-albanese. La Squadriglia, appartenente al 152º Gruppo, viene incorporata per l’occasione nel 150º Gruppo C.T. di Valona. Il 24 marzo avviene l’esordio in combattimento su Devoli, contro quattro caccia Hawker Hurricanedella Royal Air Force. Il 21 aprile Vizzotto esegue la sua ultima missione bellica su quel fronte, un mitragliamento contro truppe nemiche nella zona Paramitia-Arta-Prevesa. Per l’impegno profuso in quel settore viene decorato con una seconda Medaglia di bronzo al valor militare. Nell’agosto 1941 viene promosso maggiore, succedendo a Rolando Pratelli alla guida del 150º Gruppo Caccia Terrestri.
L’avvio dell’operazione Crusader in Africa Settentrionale, avvenuta il 18 novembre 1941, vede lo Stato Maggiore italiano far confluire in quel settore tutte le forze aeree disponibili. Il 150º Gruppo e una delle unità richieste, e con un trasferimento da Valona, via Grottaglie, Comiso, Pantelleria, si trasferisce a Tripoli-Castelbenito, arrivandovi il 14 dicembre. A causa dell’offensiva in corso il 150º Gruppo rimane a Tripoli da dove esegue missioni di scorta ai preziosi convogli di rifornimenti. Il 29 dello stesso mese il Gruppo viene rischierato a En Nofilia, a ridosso del fronte. Con l’arrivo dei nuovi Macchi C.202 Folgore i C.200 Saetta vengono passati al compito di supporto delle forze terrestri e alla scorta ravvicinata dei Fiat C.R.42 Falco dotati di bombe alari. Il reparto viene intensamente impiegato in azione, e l’8 gennaio undici C.200 di scorta ad alcuni C.R.42 del 3º Gruppo nella zona ad est di Agedabia si scontrano violentemente con 10 Curtiss P-40 Tomahawk del No.3 RAAF Squadron. Il 31 gennaio il maggiore Vizzotto viene decorato con la Croce di Ferro tedesca di II classe. Dopo un’azione di mitragliamento effettuata in data 28 febbraio, viene citato sul Bollettino del Comando Supremo n.638, si esplicita richiesta del comandante della 5ª Squadra Aerea, generale Vittorio Marchesi, e decorato con una terza Medaglia d’Argento al valor militare, conferita sul campo. Le azioni di attacco al suolo proseguono ininterrottamente fino al 15 maggio 1942, quando il 150º Gruppo si trasferisce a Bengasi, da dove inizia ad effettuare nuovamente missioni di scorta convogli, perché l’afflusso di rifornimenti viene ritenuto di vitale importanza in vista della pianificata offensiva autunnale. Dopo la battaglia di El Alamein, il 10 novembre il 150º Gruppo rientra in Italia.
Nel gennaio 1943 il reparto è schierato a Ciampino-Sud dotato di alcuni Macchi C.202 con cui effettua missioni di intercettazione contro i bombardieri alleati. In vista del previsto sbarco alleato in Sicilia viene deciso di riequipaggiato il Gruppo con i caccia Messerschmitt Bf.109F e Bf.109G forniti dall’alleato tedesco. Il 13 aprile il reparto si trasferisce sul campo d’aviazione di San Pietro di Caltagirone dove prende in carico i nuovi velivoli, per rischierarsi successivamente a Sciacca. L’esordio in combattimento con il nuovo velivolo avviene il 21 maggio, quando il neopromosso tenente colonnello Vizzotto danneggia due caccia americani Lockheed P-38 Lightning. Il 10 giugno, mentre l’isola di Pantelleria si arrendeva agli anglo-americani, Vizzotto abbatte un caccia Supermarine Spitfire e danneggiò due bombardieri North American B-25 Mitchell. Il 3 luglio al comando del 150º Gruppo, prende parte ai violenti combattimenti sul cielo della Sicilia, e viene nuovamente citato sul Bollettino del Comando Supremo n.1135. Ormai ridotto a una forza puramente simbolica, in quanto privo di velivoli efficienti, il 12 luglio il reparto viene trasferito a Ciampino, con solo tre Bf.109 decollati all’ultimo momento da Sciacca. Poco dopo il reparto si porta a Torino-Caselle in vista del successivo riequipaggiamento con moderni velivoli. Tale riequipaggiamento era appena iniziato, con un nucleo di piloti già giunto a Ciampino-Sud, quando l’8 settembre ci fu l’armistizio con gli anglo-americani.

Nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana

La nomina del tenente colonnello Ernesto Botto a comandante supremo dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, di cui era vecchio amico sin dai tempi dell’Accademia, convinse Vizzotto ad entrarvi. Durante il mese di ottobre si spostò, a bordo di un aereo da collegamento Saiman 202, tra Roma, Padova, Aviano, Firenze, Caselle e Milano per prendere parte agli incontri in cui fu delineata la struttura organizzativa della nuova aeronautica militare. A Vizzotto venne assegnato il compito iniziale di costituire il 2º Gruppo caccia “Gigi Tre Osei” suddiviso su tre squadriglie, per passare poi al comando della 1ª Squadra Aerea di Milano. Il 5 marzo 1944 la 1ª Squadra Aerea diviene 1ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.), ed il 1º aprile Vizzotto diviene Ispettore della Caccia con compiti di supervisore. Quando i tedeschi tentano di inquadrare l’A.N.R. nella Luftwaffe come Legione ha un duro scontro con il generale Wolfram von Richthofen e si dimette dall’incarico. Nell’ottobre 1944 assume il comando della 2ª Zona Aerea Territoriale di Padova,incarico che ricopre ancora al momento dell’incruenta resa avvenuta il 25 aprile 1945. Il 30 dello stesso mese viene arrestato dai partigiani, in quanto accusato di collaborazionismo, ed imprigionato per 60 giorni. Sottoposto a processo di epurazione viene sospeso dal servizio, e quindi cancellato dal ruolo ufficiali con la perdita del grado. Tutti i provvedimenti presi sono in seguito cancellati, e il 1º marzo 1948 viene reinscritto nel ruolo ufficiali dell’Aeronautica Militare Italiana, ma rimane sottoposto a processo di epurazione. Il 6 aprile dello stesso anno viene congedato d’autorità, il 22 prosciolto dall’accusa di collaborazionismo ma condannato ad un anno di sospensione dall’impiego. Il 4 marzo 1950 il tribunale del riesame commuta la condanna a 60 giorni d’arresto in fortezza. Molto amareggiato lascia per sempre il suo mondo, quello dell’aviazione divenendo, dopo le iniziali difficoltà, rappresentante di prodotti chimici. Purtroppo non accetta mai l’allontanamento dall’aviazione, che considerava la sua vita, e il 5 settembre 1956 si toglie la vita, sparandosi con la pistola, su una via di Sesto San Giovanni, lasciando la moglie e le tre figlie Anna, Paola e Clara.

Medaglia di bronzo al valor militare

«Vizzotto Antonio, da La Maddalena, capitano pilota. – Pilota da caccia di eccezionale abilità ed ardimento, guidava il proprio reparto con audacia in numerose azioni di guerra. Partito su allarme contro una formazione di caccia nemica, che attaccava un nostro aeroporto, si lanciava da solo contro quattro avversari, riuscendo con irruento impeto a stroncarne l’azione. Compiva ricognizioni lontane, riportando sempre precise informazioni sul nemico. In ogni circostanza e di fronte ad ogni rischio confermava sempre belle virtù militari.»

— Cielo della Grecia, marzo-aprile 1941-XIX