CronologiaMillenovecento

Correva l’anno 1936

Viene inaugurata la nuova fontana in piazza Umberto I (piazza Comando) per i maddalenini sarà per sempre “U zampillu”.

La chiesa di Sant’Erasmo di Bonifacio, nata alla Marina nel XIII secolo come cappella, viene ingrandita e dotata di due piccole cupole. Bonifacio conta 3268 abitanti.

L’ingegner Giuseppe Cappio è ancora podestà di La Maddalena; sarà sostituito, in marzo, da Giulio Azara nella veste di commissario prefettizio e, in seguito, di podestà.

Attivato il faro sull’isolotto più settentrionale dei Barrettini, chiamato dai maddalenini “U Gottu”. La denominazione ufficiale lo definisce faro di Corcelli.

La popolazione di La Maddalena raggiunge la cifra record di 16.227 abitanti, dei quali 6.046 censiti come “occasionali”: sono i militari e i civili che in quegli anni arrivano numerosi a causa dei nuovi programmi di difesa.

Il Comando Militare cede i locali in disuso della batteria di Petecchia, che diventano casa di tolleranza: la tenutaria è Filomena Carbonetti.

Giovan Battista Pangrani è nominato commissario prefettizio di Santa Teresa. Ricoprirà l’incarico fino al 1938.

Correva l'anno 19362 aprile

Anche il piccolo Ospedale Garibaldi, può vantare il suo primo nato, si tratta di Francesco Terrazzoni che verrà ricordato anche come apprezzato pittore isolano. L’ospedale (per i maddalenini, l’Ospedaletto Garibaldi) fu eretto dalla famiglia di Ricciotti Garibaldi, acerrimo rivale della sorellastra Clelia, in perenne lite giudiziaria tra di loro. La famiglia di Clelia rispose con l’asilo “Francesca Garibaldi”, nel gioco di accaparramento della benevolenza dei maddalenini.

21 aprile

Censimento straordinario detto ‘‘dell’Impero’’. La Sardegna ha ora 1.036.000 abitanti, in 278 comuni (118 in provincia di Cagliari, 72 in provincia di Sassari, 88 in provincia di Nuoro). I comuni sono stati drasticamente diminuiti in base a leggi del 1927-1928. La Maddalena conta 10.968 residenti, ma si arriva a 16.277 abitanti, contando i civili e il personale militare di stanza nella Base.

9 maggio

Conquistata Addis Abeba, Mussolini annuncia che il Regno d’Italia è diventato un Impero. I caduti sardi nella guerra sono 95.

12 giugno

Nasce a La Maddalena Antonio (Anto’) Capitoni, fortissimo attaccante della Grande Ilvarsenal. Capitoni gioca negli anni d’oro della squadra bianco-celeste e si distingue per la regolarità del rendimento che accompagna con una elevata capacità di andare a rete. Nel ripercorrere la sua carriera emerge che inizia da ragazzino diventando presto un punto di forza di quella squadra che poi lascia a soli 26 anni nel periodo in cui lui esprime le migliori prestazioni. L’esordio risale al 2/11/1953 nella partita Ilva-Gallura Tempio terminata 1-1 con rete di Pasqualino Pais; quel giorno l’Ilva scende in campo con: Rubbiani; Di Fraia, Origoni; Marini, Sabatini, Acciaro; Faiella, Pais, Capitoni, Zonza, Orecchioni. Capitoni vanta già doti tecniche e atletiche di rilievo, conquista un posto stabile in formazione e contribuisce alle fortune di una squadra che presto dominerà la scena calcistica regionale. Nel quadriennio dal 1958 al 1962 infatti l’Ilva, imbattuta sul proprio terreno, arriva per due volte seconda (preceduta dal Calangianus) e poi vince i due tornei successivi, con Capitoni che in questo periodo realizza più di 50 reti in 109 partite. Nel 1960-61 è il capocannoniere del torneo con 16 reti e nella stessa stagione contribuisce alla conquista del secondo posto nel torneo nazionale dilettanti, con la vittoria sfumata il 30/7/1961 nella sfortunata finale persa al Flaminio di Roma contro il Borgomanero. Dopo un’altra cavalcata vincente, conclusa con la promozione in Serie D, Capitoni – ancora giovane ed in grande forma – lascia il calcio per dedicarsi agli intervenuti impegni di lavoro. Disputa la sua ultima partita ufficiale con l’Ilvarsenal il 24/6/1962 a Narni negli ottavi di finale del torneo nazionale persi ai calci di rigore dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari; quel giorno giocano: D’Oriano; Vitiello, Comiti; Serra, Bruno Scanu, Pisano; Juliucci, Paoli, Filinesi, Capitoni, Giovanni Scanu. In carriera indossa solo la maglia bianco-celeste con la quale gioca 160 partite realizzando una settantina di reti. Giocatore tecnico e potente Capitoni vanta il pezzo migliore del suo repertorio nel colpo di testa; oltre a disporre di una grande elevazione ha infatti la preziosa capacità di giocare in “terzo tempo” fermandosi un attimo in aria per poi impattare la sfera con eccezionale potenza. Per questa sua dote viene battezzato “testina d’oro” e proprio nel gioco aereo riesce a dimostrare quella cifra realizzativa che ne caratterizza l’intero percorso agonistico e, come visto, nel 1961 lo consacra anche miglior marcatore del campionato. (Gianni Vigiano)

17 luglio

Tentativo di colpo di stato dei generali ribelli per rovesciare il governo popolare della Repubblica spagnola. Inizia la guerra civile.

agosto

Per “adeguare almeno in parte la vita pubblica della cittadina di Santa Teresa a quella degli altri centri urbani dell’Era Fascista”, il podestà delibera l’acquisto di un orologio pubblico da sistemare sul campanile della chiesa.

12 agosto

Terranova. Sbarcano le prime ‘‘littorine’’ destinate alla rete ferroviaria sarda.

15 agosto

Muore a Roma, Grazia Deledda. Era nata a Nuoro il 27 settembre 1871. Nel 1926 le fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.

19 ottobre

Al maddalenino Giulio Azara (di Pietro Azara Buccheri e Maria Maddalena Millelire di Agostino) , nella sua veste di podestà, toccò l’onore di inaugurare l’acquedotto civico. Egli scriveva al ministro dei Lavori Pubblici: “Inaugurazione Civico Acquedotto che scioglie promessa amatissimo Duce esaudisce ardente voto popolazione maddalenina che mio mezzo ringrazia Eccellenza Vostra per valido appoggio accordato scopo alacre compimentoʺ.

4 novembre

Viene festeggiato il 40° anniversario di fondazione della Cooperativa Caprera.

10 novembre

Nasce a La Maddalena Giovanni Scanu, negli anni Cinquanta-Sessanta uno dei principali protagonisti del calcio maddalenino con la maglia bianco-celeste.
Ancora giovanissimo, l’allenatore Mario Paoli lo fa esordire nel campionato 1954-55 nel ruolo di ala sinistra (il 24/10/1954 Bosa-Ilva 5-0). È quella un’Ilva che, dopo l’esperienza del biennio 1950-52 nel torneo nazionale, fatica a ritrovare lo smalto dei giorni migliori. In quegli anni, anche per assolvere agli obblighi di leva, Scanu gioca saltuariamente mentre dal 1959 figura stabilmente nella squadra che, progressivamente rinforzata, compete per il titolo regionale. Sono le annate in cui la formazione base propone Scanu I e Scanu II (il fratello Bruno nel frattempo inserito nell’organico). Tre volte secondi, due campionati vinti, la sfortunata Serie D chiusa con l’immeritata retrocessione, l’immediata risalita sfumata alle finali per opera dell’Olbia, l’Ilva baby che ci riprova dopo una felice opera di ringiovanimento ed ancora un secondo posto che premia l’Alghero: questa la sequenza dei campionati che Giovanni Scanu ha vissuto da protagonista.
Dopo oltre 220 presenza in bianco-celeste, con una settantina di reti all’attivo, gioca la sua ultima gara con l’Ilva il 14/5/1967 (Ilvarsenal-Arzachena 3-0). Nei due campionati 1967-69 milita poi nel Palau giocando 33 partite con 9 reti. Dopo una breve esperienza da allenatore-giocatore con il Maddalena si dedica infine al settore giovanile dell’Ilva.
Dotato di buona tecnica, Giovanni Scanu univa al vigore atletico una solida tempra agonistica: doti che, dopo le prime esperienze in attacco, gli hanno consentito di ben figurare sia a centrocampo che da terzino sinistro, ruolo nel quale ha giocato l’intero campionato di Serie D. Calciava bene con entrambi i piedi e concludeva in modo efficace realizzando in carriera parecchie marcature, talvolta decisive. (Gianni Vigiano)