CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1838

La Maddalena conta 1.200 abitanti. Antonio Martini è sindaco. 

Bonifacio PierreTrani è sindaco di Bonifacio.

La Maddalena diventa uno dei quattro mandamenti dipendenti dal Tribunale di Prefettura di Tempio.

Scompare la figura del Bailo. La Maddalena, come Alghero, Porto Torres e Carloforte, è porto di seconda classe. La sua popolazione ammonta a 1200 anime.

L’uso pubblico dei terreni demaniali comporta un controllo attento della comunità: una ventina di maddalenini accusa il gallurese Giacomo Cudoni di avere sbarcato a Caprera, in accordo con Giovanni Zicavo, quaranta maiali, con conseguente danneggiamento di colture e allevamento.

A Santa Teresa, la Torre della Testa è utilizzata come punto geodetico da Alberto Ferrero de La Marmora. Angius afferma, senza precisare la data, che la chiesa di Santa Reparata è crollata. È conclusa l’erezione della chiesa parrocchiale di San Vittorio. Gli abitanti sono 827 contro i 9466 di Tempio. Longonsardo come Terranova, Oristano, Sant’Antioco, è porto di terza classe.

1 gennaio

Negli stati di terraferma entra in vigore il nuovo codice civile (Codice albertino): vengono definitivamente abrogate le Leggi e costituzioni rimesse in vigore dopo il periodo napoleonico.

25 febbraio

Francia e Regno di Sardegna firmano una convenzione relativa all’estradizione di banditi colpevoli di delitti particolarmente gravi.

21 marzo

Un editto di Carlo Alberto ordina la divisione dei terreni spettanti ai feudi incamerati, dichiarandoli sciolti da ogni soggezione feudale: abolisce tutti i diritti e tutti i diversi generi di partecipazione feudali: e comanda la prestazione pecuniaria ripartita proporzionatamente tra i contribuenti.

3 maggio

Nasce Giacomo Simone, colui che passerà alle cronache, come “il sosia di Garibaldi”. Nato da Gian Pietro (agricoltore) e Serra Maria Giuseppina, benestante, si coniugò a La Maddalena con Demuro Maria, di Salvatore, spirò nell’isola all’età di 90 anni, il 26 aprile 1928, nell’abitazione sita in Regione Moneta (zona Vaticano – Case operaie). Di professione bracciante, consacrò parte della sua vita a Caprera alle dipendenze di Garibaldi, come recita l’epitaffio della sua lapide al cimitero, curandone il bestiame, vacche, capre e pecore, e producendo burro e formaggi.

5 maggio

Viene approvato il riscatto del vasto feudo del marchese d’Arcais.

12 maggio

Una carta reale enuncia il programma e gli obiettivi della eversione del feudo: il sovrano proclama la sua volontà di liberare i sudditi sardi dalle «tante e varie prestazioni feudali» con il proposito di consolidare, per questa via, le «proprietà perfette » e abolire ogni vincolo feudale nelle terre private, in quelle comunali e in quelle demaniali. Ma il 30 giugno una nuova carta reale introduce il ricorso al Supremo Consiglio contro le sentenze della Regia Delegazione, e riconosce ai feudatari la facoltà di rigettare l’offerta di riscatto con la possibilità quindi di conservare immutato il possesso del feudo.

24 giugno

Il 12 maggio 1838 veniva promulgata la Carta Reale che stabiliva che le terre libere di proprietà comunale dovevano essere divise in lotti e assegnate ai capifamiglia per coltivarle. Intanto il Viceré Montiglio, annunciava al Consiglio Comunitativo di La Maddalena che avrebbe dovuto ripartire le terre libere e comuni nelle isole dell’arcipelago e poi assegnarle in lotti ai capifamiglia, dando mandato al suo delegato Nurra, intendente Generale della Gallura, di “attuarsi tutte le occorrenti operazioni per ripartirsi i terreni a mente delle sovrane intenzioni“. Nell’arcipelago Giuseppe Bertoleoni Poli, che anni addietro aveva occupato le isole di Santa Maria e Soffi, capì immediatamente le prospettive che apriva l’editto e presentò al Viceré un’istanza per averle in concessione. (24 aprile 1840) Il Sovrano gli rispose, indicandogli l’iter da seguire presso l’Intendenza Provinciale. (14 maggio 1840) L’Intendente Provinciale, Vitelli, informava il Bertoleoni Poli che chi non avesse ancora acquisito il titolo relativo ad un sicuro provvedimento, doveva munirsi, in base all’articolo 54 del Regio Regolamento del 26 settembre 1839 di “dichiarazione del Consiglio Comunitativo radunato in Giunta doppia e vistata dall’Intendente Provinciale, dalla quale risulti che i terreni da loro posseduti trovansi già riportati e descritti come vera proprietà nei Catasti e consegnamenti comunali. In mancanza oziando di tale dichiarazione potrà pure supplire una giurata sommaria informazione assunta l’autorità giudiziaria competente per mezzo di dieci testimoni probi colla quale si stabilisca a favore del possessore il suo quieto e pacifico possesso.” (26 febbraio 1839) Di interrogare i testimoni fu incaricato il Giudice mandamentale di La Maddalena. Le testimonianze raccolte dal Giudice furono non tutte a favore del Bertoleoni Poli, in quanto molti dei testimoni lo confermarono, aggiungendo però, “che i maddalenini avevano sempre esercitato sull’isola il loro diritto al seminerio e all’allevamento”, non avendo perciò il Bertoleoni Poli, “quel sicuro e pacifico possesso” che gli avrebbe garantito la proprietà delle terre. (16 dicembre 1840) Due testimoni escussi, erano membri del Consiglio Comunitativo, quest’ultimo ancora all’oscuro della pratica in corso, quanto ne venne informato, resosi conto che la pratica avrebbe potuto chiudersi a favore del Bertoleoni Poli, intervenne scrivendo direttamente al Viceré. (9 febbraio 1841) In questa lettera i Consiglio riconosceva a Bertoleoni Poli il trasferimento, per cause non note, di lui e della sua famiglia nell’isola di Santa Maria, dove aveva impiantato un orto e una vigna, ma negando che egli avesse operato la chiusura degli appezzamenti, che risaliva ai tempi antichi. Contemporaneamente il Consiglio chiedeva, che in occasione della prossima divisione delle terre, l’isola di Santa Maria fosse ricompresa nelle terre da assegnare. Nella lettera informava, inoltre, che alcuni pastori maddalenini, portavano a pascolare le loro bestie nell’isola e il Bertoleoni Poli con vari sotterfugi li allontanava oppure spostava le loro bestie nelle isole vicine, senza il permesso dei proprietari. Quindi il Consiglio chiedeva al Viceré che al Bertoleoni Poli fosse riconosciuta la proprietà solo di una piccola parte dell’isola di Santa Maria. Il Consiglio stilò un elenco di quei maddalenini che, a suo dire, avevano occupato abusivamente le terre. Dell’elenco facevano parte maddalenini come: “Stefano Girolamo padre e figlio Simone prepotenti, che hanno chiusa un’isola di nome Abbatoggia, come per abbeveratoi pubblici, signor Pietro Azara chiuse le strade della marina; nelle isole intermedie hanno chiuso i terreni comunali pregiudicanti alla agricoltura del seminerio in Santa Maria Giuseppe Bertoleoni e Donato “Dono” Berretta in isola di Spargi. La confusione era molta e per mesi la situazione rimase in stallo.

27 luglio

Il sovrano approva una generale riforma dell’ordinamento giudiziario e dell’amministrazione della giustizia nell’isola: vengono aboliti i tribunali d’eccezione, come quello del Regio Patrimonio; s’istituiscono i tribunali collegiali e i giudici mandamentali; si attribuiscono alla Reale Udienza funzioni di Corte suprema, mentre si ridisegna l’intero sistema, strutturandolo in 6 tribunali da cui dipenderanno 85 mandamenti distribuiti su tutto il territorio dell’isola: l’organizzazione giudiziaria del regno diventa sempre più somigliante a quella degli stati di terraferma.

21 dicembre

Un editto regola il problema della ripartizione fra gli ex vassalli delle spese dei riscatti poste a carico dei singoli comuni.