CronologiaMillenovecento

Correva l’anno 1985

7 gennaio

Una vera tempesta ha investito tutte le isole dell’arcipelago. Il maltempo ha contribuito a far finire sulle secche il traghetto della Tirrenia che collega la Maddalena con Palau. Nell’incidente, che avrebbe potuto avere più gravi conseguenze, sono rimasti feriti tre marinai e due operai dell’arsenale militare.

8 gennaio

Una coltre di neve imbiancò Maddalena, erano parecchi anni che non nevicava all’isola.

23 gennaio

La Nave USS Fulton ritorna a La Maddalena per rilevare la USS Orion impegnata in una ristrutturazione riferita sopratutto all’utilizzo dei Cruise imbarcati. La Orion rientrò a S. Stefano il 18 aprile 1986 e vi si trattenne sin quasi alla sua radiazione nel 1993.

25 gennaio

In un servizio di un proprio inviato, L’Unione Sarda, anticipa le linee operative del piano segreto per l’emergenza nucleare di S. Stefano. Sarebbero previsti quattro centri di raccolta con docce ad acqua anti-neutroni, rilevatori di radioattività portatili, contenitori sigillati per materiali radioattivi. La parte logistica spetterebbe a Marisardegna, che conosce già le disposizioni contenute in un libro rosso da tempo a sua disposizione. Il centro operativo sarebbe costituito presso la prefettura di Sassari. Una volta definitivamente predisposto, il piano sarà oggetto di esercitazioni che coinvolgeranno anche la popolazione interessata.

11 febbraio

Il Pretore di La Maddalena condanna il Presidente degli Stati Uniti in una causa di lavoro intentatagli da 53 dipendenti civili della base americana.

21 febbraio

La sezione maddalenina di Italia Nostra lancia un allarme per l’inquinamento da nafta prodotto dalla presenza americana. L’associazione ambientalista denuncia che da alcuni mesi, e sempre più di frequente, si registrano forti rilasci di nafta intorno al punto di approdo della Nave appoggio americana. La macchia d’olio intorno alla base di Santo Stefano diventa enorme. Non si riesce a determinarne l’origine.

1 Marzo

Comiso è la sola base missilistica in Italia. Escludo che La Maddalena possa diventare base missilistica di lancio per missili da crociera. La Maddalena è una base militare italiana con infrastrutture realizzate col concorso di mezzi della Nato. Nessun sommergibile dotato di missile Cruise è finora sceso alla base“. Lo ha detto mercoledì alla Camera il ministro della Difesa Spadolini. Spadolini è intervenuto nel corso del “question time” (interrogazione a risposta immediata) per rispondere a quesiti attinenti problemi del suo dicastero. Sull’obiezione di coscienza il ministro ha riconosciuto i ritardi ancora esistenti nell’ esame delle domande da parte di cittadini che intendono svolgere il servizio civile anzichè quello militare. “Ciononostante in questi ultimi due anni – ha detto Spadolini – sono stati fatti notevoli sforzi per accelerare l’ iter: solo nell’84 sono state esaminate oltre 18 mila domande, cioè la totalità di quelle presentate più quelle arretrate“. Per il futuro il ministro ha comunque giudicato necessario “un ripensamento” della legge istitutiva del servizio civile. Spadolini si è quindi soffermato sul bilancio del suo dicastero (“l’Italia è agli ultimi posti tra i paesi della Nato riguardo alla dotazione finanziaria”) e sulla possibilità di istituire un servizio militare volontario (“l’esercito di popolo resta il presidio essenziale della Repubblica, anche se la lunga ferma appare in certi casi indispensabile, quando ad esempio si tratti di addestrare personale specifico all’ uso di armamenti sofisticati”).

24 aprile

Muore a La Maddalena, Nicolò Addis, cappellano dell’ospedale Paolo Merlo, per anni, insegnante, giornalista pubblicista e direttore di Radio Arcipelago. Era nato a Nulvi, in Anglona, il 21 luglio 1915, figlio di Nicolò e Vittoria Bezzu. Entrò in Seminario a Tempio in giovane età e venne ordinato sacerdote a 23 anni, il 31 luglio 1938 dal vescovo Albino Morera. Dal 24 agosto al 7 ottobre 1938 fu vice parroco di Badesi. Rientrato a Tempio fu per un anno circa prefettino e insegnante in Seminario. Il 13 agosto 1939 venne nominato parrcoco a Bulzi, ma il 10 ottobre dello stesso anno fu trasferito a Luras, prima in qualità di vicario parrocchiale e vicario economico poi, dal 28 luglio 1940 in qualità di parroco. Don Nicolino Adds aveva appena 25 anni. A Luras rimase sette anni, fino al 1 settembre 1957 quando, all’età di 42 anni fu nominato canonico della cattedrale di Castelsardo ed ancora insegnante del Seminario di Tempio. Il 1 dicembre 1961 ricevette l’incarico di cappellano dell’ospedale di Tempio, incarico che tenne per dieci anni, fino al 15 ottobre 1970 quando fu inviato ad Olbia, con l’incarico di cappellano dell’ospedale San Giovanni di Dio. Quando don Giuseppe Riva lasciò l’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena fu don NIcolino a sostituirlo dal 1 settembre 1977, collaborando attivamente, i primi anni con l’allora parroco don Capula, fino ad esser nominato direttore di Radio Arcipelago, incarico che lasciò bruscamente nel 1981 quando i rapporti col prete di Castelasrdo (Capula) si deteriorarono. Inizialmente abitò presso l’Istituto San Vincenzo poi in un appartamento in affitto, in via A. Magnaghi. Non era propriamente un bell’uomo, con quella testa un pò troppo grossa, basso e tozzo, qualche chilo di troppo a conferma di essere una buona forchetta, una voce dal timbro non esaltante. Ma era un uomo profondamente buono, con un cuore grande ed una vasta cultura. A La Maddalena ha insegnato per molti anni all’Istituto Magistrale. Conosceva bele il greco ed il latino, la filosofia e la storia.

25 maggio

Nasce il Premio Solinas, per rendere omaggio alla memoria dello scrittore e sceneggiatore isolano Franco Solinas, scomparso prematuramente nel 1982 ed autore del romanzo Squarciò, e di film come La battaglia di Algeri, Kapò e Queimada di Gillo Pontecorvo, L’Amerikano di Costa-Gavras e Mr. Klein di Joseph Losey. Ideato da Felice Laudadio su suggerimento di Gian Maria Volonté, il Premio Solinas, grazie all’adesione immediata e convinta di Franco Cristaldi, all’autorevole ed affettuoso sostegno di Gillo Pontecorvo e al lavoro generoso e appassionato della giuria di amici e colleghi, riuscì da subito a far meglio conoscere ed apprezzare il mestiere dello sceneggiatore. Il Premio, che avrà sede nell’ isola e verrà annualmente assegnato a partire dal 1986, prevede l’assegnazione di quindici milioni al vincitore e una qualche forma di incentivo alla realizzazione. E’ stata intanto nominata la giuria, della quale faranno parte il produttore Cristaldi (che la presiederà), gli sceneggiatori Arlorio, Pirro e Benvenuti, poi Pontecorvo, Volontè, Felice Laudadio che (assieme alla figlia di Solinas, Francesca) dell’iniziativa è stato promotore e l’onorevole Salvatore Mannuzzu. Nel corso degli anni il Premio Solinas diventerà un punto di riferimento unico nell’ambito della scoperta e la promozione di nuovi talenti e storie che hanno arricchito e rinnovato il panorama del cinema italiano. Nel 1985 vince il premio Solinas per la migliore sceneggiatura “Francesca Archibugi”.

2 giugno

Craxi a Caprera; “Pertini? L’ho trovato in ottima forma, elegante come un baronetto inglese”. La crisi economica e la relazione di Ciampi: “La ripresa non si è fermata. Certo però abbiamo bisogno di una ripresa più forte, più consistente, più duratura”. Il governo “forte”: “Se fosse sufficiente un governo forte, il Cile sarebbe il paese più sviluppato del mondo”. Gli incidenti di Bruxelles: “Al ministro degli Interni belga gliene ho dette di tutti i colori. Certo quella partita io non l’ avrei giocata, quella coppa io non l’ avrei presa…”. In viaggio per Caprera a onorare Garibaldi – disteso, sorridente, cordiale – Craxi più del solito si lascia andare a lunghe conversazioni con i giornalisti. Il discorso più curioso però lo fa a bassa voce, parlando con il sindaco della Maddalena, dandogli l’idea – perché no? – di riesumare la salma di Garibaldi. “Visto che fu imbalsamata sono certo che la troveremmo in perfette condizioni – sussurra -. Tempo fa, in gran segreto a Milano andammo a vedere Manzoni, fu aperta la tomba, e il corpo era conservato perfettamente…”. Il sindaco, un po’ intimidito, sorride e non sa bene cosa dire. “E’ il Comune che dovrebbe farsi promotore di questa iniziativa – incalza Craxi – sarebbe molto interessante”. La conversazione avviene nell’ombrosa “Casa Bianca” di Garibaldi, proprio accanto al letto di morte dell’ eroe, orientato verso la finestra che guarda la bruna costa di Corsica. Il presidente del Consiglio, “garibaldomane” della prima ora, è voluto venire qui a Caprera, nell’ eremo in cui il generale visse per 27 anni, a celebrare con un giorno d’ anticipo il centotreesimo anniversario della morte (che cade oggi). “E’ una cosa che farò sempre, fin che campo, vi ci dovrete abituare”, dice con un sorriso ai giornalisti durante il volo d’ andata, su un DC 9 militare, e a tutti vuole distribuire in regalo una grossa moneta con il busto di Garibaldi e dietro la scritta “il presidente del Consiglio”. “E’ in ricordo di questa nostra spedizione”, spiega. Una spedizione fatta di continui trasbordi: dall’ aereo all’ elicottero, all’ incrociatore della marina Andrea Doria al motoscafo: un blitz rapidissimo davanti a pochi spettatori, nessun turista, un po’ di gente del luogo, un impressionante numero di marinai schierati e neanche l’ ombra dei discendenti dei garibaldini in camicia rossa, i quali compariranno oggi, nell’ annuale e rituale appuntamento-ricordo dello sbarco a Caprera, quest’isola che l’ eroe dei due mondi definì “non infetta da servili”, abitata da gente “disdegnosa di piegar le ginocchia”. “Onore alla memoria del generale Garibaldi”, grida il comandante del picchetto della Marina nel piccolo cimitero dietro l’ orto, dove il generale è sepolto in un sarcofago di granito grezzo. Sei fischi alla banda per Craxi, e poi il silenzio fuori ordinanza. La piccola cerimonia dei discorsi ufficiali ha luogo, rapida e asciutta, nel cortile della casa-santuario, fra le querce e i corbezzoli, all’ombra dell’ormai gigantesco pino mediterraneo che Garibaldi piantò il giorno in cui nacque sua figlia Clelia. A fare gli onori di casa è l’ ingegnere Giuseppe Garibaldi, un pronipote. Il discorso di Craxi, più che commemorativo, è legato all’ attualità. Craxi esalta Garibaldi militare, patriota, uomo d’ azione, simbolo di volontà e fiducia, per arrivare a parlare dell’Italia di oggi: “Usare e diffondere il messaggio della fiducia – dice – significa anche oggi rendere il migliore dei servizi all’Italia che vuole avanzare e progredire”. E parla anche di disoccupazione, della necessità anzi, dell’imperativo di creare “nei prossimi anni milioni di nuovi posti di lavoro”. Al termine del suo discorso Craxi, che è accompagnato dalla moglie Anna in tailleur di lino bianco di Valentino e dal ministro per la Marina mercantile Carta, consegna in dono al sindaco, per il museo, la riproduzione di un calco in bronzo della mano destra del condottiero fatto nel ‘ 67, prima di Mentana. Dopo una rapidissima visita al museo, l’ intensa mattinata si conclude con una colazione offerta dal capo di Stato maggiore della Marina al Circolo Ufficiali della Maddalena: ostriche e aragosta, sotto un pergolato affacciato sul mare, come le finestre di Garibaldi orientato verso la Corsica.

24 giugno

Francesco Cossiga è eletto presidente della Repubblica al primo scrutinio con 752 voti su 977 votanti. Nei giorni successivi arriva in visita privata nell’isola.

28 giugno

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga sbarca a La Maddalena.

16 luglio

Accordo storico P.C.I. e D.C.; Democristiani e comunisti amministreranno insieme il comune della Maddalena. I due partiti – che possono contare su una maggioranza di 18 consiglieri su 30 – hanno raggiunto un accordo dopo che la Dc aveva rotto le trattative con il “cartello” laico-socialista. Alla base dell’accordo, una piattaforma programmatica approvata da entrambe le delegazioni che affronta i problemi derivanti dalla presenza della base statunitense nell’isola, una base d’ appoggio per sommergibili nucleari, e fissa le direttive per lo sviluppo urbanistico del comune. In base all’intesa – che dovrebbe durare per l’ intero quinquennio – la Dc avrà il sindaco e tre assessori, il Pci gli altri tre assessori. No all’ingresso del Pri nella giunta regionale sarda e critiche all’accordo Dc-Pci per la giunta del Comune della Maddalena in una nota della Voce Repubblicana. “Noi siamo nettamente contrari all’ ingresso delle forze laiche, e, per quanto ci riguarda, dei repubblicani – scrive l’ organo del Pri – nella giunta regionale di Melis entrata in crisi di rinnovata gestazione. Ma non possiamo astenerci dal rilevare, in questi giorni in cui si versano fiumi di inchiostro in materia di giunte, che le anomalie sarde non si limitano alla giunta regionale”. “La base Usa? Sì, certo, non rinunceremo al nostro ruolo di controllo, ma ad occuparsi di questi problemi, come sempre, sarà il governo”. Le bordate di contestazione romane guidate dal Pri non hanno scalfito il fair play del prossimo sindaco della Maddalena Antonio Fonnesu, democristiano di provata fede, tra gli artefici del compromesso storico con il partito comunista. E’ stato proprio l’ accordo per il governo di questo splendido arcipelago a Nord della Sardegna ad aver fatto montare tra le altre forze politiche una protesta che ha varcato il mare. Una serie di accuse legate agli impegni assunti a livello nazionale dal pentapartito per la formazione delle giunte ma anche al ruolo che nell’esecutivo potranno avere i comunisti in relazione alla presenza della Us-Navy. Tra i programmi già sottoscritti nell’ambito dell’alleanza Dc-Pci c’ è anche quello di rispettare il documento contro la base dei sommergibili a propulsione nucleare approvato dal Consiglio comunale nel novembre scorso. Una nota nella quale non venivano risparmiate critiche al governo per la politica di espansione militare perseguita nell’arcipelago. In quella circostanza erano state avanzate riserve anche su un mancato completamento della rete di monitor per il controllo della radioattività, sul fatto che non fosse mai stato divulgato il piano di evacuazione dell’isola, sugli squilibri creati nel tessuto sociale della Maddalena dal distaccamento americano. “E’ vero – spiega ancora Antonio Fonnesu – quell’ordine del giorno costituisce una premessa valida ancora oggi. Ma non bisogna dimenticare che è stato votato da tutte le forze politiche, comprese quelle che adesso contestano l’ accordo che noi democristiani abbiamo raggiunto con il Pci”. Quarant’anni, avvocato, una lunga militanza nelle fila dello scudocrociato, qualche precedente esperienza amministrativa di rilievo, il primo cittadino della Maddalena designato ufficialmente a ricoprire l’ incarico (anche se non è stato ufficializzato perché ieri sera le minoranze hanno fatto mancare in consiglio Comunale il numero legale) tende a smorzare le polemiche. “Non vedo proprio che cosa ci sia da stupirsi – aggiunge con l’ aria di non capire i motivi di tanto can-can. Noi e i nostri alleati abbiamo compreso che, al di là degli equilibri e delle scelte a livello nazionale, è indispensabile amministrare su scala locale. Abbiamo tanti problemi da risolvere se vogliamo restituire alla Maddalena il ruolo-guida che aveva in passato. E’ stato il polo laico ad interrompere le trattative con la Dc per la formazione della giunta. Che cosa avremmo dovuto fare? Democrazia cristiana e Partito comunista insieme, possono contare su una maggioranza di diciotto consiglieri. Gli altri dodici sono distribuiti tra Psi (quattro), Psdi (tre), Msi e Pri (due), Partito sardo d’ azione (uno). Ieri si è svolta la prima seduta del Consiglio comunale per l’ elezione del sindaco e della Giunta. I giochi, comunque, sono fatti. Ai democristiani, oltre che la carica di primo cittadino, sono andati due assessorati: Ambiente e Sanità e Lavori pubblici. Tre, invece, gli assessorati ai comunisti: Urbanistica, Finanze e Turismo.

23 luglio

Il democristiano Antonio Fonnesu è stato eletto sindaco della Maddalena con i voti della Dc e del Pci. Il consiglio comunale, riunito in seconda convocazione, ha anche eletto la nuova giunta che è composta da tre assessori democristiani e tre comunisti.

9 agosto

Fiducia alla nuova giunta di sinistra e laica di Mario Melis.

13 ottobre

Nuove installazioni militari nell’isola di Santo Stefano? A porsi l’ interrogativo sono stati i due consiglieri comunali socialisti della Maddalena venuti a conoscenza di piani di potenziamento della Marina italiana nel territorio, in parte già occupato dalla base d’ appoggio per i sommergibili della Us-Navy. Nella loro dettagliata interrogazione i consiglieri socialisti Franco Tamponi e Giuseppe Aramu osservano che, se il progetto venisse attuato, l’ isoletta di Santo Stefano ricadrebbe quasi interamente sotto la giurisdizione militare. Una situazione che, di fatto, ostacolerebbe qualsiasi differente piano di investimenti (come per esempio quello turistico) in questa parte dell’arcipelago.

20 novembre

Grave episodio di ingerenza della polizia militare americana a La Maddalena. Fermato e interrogato dalla Shore Patrol un fotografo dell’Unione Sarda che lavorava in Piazza Comando.

18 dicembre

I proprietari dell’isola di S. Stefano, gli eredi Serra, ricorrono formalmente contro i decreti impositivi delle servitù sulla loro proprietà, a proposito della ex batteria di Punta dello Zucchero.

20 dicembre

Le autorità militari americane, su sollecitazione del Sindaco di La Maddalena, presentano le loro scuse per il “fermo” del fotografo. Si sarebbe trattato di un “inconveniente dovuto ad incomprensione da parte dei militari americani addetti alla sorveglianza”.

23 dicembre

Muore il poeta isolano Mario Boccone (19.04.1924 – 23.12.1985). “C’è una via che il Comune di La Maddalena che nel 1997 ha dedicato a Mario Boccone, poeta isolano. Tutto il quartiere di Barabò – scrisse anni fa Giovanna Sotgiu – al quale anche via Boccone appartiene, è abitato da gente locale e questo avrebbe fatto molto piacere al nostro poeta dialettale che dell’ambiente, della lingua, delle abitudini e anche dei difetti locali è stato intelligente e sapiente osservatore. Ecco, Mario Boccone si troverebbe a suo agio nei nuovi carruggi di Barabò, così come si trovava a suo agio in quelli del centro storico che conosceva e descriveva nelle sue opere: rappresentazioni teatrali delle quali spesso era anche il regista e attore e che sapeva dirigere con pacatezza, sempre pronto a lodare e correggere, mai a criticare gli attori dilettanti che coinvolgeva”.