Co.Ri.S.MaLa Maddalena AnticaLa piazzaforte di latta

Documento 1 – La piazzaforte di latta

Da Comando III Divisione R. Incrociatore Gorizia a Supermarina, a Littorio per Forze navali – Prot. 93/ arp – 11 aprile 1993

Oggetto: Attacco aereo a La Maddalena alle unità della III Divisione. 10 aprile 1943.

1 – Il pomeriggio del 10.04.43, il nemico ha sferrato un attacco aereo in massa alle unità della III Divisione ormeggiate nei recinti della Maddalena e contemporaneamente alle opere della stessa Base Navale.

2 – L’allarme era stato dato dalla Piazza alle ore 14.45 circa; 3 o 4 minuti dopo apparivano nel cielo dell’estuario 32 quadrimotori nemici, suddivisi in pattuglie di 3 o 6 o 12 apparecchi circa, che evoluirono secondo un piano visibilmente prestabilito nei più minuti particolari. Le diverse formazioni, tutte inizialmente provenienti dall’azimut del sole, attaccarono successivamente Nave Trieste, Nave Gorizia ed opere della Base Navale, attaccando in diversi raggruppamenti i bersagli quasi contemporaneamente da almeno due direzioni. Furono risparmiati i due cacciatorpediniere, Gioberti e Camicia nera, alle boe nella rada di S.Stefano.

3 – Il tappeto di bombe lanciate da alta quota (5-6000 metri) su Nave Trieste colpivano questa unità: con una bomba a poppa estrema, che perforava il ponte di coperta e provocava una falla nella zona; con due o più bombe su quadripode che demoliva la plancia ammiraglia , la plancia Comando, la Stazione D.T. antiaerea e anti silurante; perforavano il ponte di coperta e batteria, ed esplodevano nel locale caldaie di prora sul lato sinistro, asportando parte di questo e del fumaiolo pr.; numerose altre bombe cadute molto vicine allo scafo, esplodevano sotto al galleggiamento, provocarono l’apertura a dritta di corsi del fasciame, con conseguente rapido allagamento dei locali caldaie, motrici, turbodinamo poppa e diesel dinamo prora. In tal modo per la presenza di ampie falle lo scardinamento di quasi tutte la paratie stagne e per la inutilizzazione totale dei mezzi di erogazione di energia ai sistemi di esaurimento che già erano in funzione per combattere i primi allagamenti, la nave alle 16.13 affondava di poppa rovesciandosi sul lato dritto. La sera nessuna parte dello scafo emergeva più dall’acqua.

4 – Sul Gorizia venivano rovesciati dagli aerei almeno 10 grappoli di bombe, che da schegge rinvenute risultano perforanti (probabilmente proietti da 280 impennati). Ogni grappolo era di circa 6 bombe. Il Gorizia veniva colpito: con almeno 2 bombe centro sinistra, che, perforato il ponte di coperta, scoppiavano subito dopo di essa, senza penetrare ma solo lesionando e ingobbandolo, il ponte di protezione. La violenza dell’esplosione provocava la totale apertura della zona: il fasciame e la coperta divelti e strappati verso prora, verso poppa ed in alto, sradicava i complessi da 100/47 del centro sinistra, di cui il prodiero cadeva a mare, mentre il poppiero rimaneva appeso alla lamiera del ponte ripiegata verso poppa., Il ponte stesso veniva proiettato in alto e una parte di esso ricadeva al centro dritta della nave, immobilizzando temporaneamente i complessi da 100/47 del centro. La nave rimaneva aperta quasi totalmente fra le ordinate 65 e 95 sinistra. Un piccolo incendio di carte, vestiario e brande veniva subito domato; con una bomba sulla parte posteriore del cielo della torre 3. La bomba perforava con foro netto la corazza da 100 millimetri e scoppiando nella parte posteriore della torre, svelleva intera la corazza posteriore tranciando dopo stiramento tutti i perni di attacco. La corazza cadeva sul ponte di tuga. L’esplosione inutilizzava le 4 mitragliere binate da 37/54 poppiere e metteva fuori combattimento i loro armamenti: demoliva i proiettori, forava ovunque la tuga, plancia segnali, tripode, etc. La potenza delle esplosioni., sotto le quali la nave ha sussultato violentemente, ha provocato: la rottura della catena del corpo morto di poppa a dritta; la caduta a mare delle ancore appennellate e numerose lunghezze di catena, la rottura delle tubolature d’aria delle altre torri da 203/53. Numerosissime altre bombe sono cadute entro un raggio di 50 metri dal Gorizia, alcune anche vicinissime allo scafo, che hanno provocato perdite a chiodature e a giunti del fasciame dell’opera viva.

5 – Dagli accertamenti eseguiti, é risultata mano a mano la seguente situazione di Nave Gorizia riferita alla sera dell’11 aprile …Omissis [segue una meticolosa ricognizione tecnica dei danni accertati allo scafo, all’artiglieria ed ai vari materiali].

6 – Difesa contraerea. Il tiro delle unità é stato intenso ed anche spesso ben centrato: lodevole benché non molto nutrito quello delle batterie di terra. Datasi rapidità dell’azione (6 minuti complessivamente) l’azione di fuoco non si é potuta sviluppare sufficientemente. Non risulta abbattuto alcun apparecchio nemico.

7 – Perdite umane. Lo sparpagliamento del personale della nave Trieste, che ha dovuto essere ricoverato un po’ d’appertutto, e l’opera di sgombero dei rottami della zona devastata del Gorizia ancora incompleta, non permettono per ora di dare una esatta cifra dei caduti e dei feriti. Le cifre approssimate sono: Gorizia caduti 28 tra cui 4 ufficiali feriti 97 tra cui 3 ufficiali; Trieste caduti 67 tra cui 2 ufficiali. Tali cifre saranno confermate con altra comunicazione nominativa.

8 – Con riserva di indicare nella prescritta forma i meritevoli di ricompensa, devo segnalare subito che il comportamento degli Stati Maggiori ed equipaggi é stato perfetto e degno del massimo elogio: nel corso dell’attacco le navi, per quanto subito centrate da un numero molto elevato di bombe, per quanto colpite subito gravemente con alta percentuale di morti e di feriti, e devastate dall’effetto delle esplosioni, non hanno rallentato il ritmo del fuoco contraereo. E’ particolarmente significativo l’episodio del complesso 1 di sinistra da 100/47 del Gorizia che ha continuato il fuoco senza un istante di sosta, anche quando l’esplosione delle due bombe cadute al centro sinistra aveva divelto i complessi 3 e 5, devastato il centro della nave e fatto divampare un piccolo incendio. Sul Gorizia, ufficiali ed equipaggio si sono prodigati per la salvezza della nave, e dal momento del sinistro lavorano senza tregua né riposo per approntarla alla navigazione. Il Comandante Melodia fortemente contuso, con probabile rottura di una costola, ha rifiutato ogni riposo e conduce col più solerte interessamento la sua gente. La serenità, la calma dimostrata nella grave contingenza e lo slancio di tutto il personale, sono la migliore dimostrazione della perfetta coesione dell’equipaggio e dell’amore di questo per la sua nave, che il Comandante Melodia ed il Comandante in seconda Imperiali hanno saputo ottenere. E’ veramente col cuore esacerbato che debbo ammainare la mia insegna della III Divisione che avrei portato contro il nemico con la più grande serenità e con la sicurezza che essa sarebbe stata un complesso di fratelli decisi a strappare la vittoria.

F.to Il Comandante la III Divisione Navale

Ammiraglio di Divisione

Angelo Parona

Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma