CronologiaMillenovecento

Correva l’anno 1935

L’Ilva è in II divisione, i giocatori sono Olivieri, Cenni, Mangini, Sarni, Padua, Barago, Canova, Tamagnini, Fiaschi, Salvadori, Girardi. L’Ilva visse un periodo di grande splendore alla fine degli anni trenta, incontrò squadre blasonate come Triestina, Ambrosiana, Genoa, Roma, giunte in Sardegna per scopi propagandistici. Con l’inizio della seconda guerra mondiale l’attività agonistica fu sospesa sino alla fine del conflitto.

Inaugurazione del cinema Splendor.

Francesco Filigheddu è il nuovo parroco di Santa Teresa. Ricoprirà l’ufficio fino al 1962.

7 gennaio

Pierre Laval e Benito Mussolini firmarono gli accordi che stabilivano la base per la risoluzione di tutte le controversie coloniali. La Corsica, ovviamente, non era una di queste. Sull’isola, questi accordi sono stati ben accolti.
Tuttavia, nel giugno del 1935 si vociferava che ci potesse essere una vendita delle isole di Lavezzi e Cavallo dipendenti dal comune di Bonifacio. Le isole Lavezzi e Cavallo, di proprietà della famiglia Tertian, sono ancora sfruttate per l’allevamento dal pastore Noël Culioli che le gestisce in affitto. Le autorità locali erano molto preoccupate. Queste isole furono affittate e vi allevava suini e buoi per la famiglia Tertiana, proprietaria dell’arcipelago.
Questi isolotti, vere sentinelle di fronte alla Corsica nello stretto di Bonifacio erano, si capirà, molto ambiti.
Gli italiani avevano fatto offerte vantaggiose perché sapevano che queste isole potevano essere effettivamente utilizzate in caso di conflitto.
Ma a Bonifacio stava per alzarsi una sorta di sommossa, nel tentativo di fermare questa vergognosa vendita. Organizzatore era un sacerdote: padre Bernard Maestroni (padre Bernà) parroco di Bonifacio.
Pré Bernà (nella foto) contattò con il signor Callonico, patrono del motoscafo “Salomé” ed organizzarono un pellegrinaggio alle isole Lavezzi dove si trovano i due cimiteri del naufragio del “Semillante” (700 morti il 15 febbraio 1855). Oltre un centinaio di persone, molte delle quali sono notabili, partecipano al pellegrinaggio.
Durante l’omelia, padre Bernard Maestroni esortò tutti i francesi, la sua voce fu ascoltata. L’arcipelago non fu venduto e rimase francese. Joseph Carrega è sindaco di Bonifacio.

5 febbraio

Ormeggia a La Maddalena la “Regia nave Aurora”, nave destinata come panfilo del capo del governo Benito Mussolini e per dieci anni era nelle sue disponibilità esclusive. L’Aurora (già Marechiaro) è stata una cannoniera della Regia Marina.
Varata nel 1904, la nave era in origine il panfilo a ruote britannico Taurus, che tra il 1904 ed il 1905 era stato acquistato dalla Marina imperiale austroungarica e, armato e sottoposto a lavori che avevano comportato l’eliminazione delle ruote e la conversione alla propulsione ad elica, era stato ribattezzato Nirvana. Lungo 79,6 metri, dislocava 1220 tonnellate in carico normale e 1388 a pieno carico ed era propulso da un apparato motore composto da una caldaia e due macchine alternative a vapore della potenza di 1700 HP, che consentivano una velocità di 14 nodi. Durante la prima guerra mondiale la nave non svolse ruoli di rilievo, e dopo il conflitto, con la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico e della sua Marina, passò alla Regia Marina come preda di guerra. Sottoposto nel 1923-1924 a lavori di risistemazione, il panfilo, ribattezzato Marechiaro, entrò in servizio sotto bandiera italiana nel 1924. Dislocato dapprima in Mar Rosso e successivamente trasferito in Egeo, il Marechiaro operò in tali possedimenti sotto il controllo dei governatori locali. Tra il 1927 ed il 1928 la nave vene sottoposta a radicali lavori di rimodernamento: lo scafo fu allungato di venti metri portando il dislocamento a pieno carico a 1501 tonnellate, e l’apparato motore fu sostituito da uno nuovo di potenza doppia, che consentì di aumentare di un nodo la velocità. La nave, ribattezzata “Regia nave Aurora”, venne quindi destinata come panfilo del capo del governo Benito Mussolini e per l’occasione gli interni vennero ridisegnati dall’architetto Melchiorre Bega e adattati per ospitare il Duce e i suoi ospiti. Così riallestita la nave per dieci anni operò come panfilo del Capo del Governo. Nel 1930 sbarcò i quattro pezzi da 76/40 mm, sostituiti con due cannoni da 57/43 mm. Nel 1938 la nave venne riclassificata cannoniera. All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940, l’Aurora non era inquadrata in alcuna formazione, bensì posta sotto il diretto controllo di Supermarina. Essendo un’unità minore, non prese parte ad eventi bellici di rilievo. Intorno al 1941 la nave venne impiegata anche come nave bersaglio e nave scuola telemetristi. Successivamente alla proclamazione dell’armistizio, nel settembre 1943, l’Aurora, al comando del tenente di vascello Attilio Gamaleri, lasciò la base di Pola, dove si trovava, diretta verso sud, per raggiungere un porto rimasto sotto il controllo italiano od alleato. Intorno alle tre di notte dell’11 settembre 1943, tuttavia, al largo di Ancona, la cannoniera s’imbatté nelle due motosiluranti tedesche S 61 ed S 64, partite da Taranto e dirette a Venezia. La S 54, portatasi per prima nei pressi della nave (che navigava oscurata), le ordinò di fermarsi, non ricevendo tuttavia risposta: a quel punto la motosilurante tentò di lanciare un siluro, ma non vi riuscì per un guasto. Immediatamente dopo la S 61 si portò all’attacco e lanciò due siluri, uno dei quali poté essere evitato dalla nave italiana, ma l’altro andò a segno: scossa dallo scoppio delle caldaie, l’Aurora affondò nel giro di alcuni minuti ad una decina di miglia dalla costa. Scomparvero con la nave 26 uomini, mentre i 62 superstiti (tra cui il comandante Gamaleri) vennero recuperati dalle motosiluranti tedesche.

23 febbraio

Il nuovo Podestà Giuseppe Cappio, prende il posto di Giacomo Pala. Il Cappio rimarrà in carica fino al 10 ottobre, quando viene a sua volta sostituito da Commissario Prefettizio Giulio Azara.

19 aprile

Al campo sportivo alla presenza del Segretario del Fascio, ha avuto luogo l’inaugurazione della stagione atletica del Fascio Giovanile di Combattimento. Agli organizzatori ha rivolto un breve discorso il Segretario del Fascio, il quale ha illustrato i benefici che lo sport arreca allo spirito e al fisico. Indi il camerata Masu, Addetto allo sport, ha tenuto una lezione teorico-pratica sulle varie specialità dell’atletica. Ha avuto in seguito l’eliminatoria Comunale del Gran Premio dei Giovani. Eccone la classifica: Lancio della palla di ferro: 1° Rivano; 2° Sechi; 3° Marzoli. Salto in lungo: 1° Casella; 2° Sanna e Marzoli. Corsa piana m. 1.000 : 1° Bargone; 2° Rivano; 3° Poggi. Lancio del disco: 1° Rivano; 2° Pistolozzi; 3° Bargone…..

6-7 giugno.

Partono da Cagliari alla volta dell’Africa orientale i fanti della divisione ‘‘Sabauda’’. Mussolini e lo stato maggiore del fascismo (Ciano, Starace, Valle ecc.) in Sardegna per salutare i reparti. Mussolini visita la Sardegna.

10 giugno

Seconda visita di Mussolini a La Maddalena e Caprera, con Ciano e Storace, per ispezionare le strutture militari. L’ingegner Giuseppe Cappio ricopre l’incarico di podestà dal mese di febbraio al mese di ottobre. Arrivò in divisa della milizia, venne in visita a La Maddalena, dopo aver concluso un viaggio in Sardegna, a rendere onore alla tomba dell’Eroe dei due Mondi. A riceverlo fu il Generale Porta, con un plotone di militari delle forze armate presenti nella Piazza. La cerimonia in piazza Umberto I alla presenza di quasi la totalità dei maddalenini), ma anche (coincidenza?) l’arrivo dell’acqua corrente nelle case. Finalmente l’Isola ha il suo acquedotto, gli acquaioli vanno in pensione ed i vari pozzi e fontanelle saranno solo un ornamento ed un ricordo per le famiglie isolane, una di quelle conquiste che non si dimenticano. È di quegli anni anche lo spostamento del campo di gioco al Comunale, allora all’avanguardia, oggi di retroguardia. In piazza Umberto I (o piazza Comando) nascerà una piazza con fontana (u zampillu 1936) e fasci littori ai lati che verranno abbattuti alla fine della guerra. Negli anni ’30 la linea ferroviaria Palau – Tempio e la strada Palau-Arzachena-Olbia avevano dato un volto nuovo alla Gallura ed all’Arcipelago. Non più via mare per Golfo Aranci e Terranova, ma col postalino in 15 minuti verso Palau e poi in corriera per Olbia e Continente.

20 giugno

Il quotidiano cagliaritano L’Unione Sarda, pubblica l’elenco degli alunni meritevoli e promossi del Ginnasio maddalenino. Si noti che il Ginnasio in quel periodo prevedeva un corso quinquennale al quale si aveva accesso direttamente dalle elementari e che consentiva di approdare ai tre anni di Liceo. Solo successivamente è stata varata una riforma che ha istituito la scuola media triennale ed il quinquennio del Ginnasio-Liceo.

18 luglio

Apprendiamo da un articolo pubblicato sul quotidiano L’Isola, di una riunione svoltasi al campo sportivo maddalenino con la partecipazione di due pugili isolani (Orlando Maurelli e Gino Deligios) appartenenti alla Accademia Pugilistica La Maddalena. Viene anche citata la presenza del grande Gavino Matta, fortissimo atleta sassarese protagonista di una carriera ricca di successi a livello nazionale ed europeo, ricordato in particolare per una immensa ingiustizia subita alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Matta, dopo aver dominato la finale dei pesi mosca, tra lo stupore generale si vide assegnare solo la medaglia d’argento mentre l’oro andò al tedesco Kaiser, palesemente favorito nel verdetto per compiacere un “personaggio” allora molto importante. (Gianni Vigiano)

21 giugno

Viene ghigliottinato a Bastia, in Piazza San-Niculaiu, l’ultimo grande bandito còrso, Andria Spada. Le origini del banditismo corso si possono rintracciare nell’istituto sociale “vendetta”, o “vindetta còrsa”, cioè nel delitto d’onore. Va tenuto conto, poi, che nella società còrsa l’amministrazione della giustizia veniva affidata agli anziani del clan, una situazione ratificata anche negli “Statuti civili e penali” genovesi. Il banditismo ha avuto il suo massimo tra il XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Il declino è stato dovuto alla cattura e uccisione dei grandi capi del banditismo insulare e la trasformazione della Corsica (anche con l’arrivo dei pieds noirs dall’ex Algeria francese): quale conseguenza, il banditismo è scemato ed è quasi tutto confluito nella lotta indipendentista del FLNC e nella mafia corsa, quest’ultima molto più redditizia. Una delle zone di maggior diffusione del banditismo corso era la Castagniccia.

ottobre
Il cavalier Giulio Azara è nominato commissario prefettizio; ricoprirà l’incarico fino al gennaio del 1936.

3 ottobre

Alle cinque del mattino, senza dichiarazione di guerra, le truppe italiane invadono l’Etiopia.