CronologiaMillesettecento

Correva l’anno 1754

A Cagliari, caduta ormai l’idea di aprire un lungo canale fra la zona di Bonaria e le saline di Molentargius, si da finalmente inizio alla costruzione di un grande magazzino del sale.

9 marzo

Volendosi stabilire dal governo una colonia di greco-corsi nella penisola di Sant’Antioco, la città d’Iglesias volle accampare dei privilegi su quella regione, ai quali mostra vasi favorevole l’avvocato patrimoniale.
Contro quelle pretese sorgeva l’arcivescovo di Cagliari ripetendo i suoi diritti sulle terre di Sant’Antioco, Santadi Biriddu e territori limitrofi; presentando domanda di investitura della signoria dell’isola di Sant’Antioco e di poter estendere la giurisdizione sopra le altre terre spettanti al vescovado sulcitano, con l’obbligo di stabilirvi una novella popolazione.
L’avvocato fiscale patrimoniale, esaminata la proposta, ne riferiva al Governo superiore con nota del 9 marzo 1754. Sorsero quindi delle contestazioni tra Governo ed arcivescovo, le quali nel 1759 si risolvevano in via amichevole e soddisfacente per ambedue le parti.

4 aprile

La stipula dei patti per l’insediamento di una colonia di greco-corsi a Sant’Antioco apre un aspro conflitto fra il governo di Torino e l’arcivescovo di Cagliari che, aspirando alla signoria di quell’isola, contrappone un suo progetto di ripopolamento.

23 dicembre

Il console Coutlet al Ministro. Un ufficiale corso mi ha raccontato che esiste una torre sulla costa tra Ajaccio e Bonifacio chiamata di Tizano, in cui la Repubblica aveva 10 soldati di guarnigione con un sergente. Dato che è permesso ai corsi di venire senza armi, nei luoghi in cui sono sotto l’obbedienza di Genova per vendere le loro derrate, una specie di vivandiere del partito dei ribelli si era abituato a venire in questa torre con un po’ di cibarie. C’è ai piedi una piccola muraglia fatta a forma di triangolo in cui i soldati avevano l’abitudine di divertirsi, lasciando solamente uno dei loro camerati sotto alla torre in sentinella per vedere se si avvicinava qualcuno. Un giorno in cui costui aveva disteso la sua mercanzia chiamò quel soldato per fargli scegliere quello che gli conveniva meglio prima che giungessero gli altri; egli ha avuto l’ingenuità di lasciare il suo fucile e di scendere per cercare quello di cui aveva bisogno. Mentre era occupato in questo, il vivandiere saltò sulla torre e si chiuse dentro tirando la porta dietro di sé. Fu subito sulla cima e si mise a suonare il cornetto. Poco dopo, una ventina di ribelli sono accorsi, ben armati e sono piombati sopra i dieci soldati i cui fucili erano sulla torre, li hanno spogliati e si sono impadroniti della postazione. Dieci giorni dopo era giunto per mare un simile numero di soldati, con un ufficiale per rilevare questi qui, senza sapere quello che stava capitando, i ribelli che li avevano visti arrivare, sono usciti dalla torre, li hanno attesi dietro alla piccola muraglia ai suoi piedi e li hanno sequestrati senza la minima resistenza. Si sono contentati di disarmarli, di spogliarli come gli altri e di lasciarli andare. Io non rispondo della verità del fatto, ma so che i ribelli ne sono ben capaci.