CronologiaMillenovecento

Correva l’anno 1948

Nel 1948, con la nascita delle Scuole Materne Autonome Sarde, venne aperta una scuola materna a Moneta che sostituì quella privata gestita dalla Marina. I locali erano dapprima quelli della Caserma Sauro, messi a disposizione dalla Marina e in seguito a quelli del C.R.A.L .(Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori) fino a quando il Comune non ha costruito l’attuale sede delle Delle Scuole Elementari e della Scuola Materna. La Caserma Sauro ospitava anche una grande sartoria, gestita dalla Marina Militare, che offriva lavoro a tutte le donne che sapevano cucire. I militari fornivano i capi tagliati e tutto quanto occorreva per confezionare calzoni, giacche, mutande, camice, asciugatoi, panciere. Nonostante l’Amministrazione Militare avesse tentato di impegnarsi negli aiuti in tutti i settori e si fosse dimostrata spesso disponibile a concedere i locali per svariate attività, sembrava piuttosto insensibile alle esigenze di natura spirituale, per cui la chiesa ebbe difficoltà ad inserirsi nel corpo sociale della comunità operaia di Moneta e dovette trovare ospitalità al di fuori della struttura militare, presso un edificio privato, prima di trovare, sempre al di fuori della Moneta Militare, una definitiva sede per il culto. Tuttavia anche il circolo, detto il “Risorgimento”, principale luogo di svago e di divertimento aveva sede fuori dagli impianti militari. Il locale era aperto tutte le sere e spesso, durante la settimana, venivano proiettati film muti accompagnati in sordina dalla musica di un orchestrina che eseguiva brani musicali adeguati alla trama e alle sequenze della pellicola, all’epoca piva del sonoro. Un’alta attività rivestiva un ruolo importante per la vita sociale e culturale di Moneta, per iniziativa di Casali Menotti che in una stanza della propria casa aveva allestito un teatrino, con le quinte dipinte da lui stesso, dove capitava talvolta di ospitare delle compagnie teatrali vere e proprie provenienti dal continente. L’esempio di Moneta rappresenta una singolare tappa nel tentativo di dare soluzione al problema della residenza operaia, questa particolare esperienza urbanistica si esaurisce e si risolve, tuttavia, nell’incapacità di offrire, da parte dello stato, una risposta sufficiente alle istanze sociali generali della classe operaia locale.

Si demolisce il vecchio cimitero in disuso, ormai raggiunto dall’espansione urbana: con la distruzione dei monumenti funerari si perdono importanti memorie del passato con grave danno per il patrimonio culturale della comunità. Le lapidi di Luigi Gusmaroli e del Maggior Leggero, riutilizzate per una tomba nel nuovo cimitero, verranno recuperate nel 1995, grazie alla sensibilità della famiglia Campus che le riconsegnerà al Comune.

A Palau, apre il primo locale cinematografico nella piazza della chiesa.

A Santa Teresa, si riaprono le classi della Scuola elementare di Saltara e La Colba. Cessione del terreno comunale alla Regione per la costruzione della Scuola Materna a San Pasquale.

25 gennaio

L’Assemblea costituente inizia la discussione sul progetto di Statuto speciale per la Sardegna e lo approva dopo solo tre sedute il 31 gennaio.

31 gennaio

Nasce la Regione autonoma della Sardegna; «La seduta termina alle ore 22.» Sono le 22 del 31 gennaio 1948. Nelle ultimissime ore della sua esistenza l’Assemblea Costituente approva lo Statuto speciale della Regione sarda (destinato a diventare, con la pubblicazione sulla «Gazzetta ufficiale», la legge costituzionale n. 3). Lo approva alla fine di tre giornate di discussione piuttosto frenetiche: il 28, il 29 e il 31 gennaio, con una brusca interruzione dovuta all’improvvisa opposizione di Luigi Einaudi, vicepresidente del Consiglio e ministro del Bilancio, messo in crisi dagli articoli sull’autonomia finanziaria della Regione: «L’Assemblea Costituente nel discutere questo articolo [è l’art. 8] deve guardare chiaramente alla conseguenza che esso ha dal punto di vista generale per il bilancio dello Stato – ha detto a un certo punto della discussione –. Se vi è un povero, in primo luogo esso è il bilancio dello Stato». Questa discussione in extremis e l’opposizione di Einaudi, superata soltanto con la mediazione di De Gasperi e la compattezza dei deputati sardi (che all’inizio della discussione si sono costituiti in «gruppo»), sono dei brutti segnali. A partire dalla primavera del 1947, quando si è rotta la cosiddetta «unità antifascista» e comunisti e socialisti sono stati estromessi dal Governo, l’entusiasmo regionalista dell’Assemblea si è molto attenuato: c’è stato anche un brusco ribaltamento di posizioni, con i democristiani – eredi dell’autonomismo sturziano – molto attenti a non allentare il cordone ombelicale fra Stato e Regioni e le Sinistre, invece, rapidamente passate da posizioni di centralismo «alla russa» ad un sostegno forte delle rivendicazioni regionali. Nella discussione finale i deputati sardi hanno resistito, mantenendo tutta la coesione che si poteva mantenere: i democristiani Gesuino Mastino e Salvatore Mannironi non hanno, nella battaglia parlamentare per l’approvazione dello Statuto, un ruolo meno rilevante di quello dei comunisti Renzo Laconi e Velio Spano e dello stesso «padre» storico dell’autonomismo isolano, il sardista Emilio Lussu.

26 febbraio

Con Legge Costituzionale n. 3 è promulgato lo Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna.

marzo

“All’inizio di marzo si diede vita al Comitato Civico di La Maddalena, durante una riunione molto accesa, e a tratti polemica, che si tenne al cinema Splendor”.
“Arrivarono anche da noi i segni della modernità: al cinema Splendor fu collocata la prima macchina per “cinemascope”, e il 30 ottobre 1955 venne data la prima proiezione col nuovo sistema”.
“Laddove le loro proposte non sembravano vantaggiose, non c’era alcun riguardo a rifiutare.
Fu così per il contratto d’affitto del cinema Splendor, più volte richiesto da parte degli americani e sottoscritto solamente quando le condizioni furono ritenute favorevoli per la parrocchia e la comunità dell’isola”. L’opera venne edificata tra il 1930 e il 1935, con il concorso di giovani dell’Azione Cattolica e di altri volontari, sotto l’impulso di Don Capula.
Dapprima fu adibito a teatro, poi a cinema-teatro fin dai tempi del muto. (Giancarlo Tusceri)

18 aprile

Vittoria della DC nelle elezioni politiche. Nell’isola ottiene il 51,19% dei voti. Tra in vari candidati, troviamo anche un nome eccellente di una maddalenina molto particolare, si tratta di Clelia Garibaldi candidata col Partito Repubblicano Italiano, ma non venne eletta. Vedi anche: 1948. Le elezioni del 18 aprile

1 maggio

Muore a Roma Giovanni Sechi; Ammiraglio e uomo politico (Sassari, 7 gennaio 1871 – Roma, 1 maggio 1948). Ministro della Marina, senatore del Regno. Dopo aver frequentato l’Accademia Navale di Livorno, percorse una brillante carriera giungendo ancora giovane al grado di ammiraglio. All’indomani della prima guerra mondiale fu ministro della Marina prima nel governo Nitti e quindi nell’ultimo governo Giolitti, nel periodo fra il giugno 1919 e il luglio 1921. Nel luglio 1919 era stato nominato senatore. Studioso di problemi della Marina italiana, scrisse anche su Il trattato di Locarno e l’equilibrio mediterraneo, 1926, sul comandante Ribetti, 1929, e l’armatore Rubattino, 1930. Contribuì a rafforzare la posizione di La Maddalena come piazzaforte marittima.

22 maggio

Nel governo De Gasperi Antonio Segni è ministro dell’Agricoltura e Foreste.

4 luglio

Il IX Congresso del PSd’Az, che si tiene a Cagliari, si conclude con la scissione guidata da Lussu che dà vita al Partito Sardo d’Azione Socialista.

20 luglio

Muore a La Maddalena dove risiedeva da lunghi anni, Antonio Cappai, già capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di La Maddalena e fondatore della gloriosa squadra dell’Ilvarsenal. La Nuova Sardegna riporta: “Nota triste ….. Muore Antonio Cappai, funzionario di alto valore, progettò e diresse la costruzione di importanti opere pubbliche e di molti edifici privati non senza dedicarsi all’esercizio della libera professione, assolvendo numerosi e delicati incarichi, sempre portando in ogni carica il prezioso contributo della sua intelligenza, della sua competenza e soprattutto della sua più scrupolosa rettitudine. Per queste sue preclari doti, e per il suo animo buono, egli contava una vasta rete di simpatie e amicizie, pe cui oggi la sua scomparsa ha generato generale rimpianto“.

13 novembre

Un sisma prossimo al 6° grado della scala Mercalli con epicentro in mare, nelle acque del Canale di Sardegna. verso la Tunisia. Scosse anche in Gallura (quattro a Tempio), piccolissimi danni solo agli edifici. A Tempio altre scosse telluriche si ripeteranno il 9 dicembre. L’ultima manifestazione di questo fenomeno registrata in Sardegna risalirebbe al 17 agosto 1771. L’epicentro si presume in Corsica.

5 dicembre

Nasce a La Maddalena, Nino Catuogno, calciatore e allenatore dell’Ilvamaddalena.
Negli anni sessanta la scuola calcistica maddalenina si qualifica per il valore dei propri giovani, in grado di garantire squadre interamente formate da elementi isolani; e Nino è uno dei “golden boys” di quel periodo. Cresce nel prolifico vivaio bianco-celeste sotto la sapiente guida di Salvatore Zichina e già da pulcino si mette in evidenza; nel giugno 1961 partecipa infatti ad un raduno nazionale N.A.G.C. a Coverciano classificandosi al terzo posto nel “percorso tecnico”.
Conferma il proprio talento in una fortissima squadra juniores e, appena quindicenne, merita l’esordio in prima squadra (5/4/1964: Ilva-Bosa 10-0). E’ quella la Grande Ilva, e per capire come un ragazzino potesse vivere quella esperienza basta rileggere la formazione: D’Oriano; Vitiello, Leonardi; Serra, Scanu B., Pisano; Filinesi, Paoli, Magni, Scanu G., Catuogno; con l’esordiente che sostituisce un altro grandissimo: Giannino Petri. L’anno successivo gioca con maggiore frequenza mentre nel 1965/66 disputa un grande campionato da titolare in una squadra di giovanissimi battezzata Ilva Baby (vedi foto), 12 i suoi gol in 27 partite. Catuogno viene seguito dal Cagliari che a fine stagione lo acquista insieme ad Antonello Murri. Con i rossoblù in momenti diversi trascorre alcune stagioni, prima aggregato alla Primavera e poi alla squadra De Martino. Il 10 giugno 1970 esordisce con la prima squadra al Sant’Elia in una partita ufficiale di Coppa Italia (Cagliari-Varese 0-0). In questi anni ha anche l’opportunità di giocare in prestito nel campionato meridionale delle Serie D con l’Angri e di rientrare per qualche stagione all’Ilva, anche per assolvere ad impegni di studio. Sono anni in cui i bianco-celesti competono sempre per le posizioni di vertice e Catuogno, dopo stagioni giocate ancora da punta inizia ad arretrare la propria posizione in campo occupando il naturale ruolo di centrocampista, operando preferibilmente sulla trequarti. Con la maglia bianco-celeste disputa 10 campionati e colleziona circa 250 partite e 80 reti; la sua ultima gara risale al 5/6/1977 (Porto Torres-Ilvarsenal 1-0). Calciatore dotato di talento naturale, Nino riesce ad esprimere una elevata qualità tecnica ed una innata intelligenza tattica; con la maturità diventa poi un punto di riferimento per i più giovani: detta il passaggio e riesce a giocare con disinvoltura anche nelle situazioni più complesse. Un grande calciatore!
Nel 1977/78 inizia l’esperienza da allenatore-giocatore con il Maddalena in 1a categoria guidando la squadra in alcuni campionati di alta classifica. Passa poi all’Arzachena dove si ferma nei tre anni che lo consacrano allenatore vincente grazie a due promozioni consecutive dalla 1a categoria all’Interregionale. In questo periodo frequenta a Coverciano il corso che lo qualifica allenatore di 2a categoria.
Nel 1984/85 assume la guida dell’Ilva in un buon torneo di Interregionale (chiuso al settimo posto). Negli anni successivi alterna alla panchina isolana esperienze con altre società (Ozierese, Calangianus, Palau). Da ricordare il campionato 1992/93, ultimo disputato dall’Ilva e chiuso con la promozione in Eccellenza mentre l’anno successivo, dopo la fusione, è il primo allenatore dell’Ilvamaddalena con la quale, dopo un campionato di transizione, approda nel torneo Nazionale Dilettanti a seguito di una cavalcata vincente nell’Eccellenza. In diversi momenti conduce ancora la squadra isolana sempre con risultati di buon livello; ad oggi i campionati sulla panchina isolana sono dieci. Dal lato tecnico si caratterizza per la grande applicazione, si tiene sempre aggiornato e segue nel tempo le evoluzioni che il calcio propone anche in contesti superiori; è il primo tecnico che all’Isola – già nel 1992 – imposta la squadra a zona.
Negli anni successivi cura i giovani calciatori allenando ragazzini di varie categorie mentre negli ultimi anni assume l’incarico di Responsabile Tecnico dello stesso Settore Giovanile, lavoro che lo appassiona e che esercita con ottimi risultati. Sempre vicino alla società non si sottrae peraltro dall’assumere altri incarichi, con immutato entusiasmo e con grande serietà, sempre nell’interesse di una società che ormai frequenta da sessanta anni. (Gianni Vigiano)