Amici di La MaddalenaRubricheWilliam Sanderson Craig

Craig e La Maddalena

William Sanderson Craig fu uno dei tanti inglesi che, nel corso dell’ottocento, hanno frequentato l’arcipelago spinti dai più diversi motivi. Di Craig a La Maddalena si sa poco mentre lo si conosce per i lunghi anni passati a Cagliari con interessi e incarichi che lo ponevano in primo piano nella città moderatamente ma fermamente protesa verso la modernizzazione. Ora però, grazie a documenti di di vera origine reperiti negli archivi storici, , anche il “periodo maddalenino” assume contorni meno fumosi, consentendo di disegnare un personaggio legato, nel bene e nel male, alla comunità locale per circa 20 anni. Dalle fonti ufficiali sappiamo che era commerciante e, grazie alla sua grande esperienza in questo campo, ricoperse la carica di console britannico a Cagliari dal gennaio del 1874 fino alla morte avvenuta il 15 ottobre del 1867. La sua corrispondenza consolare, pubblicata da Girolamo Sotgiu, rivela molt6a attenzione per la Sardegna e i sardi che egli dimostrava di conoscere approfonditamente. Questioni puramente economiche venivano da lui trattate anche dal punto di vista sociale nel tentativo di spiegare comportamenti e abitudini che molti studiosi dell’epoca liquidavano sbrigativamente con la cattiva indole dei sardi. Così insieme alle osservazioni sui metodi antiquati dell’agricoltura, sul clima imperioso, sui tentativi spesso falliti di nuove colture, sulle calamità naturali quali le terribili ricorrenti carestie, troviamo precise analisi sulle carenze dell’istruzione, sulle differenze sociali fra ceti, sugli effetti della coscrizione obbligatoria. Secondo Girolamo Sotgiu tale approfondita conoscenza della Sardegna derivava a Craig dal “Fatto di esserci già stato già negli anni trenta”, senza ulteriori spiegazioni.

Alcune altre importanti testimonianze vengono dai viaggiatori ottocenteschi, Valery e La Marmora. Il primo ci da notizia della presenza dell’inglese a La Maddalena come agente di una ditta importatrice dell’erba tramontana, un lichene del genere roccella usato nell’industria tessile per tingere; ma riporta anche una curiosa notizia sulla vendita di uno dei proiettili scagliati da Napoleone Bonaparte durante l’assedio del 1793: Craig l’avrebbe acquistato per trenta scudi per rivenderlo in Scozia e darne il ricavato alla chiesa parrocchiale che doveva acquistare un orologio. La Marmora, che in un primo momento aveva bollato come fantasioso il racconto del Valery, successivamente, in base ad indagini personali, affermava che effettivamente Craig aveva acquistato il proiettile e che ne aveva fatto dono a Napoleone III intorno al 1863. Una prova indiretta della storia del proiettile venduto per comprare l’orologio della chiesa parrocchiale possiamo reperirla in una lettera che il parroco di La Maddalena, divenuto ormai canonico presso il capitolo di Tempio, scriveva il 23 maggio 1832 in risposta ad una comunicazione del consiglio comunitativo. Diceva Biancareddu: “….In questa circostanza posso rendere rendere quanto mi piaccia la proposta del signor Craich a cui inerendo io volentieri, possono contare le LL SS m.to Ill.tri sopra di me della somma di scudi 20 di questo regno, che io tengo disposta quando l’orologio sia a La Maddalena“.

Ma Craig aveva già dimostrato di essere sensibile alle esigenze della comunità presso la quale viveva: nel 1816 aveva partecipato, con l’offerta di uno scudo di Francia, alla raccolta di fondi per l’erezione della nuova chiesa e nel 1822 aveva preparato gratuitamente il disegno del portale della stessa chiesa: l’opera fu commissionata dal Consiglio Comunitativo all’artigiano mastro Giovanni Bargone per 36 scudi con l’obbligo di realizzarla in noce e castagno aderendo perfettamente al disegno. Dal 1824 troviamo tracce ben più consistenti della sua presenza: si tratta di 6 figli avuti da una donna di La Maddalena che rimase con lui a lungo, almeno fino al 1834; il primo bambino, nato nel 1824, si chiamava Guglielmo e, pur senza affermare cose che non posso provare, vorrei far notare che il figlio che lo aiutò come assistente al consolato inglese di Cagliari fin dal 1856, e che lo sostituì nell’incarico, dopo la sua morte, fino al gennaio 1869, si chiamava William. La sua abilità di disegnatore, già messa in mostra per il portale della chiesa, fu messa a disposizione della comunità anche in occasione della visita alla scuola elementare appena riaperta, dopo molte difficoltà, nel 1828.

Di fronte al maestro supplente, il giovane suddiacono maddalenino Silvestro Zicavo, e a 90 bambini accompagnati dai genitori, nell’aula parata a festa campeggiava un quadro, realizzato proprio da Craig, del quale non conosciamo il soggetto, ma sappiamo che era corredato dalle parole “Viva l’adorato nostro monarca Carlo Felice, benefico istitutore delle scuole normali”. Non meraviglia quindi che in una data posteriore al 1860 Craig, forse ormai lontano da La Maddalena, realizzasse l’acquerello oggi cu8stodito nel castello di Sanluri, rappresentante una veduta del borgo con Cala Gavetta in primo piano, velieri, una pirobarca, le case minuziosamente riprodotte con la chiesa che le supera con la sua imponenza, il forte di Sant’Andrea pavesato con il tricolore che si ripete sugli alberi delle imbarcazioni. Non risulta che Craig fosse ritornato qui dopo il 1860: quindi il paese potrebbe essere stato ricostruito dalla memoria e forse dalla nostalgia; ma la meticolosità farebbe pensare alla presenza del pittore dinanzi al suo soggetto.

Negli anni in cui egli abitò a La Maddalena era certamente integrato nella comunità e godeva simpatie e protezioni. Craig rimase ancora a La Maddalena almeno fino al 1834, data di nascita della figlia Maria Francesca. Dopo la sua morte il La Marmora aveva scritto di lui: “uomo studioso e intelligente, amato da tutti per le sue virtù private e cittadine“: chissà se conosceva la sua vita privata e familiare a La Maddalena.