Correva l’anno 2007
A La Maddalena, in uno stadio “Pietro Secci” gremito in ogni ordine di posti, la Nazionale Under 16 di Antonio Rocca ha sconfitto per 2-1 i pari età dell’Olanda al termine di un incontro equilibrato che ha evidenziato la grande qualità tecnica di entrambe le scuole. Dopo un primo tempo chiuso a reti inviolate, combattuto a centrocampo e con le difese ben organizzate nella fase di contenimento e recupero, gli Azzurrini si portano in vantaggio al 10′ della ripresa: calcio d’angolo respinto male dalla difesa orange, e il capitano Riggione anticipa un avversario nell’area piccola battendo Van der Post. Gli olandesi subiscono il raddoppio poco dopo, al 18′, ancora su palla inattiva: punizione dalla destra e Caldirola infila in rete con un preciso colpo di testa. Alla mezz’ora il gol del neo entrato Latuperissa con un micidiale tiro al volo sembra riaprire il match, ma l’Italia controlla con ordine sino al fischio finale del signor Branciforte.
ITALIA – OLANDA: 2 – 1
ITALIA: Colombi, Faraoni, Galassi, Rigione, Caldirola, La Rocca, Sala, Bigioni (10st Guitto), Destro (17’st Di Stefano), Petrucci, Ragatzu (14’st Macheda). All. Antonio Rocca.
OLANDA: Mulder (1’st Van Der Post), Najah (1’st Gouweleeuw), Bonevacia, Van Rhijn, Burnet (31’st Evers), Haaren, Makiavala (1’st Ecibilio), Kaak (19’st Latuperissa), Castillion, Schouw (9’st Bruma), Martinus. All. Ruud Evers.
RETI:11’st Rigione; 18’st Caldirola, 32’st Latuperissa.
ARBITRO: Branciforte di Nuoro
Azzurrini, vittoria e applausi; Un boato accompagna l’ingresso in campo della Coppa del mondo conquistata dagli azzurri a Berlino. Sugli spalti oltre 2000 persone a spellarsi le mani per le nazionali Under 16 di Italia e Olanda, che sfilano davanti a due padrini d’eccezione: Gigi Riva e Gianfanco Zola. Intonano in coro l’inno di Mameli i ragazzi allenati da Francesco Rocca, negli occhi le immagini di quella coppa alzata al cielo da Cannavaro e compagni. Chissà se un giorno toccherà a qualcuno di loro. E’ un amichevole, ma si fa sul serio. Gli azzurrini ci tengono a far bella figura, soffrono inizialmente la baldanza degli olandesi, la maggior parte di scuola Ajax e Feyenoord, ma si organizzano e creano spazi e geometrie di gioco che torneranno utili per i prossimi impegni ufficiali, a partire dal Mondialino che si giocherà in Francia, in un girone con Argentina e Giappone, per proseguire con il doppio torneo in Slovenia e Friuli, prima delle qualificazioni all’Europeo dell’Under 17. Nei primi 20′ i tulipani provano ad affondare, ma l’atalantino Colombi fa buona guardia. Il cagliaritano Daniele Ragatzu si mette in evidenza e crea scompiglio nella retroguardia olandese. Che resiste sino al 56′, quando Rigione, capitano del Chievo Verona, sceglie il tempo giusto e porta in vantaggio l’Italia. Il raddoppio al 63′, grazie all’interista Caldirola, che anticipa il portiere e fa impazzire il pubblico. Un doppio vantaggio firmato da due difensori, alla faccia di chi specula sul catenaccio. L’Olanda non ci sta e accorcia le distanze al 77′ con Latuperissa su cross di Castillion. Nel finale, il laziale Macheda sfiora il gol. Ma basta e avanza per apprezzare una Nazionale sulla quale la Federazione punta molto per garantirsi un futuro tra le grandi ed allungare un ciclo magico.
24 aprile
Salvatore Ligresti sbarca sull’isola de La Maddalena: una sua società, l’Immobiliare Lombarda, ha appena acquistato dalla Seis 134 villette, per un totale di 60.000 metri cubi residenziali pronti a raddoppiare. L’imprenditore siciliano non è nuovo agli investimenti sardi: da anni controlla la struttura del Tanka Village a Villasimius, e ora punta a nord, recuperando vecchi lotti e infrastrutture ad uso militare, sborsando una somma stimata in 12 milioni di euro per l’acquisto dei terreni e degli appartamenti, e una plusvalenza di sette. L’accordo prevede anche il riconoscimento di un earn out di un milione di euro per un ‘ulteriore volumetria da rendere edificabile entro il 30 giugno 2011. Altro indizio dell’intenzione di Immobiliare Lombarda di trasformare quelle 134 villette in un villaggio residenziale.
12 maggio
Arriva il Giro d’Italia; Primo traguardo per la Liquigas. La maglia rosa a Gasparotto con il tempo di 33’39” la squadra di Di Luca ha concluso i 25,6 km della Caprera-La Maddalena con un vantaggio di 13″ sull’Astana di Savoldelli e 30″ sulla Csc di Cancellara e Zabrinskie.
14 giugno
I quotidiani riportavano l’annuncio (dato dal capo del governo Romano Prodi e dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema) che il G8 si sarebbe tenuto sull’isola della Maddalena. Un’irripetibile occasione di rinascita per la Sardegna, governata all’epoca da Renato Soru. Il governo Prodi nominò, quale commissario del G8 per il Governo, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, poiché il vertice era stato classificato come «grande evento» e rientrava così nelle competenze della Protezione civile. I finanziamenti, come riferito dalla stampa locale, e in particolare da «Il Sardegna» (20 marzo 2008), sarebbero stati quantificati in 170 milioni, secondo le dichiarazioni di Soru.
6 luglio
La prossima Coppa è ancora un rebus unica certezza: le barche saranno più grandi; La prossima Coppa America si correrà con barche ancora più grandi: massimo 90 piedi, cioè oltre 27 metri invece dei 24 attuali. Questa è l’ unica vera novità presentata ieri a Valencia da Michel Bonnefous presidente dell’America’ s Cup Management, la società che organizza e gestisce l’ evento per conto del detentore Alinghi. Per il resto solo speranze, auspici e una gran confusione di date e luoghi. Tanto per cominciare non è ancora certo che la 33ª edizione si svolgerà a Valencia: c’ è un braccio di ferro sui soldi (gli svizzeri vogliono 150 milioni di euro) e sul porto. Non contenti del successo avuto da questa Coppa, gli svizzeri vogliono che l’ intero porto commerciale sia destinato in porto franco ed extra tasse all’organizzazione della prossima Coppa. In ogni caso la località scelta sarà annunciata entro il 31 dicembre. Anche la data è tutta da stabilire: “Non prima del 2009 e non oltre il 2011”. Se si resta a Valencia, il 2009 va bene. Se si va altrove bisognerà attendere. Tra gli altrove per ora ci sono Atene e La Maddalena, dove si pensa all’ intera area dell’attuale Comando Marina Militare. Altre incertezze riguardano il calendario e le regate di selezione tra sfidanti, che non vengono più chiamate Vuitton Cup ma più volgarmente “trials”. Bonnefous (che probabilmente non sarà più presidente dell’ Acm) ha detto che si attendono “una ventina di sfidanti”. Sono tanti, mentre il lancio della nuova barca più grande e più costosa lascia pensare che ci sarà una diminuzione di partecipanti. Gli Act del 2008 si faranno ancora con le barche attuali destinate a diventare poi ferrivecchi e saranno forse solo due: uno a Dubai in febbraio e uno a Trapani. Nel frattempo verranno costruite le barche nuove con cui si correrà almeno un Act nel 2009. Sarà possibile farne un solo esemplare e per ora si sa solo che potranno anche avere derive mobili o chiglie alzabili: le regole tecniche saranno emanate entro il 21 dicembre. Secondo Luca Devoti, skipper di +39, “Saranno barche più veloci in poppa e peseranno molto meno, da 24 tonnellate scenderanno a 16, e dunque non più costose di quelle attuali. Il defender sarà avvantaggiato: mentre aspettiamo le regole, Alinghi avrà già studiato varie soluzioni”. Molto perplesso è invece Vincenzo Onorato, armatore di Mascalzone Latino. “Si finirà con lo spendere di più perché quando si tratta di barche nuove si spende sempre di più. E poi che senso ha cominciare a regatare con le barche vecchie e fare una prima classifica e poi continuare con le barche nuove e farne un’ altra? Si finirebbe per punire chi ha avuto meno tempo o meno soldi”. Voci insistenti, infine, dicono che Francesco de Angelis abbia già preso un impegno con il team francese di Areva che avrebbe trovato un grosso e munifico sponsor.
8 luglio
“Ci candidiamo ad ospitare la prossima Coppa America. Le barche che arrivano in Sardegna per le competizioni sportive non pagano alcuna tassa, e la stessa agevolazione potrà essere estesa a tutti nel periodo della competizione“. Renato Soru, 50 anni, Governatore dell’isola, scende in campo per provare a stappare a Valencia la competizione, appena vinta da Alinghi. Anche il sindaco di La Maddalena, Angelo Comiti (Ds) ha candidato le sua città a ospitare la prossima edizione della manifestazione di vela. Il primo cittadino ha scritto a Ernesto Bertarelli, patron italo-svizzero di Alinghi. E anche il Presidente del Consiglio sta cercando di portare in Italia la manifestazione. Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dal Secolo XIX, Romano Prodi avrebbe infatti incontrato il fondatore di Alinghi.
13 luglio
G8 e Billionaire, le armi segrete di Soru; “Tra G8 e America’ s Cup, questa è l’ occasione della vita per l’ arcipelago della Maddalena. Trentacinque anni di presenza americana, con i sommergibili a propulsione nucleare parcheggiati nell’isola di Santo Stefano, a due passi dalle nostre case e da un parco nazionale di straordinaria bellezza, vanno ripagati”. Angelo Comiti non sta nella pelle: da sindaco della Maddalena si è sempre battuto per il trasloco della marina statunitense e soprattutto per la riconversione dell’economia, da militare a turistica. La prima tappa dello scorso Giro d’ Italia è stato l’ antipasto, la notizia del G8 alla Maddalena il piatto forte, ora la candidatura dell’arcipelago a sede della Coppa America è la classica ciliegina sulla torta che rivolterà il territorio come un calzino. “Bertarelli – racconta Comiti – è stato da noi durante le vacanze di Pasqua e in un altro paio di occasioni. Ci è parso entusiasta: il campo di regata è eccezionale, il vento non manca di certo, le infrastrutture ci sono e ci saranno”. Il quartier generale dell’America’s Cup potrebbe essere proprio l’ ex base militare americana di Santo Stefano che verrà lasciata libera nella primavera del 2008. La soluzione piace molto a Ernesto Bertarelli ed è vista con favore dallo stesso presidente della Regione, Renato Soru, il vero “suggeritore” della scelta sarda che forse avrebbe preferito dirottare a Cagliari la manifestazione. Se è vero che le strutture ricettive della Maddalena oggi non sono adeguate a ospitare l’ evento, è altrettanto vero che il premier Romano Prodi ha già previsto di destinare alla Sardegna, per il G8 del 2009, una congrua quantità di risorse proprio per la costruzione di alberghi, strade e traghetti capaci di collegare la terraferma (Palau) con La Maddalena in un quarto d’ ora. Un’ altra importante sinergia è rappresentata dalla vicinanza della Costa Smeralda. Nel paradiso creato dal principe Karim Aga Khan, oggi di proprietà del finanziere libanese-americano Tom Barrack, un evento come la Coppa America troverebbe una collocazione naturale. Da decenni, per l’ impulso dato dallo stesso capo degli ismailiti, la Costa Smeralda e l’ omonimo Yacht Club ospitano manifestazioni veliche di portata internazionale generando un indotto notevole nei mesi cosiddetti “di spalla”. Tutti, dallo stesso Barrack ai sindaci del nord est dell’ Isola, si dicono felicissimi e pronti ad accettare la sfida forti anche della capacità ricettiva della zona, oasi per vip, sede di alberghi extralusso (la suite del Cala di Volpe costa 30mila euro a notte, e c’ è la fila per accaparrarsela) e di locali notturni come il Billionaire di Flavio Briatore.
La Sardegna sogna Alinghi Bertarelli tratta il trasloco; Barche a vela invece dei sommergibili. Velisti invece dei soldati. Spinnaker colorati invece del verde militare dei marines. L’ ipotesi più suggestiva sul futuro della Maddalena – da base nucleare a sede della prossima Coppa America – prende corpo ieri mattina. Quando Ernesto Bertarelli, armatore di Alinghi e padrone delle sorti della competizione più antica del mondo, viene ricevuto da Romano Prodi. Ad accogliere lo svizzero-romano che ha sgominato americani e neozelandesi vincendo l’ ambita brocca per due volte consecutive, oltre al presidente del consiglio, c’ era il ministro della Difesa Arturo Parisi e il governatore della Sardegna, Renato Soru. Tutti lì, a orchestrare un contropiede fulminate per portare in Italia, per la prima volta nella storia, l’ evento velico più prestigioso e patinato del mondo, con la sua onda lunga di pubblico, sponsor e investimenti. Fino a 24 ore prima nessuno aveva mai pensato, se non per scherzo, di mettere in discussione la candidatura di Valencia. E comunque il nome della Maddalena era l’ ultimo, o quasi, nella lista delle (già poco probabili) alternative agli spagnoli. In lizza c’ era mezza Europa: su tutte Lisbona e Marsiglia, ma anche le italiane Trapani, Napoli e Cagliari. La Maddalena no. Lo stesso Soru, ai tempi del suo insediamento, l’ aveva timidamente nominata come possibile candidata in qualche discorso ufficiale, ma sembrava non crederci nemmeno lui. Invece una serie di circostanze e suggestioni poco prevedibili hanno fatto della piccola isola davanti alla Costa Smeralda la candidata ufficiale italiana. Il principale motivo? L’ idea di Bertarelli – un po’ capricciosa e un po’ romantica – di organizzare il “suo” evento dentro quella che fu una base nucleare americana. Il progetto iniziale di Soru riguardava Cagliari. E questo perché alla Maddalena, nel 2009, anno in cui dovrebbe essere messa nuovamente in palio la Coppa America, è previsto un altro evento internazionale di primo piano, il G8. Per non “ingolfare” la zona, e per distribuire su tutto il territorio i proventi di due manifestazioni tanto rilevanti, Soru aveva deciso di proporre a Bertarelli le acque di fronte a Cagliari, che per altro vengono considerate tra i campi di regata migliori del mondo. Bertarelli però, a quanto pare, non ne ha voluto sapere: se Italia deve essere, che sia la Maddalena. La concomitanza con il G8? Più che un ostacolo è un’ opportunità, serviranno meno interventi infrastrutturali, ha spiegato. Le possibilità che l’ Italia strappi davvero l’ organizzazione dell’evento a Valencia non sono molte. E questo perché la sintonia tra Bertarelli e la Spagna è ottima. Lì il magnate svizzero ha trovato quello che voleva: soprattutto un’ amministrazione pronta a esaudire ogni suo desiderio in tempi rapidi e con un’ efficienza quasi elvetica. Non a caso, prima dell’avvio della 32ª edizione, lo stesso Bertarelli, forse in un eccesso di entusiasmo (i termini della questione erano ancora tutti da chiarire), aveva annunciato che, se avesse vinto, sarebbe rimasto senz’altro lì. Ora che ha vinto, non ha cambiato idea. Nemmeno di fronte a chi gli ha fatto notare che le condizioni meteo nelle acque spagnole non sono state ottimali. Trovandosi nella posizione migliore, quella cioè di chi può fare il prezzo di un prodotto ambito, Bertarelli vuole però ricavare il massimo. Non è un caso che il giorno stesso in cui ha sconfitto New Zealand ha fatto la sua richiesta agli spagnoli: 120 milioni di euro in due anni più l’ assicurazione che l’ intera zona della manifestazione rimanga porto franco. Condizioni di fronte alla quale gli spagnoli hanno mostrato una certa titubanza (soprattutto per i 120 milioni). Ed è proprio in relazione a questa titubanza che in molti hanno voluto leggere l’ incontro di ieri. Bertarelli, sostengono i più maliziosi, sta facendo un gioco vecchio come il mondo, mettendo Valencia in competizione con la Maddalena. La quale dovrebbe garantire gli stessi soldi (Soru sta già cercando gli sponsor), le stesse infrastrutture (il G8 da questo punto di vista è considerato davvero una coincidenza benedetta) e lo stesso trattamento fiscale. E quest’ ultimo potrebbe essere il vero problema. A remare contro la candidatura sarda ci sono inoltre elementi di altra natura, come ad esempio la concorrenza interna. E principalmente quella di Trapani. La città siciliana era stata sede di uno dei più riusciti eventi preliminari (gli acts) della scorsa Coppa America. E la replica di quell’ appuntamento era una delle poche certezze fin qui acquisite. Grande sponsor di Trapani è il senatore di Forza Italia Antonio D’ Alì, amico personale di Ernesto Bertarelli. Se la Coppa America dovesse trasferirsi in Sardegna, l’ evento di Trapani verrebbe automaticamente cancellato. La missione tuttavia non è impossibile. Perché Bertarelli è uomo d’ affari e l’ Acm Management, la società da lui costituita per organizzare l’ evento, parla una sola lingua, quella dei soldi. E ci sono alcuni elementi che fanno pensare che da questo punto di vista il trasferimento in Italia possa portare molti vantaggi. Gli italiani sono decisamente più interessati alla Coppa America di quanto non lo siano gli spagnoli (che quest’anno hanno per lo più ignorato l’ evento) e gli sponsor investirebbero più volentieri (su tutti la Rolex). “C’ è poi il fattore Costa Smeralda – spiegano entusiasti dallo staff di Soru – che con le sue spiagge, i suoi hotel e i suoi locali garantisce un richiamo internazionale senza eguali”.
1 agosto
Brutta avventura per quattro turisti in gita nell’arcipelago de La Maddalena. Infatti, attorno alle ore 17,15, gli agenti della Squadra Nautica del Posto Fisso di Polizia di Palau, sono dovuti intervenire nelle acque dell’isola di Spargi, in località Cala Corsara, per soccorrere le quattro persone, perché, nella loro imbarcazione, si era sviluppato un incendio.
10 agosto
Mazzata sul mercato privato dei paradisi naturali ceduti al miglior offerente. La Regione Sardegna comprerà Budelli. L’ annuncio è stato ieri mattina dal governatore Renato Soru mentre, a Villasimius, riceveva le Cinque Vele di Goletta verde e Legambiente per l’ efficacia della sua politica di tutela ambientale.
17 settembre
Si è svolta la conferenza stampa per presentare le riprese del cortometraggio “Passaggio a livello”, vincitore del Primo Premio Fiction “Il cinema racconta il lavoro” indetto dalla Cineteca Sarda e dalla Agenzia Regionale per il Lavoro – Regione Autonoma della Sardegna. L’autore e regista del film è il giovane maddalenino Luca Impagliazzo. Le riprese sono state condotte nella settimana successiva alla conferenza stampa nei comuni di La Maddalena, Palau e Arzachena che, assieme all’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, la Provincia di Olbia-Tempio e la Regione Sardegna hanno patrocinato l’evento. Tra gli obiettivi del regista c’è, infatti, la volontà di ridare vita ai piccoli centri del Nord-Gallura, animati in questi giorni da una equipe di giovani professionisti impegnati nelle riprese. Tra gli attori figurano i nomi di Giampaolo Loddo, già protagonista di “Ballo a tre passi” di Salvatore Mereu, di Zhong I e del maddalenino Adriano Tovo. Il cortometraggio è prodotto dalla Janas Pictures, da sempre impegnata grazie alla tenacia del produttore Federico Demontis e del direttore di produzione Alessandra Puggioni, nella promozione della cultura, della lingua e della tradizione sarda all’estero. Il corto in questione parteciperà, infatti, al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, la Berlinare. Alla conferenza era presente il Presidente dell’Ente Parco assieme ad una delegazione dell’ufficio comunicazione, entusiasta di essere testimone del lancio di un giovane e bravo regista maddalenino nel contesto dell’emergente cinematografia nazionale ed internazionale. Perché, se è importante rilanciare l’economia sarda attraverso lo sviluppo di un turismo ecosostenibile che sappia accogliere i visitatori, è altrettanto giusto spingersi oltre i confini dell’isola per affondare le proprie radici in nuovi contesti, vetrine appetibili e prestigiose capaci di esaltare il patrimonio ambientale, culturale e storico-antropologico isolano. Il regista del cortometraggio, Luca Impagliazzo, ha dichiarato: «Sono fiero di essere maddalenino e di aver potuto portare in questa splendida isola una parte della mia personale “visionarietà artistica”.» Il giovane maddalenino ha proseguito raccontando che molti suoi giovani coetanei sono partiti alla ricerca della loro strada tra mille difficoltà e nostalgie, ed ha fatto loro l’augurio di poter realizzare i loro sogni come egli stesso sta piano piano tentando di fare. Federico Demontis, produttore del corto, ha capito quanto Impagliazzo sentisse suo questo progetto e quanto sarebbe stato importante realizzarlo nel nord Gallura: «Durante lo sviluppo del soggetto e poi della sceneggiatura sapevo benissimo, anche se a tratti inconsciamente, che a parlare era il cuore, il forte legame che nutro con il territorio in cui sono nato. Mosso da questa spinta emotiva e culturale ho cercato, talvolta insieme a Demontis, possibili sponsor e partner, istituzionali e privati, capaci di sostenere sensibilmente la magica impresa di fare cinema, con lo scopo di raccontare ancor meglio le realtà locali e quelle che io chiamo anche “realtà sognanti”.
30 settembre
Maddalena, se ne vanno i soldati Usa; Parte la nave appoggio dei sottomarini americani e nell’arcipelago sardo si chiude un’ epoca cominciata in piena guerra fredda. L’ addio dei marinai della Us-Navy imbarcati sulla “Emory Land” segna la fine della presenza militare Usa. Alle 14.30 di ieri, a bordo di questa città galleggiante, ha lasciato La Maddalena il grosso delle truppe: oltre mille dei duemila uomini sino a qualche mese fa di stanza nell’isola di Santo Stefano, non tanto lontano dalla tomba di Garibaldi a Caprera. Da questo momento i sette sommergibili atomici non arriveranno più in rada per le manutenzioni. A terra rimane qualche distaccamento di minor rilievo, soprattutto uffici amministrativi: saranno smantellati entro il 29 febbraio 2008. “Si conclude così una fase importante nella storia delle forze sottomarine nel Mediterraneo”, hanno dichiarato i vertici della Marina Usa durante una solenne cerimonia di commiato nei giorni scorsi (mentre ieri non c’ è stata alcuna manifestazione né civile né militare). E cessa l’ incubo del pericolo di un inquinamento radioattivo: anche in questo mare gli hunter-killer viaggiano sempre con un micidiale carico di morte, compresa una nutrita batteria di missili nucleari. Allarme rilanciato da un incidente avvenuto a poche miglia da qui, coinvolto un sommergibile finito su una scogliera, pesantemente danneggiato e poi costretto a far rientro in America. Chiusa la base (non Nato ma solo Usa, costituita con un accordo segreto ratificato nel 1972 esclusivamente dal governo Andreotti e mai dal Parlamento italiano), ora alla Maddalena si apre un nuovo capitolo. è definitivamente cessato il suo ruolo strategico, con altre minacce che provengono non più dall’Urss ma da altre parti del globo. Intanto, nel suo futuro c’ è il parco nazionale creato in questo paradiso naturalistico. Poi, per il turismo emergente. Infine, per le prospettive di una cittadina di dodicimila abitanti troppo spesso nei secoli trasformata in piazzaforte per via della sua posizione strategica. Ma non tutti i venti di guerra sono scomparsi. All’inizio dell’estate 2009 da queste parti si terrà il vertice del G8. Già adesso s’ inizia così a parlare di sicurezza e possibili proteste no-global. Mentre si dà il via ufficiale al trasferimento per usi civili dei beni appartenuti ai soldati si avvia dunque il dibattito sul fronte dell’ordine pubblico da garantire in vista del summit. Dibattito che s’ innesta su altre discussioni senza fine. Se la gran parte dei cittadini sogna di affrontare subito nuove sfide, c’ è chi rimpiange le servitù militari e i posti che generavano. Voci spesso isolate e non univoche, certo. Ma che verranno alimentate finché sarà data una garanzia certa alle centinaia di operai e tecnici rimasti senza lavoro con la partenza dei soldati. Negli ultimi giorni, comunque, gli ufficiali Usa hanno salutato “gli amici italiani” in occasione della disattivazione del Submarine Squadron 22. Alla manifestazione, fra gli amministratori, l’ ex sindaco della Maddalena Giuseppe Deligia, che nei primi anni Settanta aveva accolto i marinai della Us-Navy. Dopo la partenza verso lo Stretto di Gibilterra, la “Emory Land” si appresta forse all’ultimo viaggio: una volta arrivata a destinazione, sarà sottoposta a pesanti revisioni in una base dello Stato di Washington. Tra i beni che adesso passeranno alla Regione Sardegna, c’ è l’ Arsenale militare. La procedura per il suo trasferimento è già stata avviata, con comunicazioni del ministro della Difesa, Arturo Parisi, e del suo sottosegretario Emidio Casula, entrambi sardi. Tra breve, saranno destinati a usi civili l’ ospedale della marina militare della Maddalena e due aree a Caprera (Punta Rossa e Porto Palma). Un altro dei progetti di riconversione di cui si è parlato prevede la costruzione di un cantiere nautico per riparare traghetti e mega-yacht. Allo studio, infine, la destinazione al mercato turistico degli alloggi finora usati dai marinai americani. Nel recente passato contro la presenza statunitense si era pronunciato il governatore sardo, Renato Soru. Fin dalla sua elezione aveva infatti tenuto a chiarire: “Siamo amici degli americani, ma in futuro vogliamo che tornino da noi come turisti”. La svolta era arrivata nel novembre 2005 con l’ annuncio che la Us Navy avrebbe mollato tutti gli ormeggi entro il 2008.
14 ottobre
Nell’anno del Bicentenario della Nascita di Giuseppe Garibaldi, fra i tanti avvenimenti legati alla vita del Generale, un’altra ricorrenza, accaduta proprio in questo periodo dell’anno, si sovrappone e riguarda esattamente il 140° anniversario della sua nota fuga da Caprera avvenuta la sera del 14.10.1867 che doveva portare Garibaldi , nei successivi giorni, aiutato dagli amici maddalenini, a salpare il 17 ottobre da Porto Brandinchi,(Il nome dato alla Cala, deriva dalla presenza ivi di pescatori corsi provenienti dal comune costiero di Brando, a nord di Bastia) a sud di Porto San Paolo, e proseguire quindi verso la costa toscana con le successive vicende che lo vedranno alla testa della nota Spedizione garibaldina su Roma ed il suo infelice epilogo nella giornata del 3 novembre, una domenica, nella disfatta di Mentana per opera delle truppe francesi di Napoleone III dotate per la prima volta dei nuovi fucili a retrocarica “Chassepots” . Nel quadro di questa nota pagina del nostro Risorgimento, descritta ed esaminata più volte da numerosi storici, una notizia inedita, interessa la nostra comunità e concerne il personaggio che si prestò, travestendosi con le fattezze dell’eroe, all’interno di un piano studiato e preordinato sin nei minimi particolari, per ingannare ed eludere il ferreo controllo del governo sabaudo, guidato da Urbano Rattazzi, diretto ad impedire i possibili tentativi di Garibaldi, determinato nello storico obbiettivo di tutta la sua esistenza, ossia liberare Roma e proclamarla capitale d’Italia. Sulla precisazione di tale persona che mascherandosi, aiutò il generale nella riuscita del piano di fuga, si sono nel tempo, succedute alcune versioni. Una prima, avvalorata dal noto studioso e biografo di Garibaldi, Gustavo Sacerdote, il quale nel suo volume associa tale figura a quella di Luigi Gusmaroli, mantovano ex prete ed uno dei Mille di Marsala, molto somigliante al Generale, il quale, dopo aver seguito Generale a Caprera lavorandovi come muratore, visse e mise famiglia a la Maddalena morendovi nel 1872, una seconda versione indica tale figura in quella di Giovanni Froscianti , garibaldino presente nell’isola come segretario insieme a Giovanni Basso, ex frate carmelitano, anch’esso dei Mille; la testimonianza ci viene da un intervista fatta nel 1932 a La Maddalena all’isolano Pietro Ferracciolo, allora vegliardo 93enne, il quale figlio di un pastore di Caprera, trascorse la sua gioventù nella familiarità di Giuseppe Garibaldi, questi dichiaro che nella circostanza fu il Froscianti, capelli colore rame, stessa barba e stature del generale, ad offrirsi quale sosia per ingannare i militari addetti alla sorveglianza. Il Ferracciolo qualificava nell’intervista il Froscianti come contadino, particolare che di seguito ci sarà utile. A queste due conosciute versioni, se ne è aggiunta una più recente, proveniente da un memoriale inedito di un garibaldino, nel quale emerge la tesi che il sosia sia stato un maddalenino di nome Giacomo Simone.
30 ottobre
È morto Benito Pispisa, fotografo. pittore, scrittore 73 anni nato a Teulada ma maddalenino adozione. Era arrivato come allievo sottufficiale della marina militare e qui ha conosciuto la moglie Ida. Scrisse il libro “Un lungo cammino di speranza” diario scritto in un campo di prigionia in Germania. Aveva ha dedicato il libro alla storia straordinaria e drammatica del padre, Guglielmo, nato a Villasimius nel 1906, di professione fanalista. Il libro prendeva spunto dal ritrovamento, a 30 anni dalla morte del padre, del diario scritto a Senden in Germania, durante la prigionia. Guglielmo Pispisa, che era in servizio al faro di Cala Reale nell’isola dell’Asinara, nel febbraio del 1942 venne inviato al Comando Zona Fari di Patrasso, in Grecia, per svolgere il servizio, presso i vari fari, sparsi nelle numerose isole. Dopo l’8 settembre del 1943, fu fatto prigioniero dal tedeschi nazisti, nel faro di Capo Zurva, nell’isola di Idra. Insieme a 5 militari del “Regia Marina”, fu tradotto in Germania. Alla fine della guerra, dopo due anni di prigionia, venne rimpatriato ma nove mesi dopo, a causa delle sofferenza della prigionia, morì. “Dopo aver letto quel diario, centinaia di volte, e tante ricerche, ho pensato di scrivere il presente libro, che mando con immenso piacere. Nel limite delle possibilità, chiedo se fosse possibile segnalarlo nel giornale, affinché questa storia triste dell’ultima guerra, possa essere conosciuta, da tanti connazionali sardi, sparsi in tutto il mondo”. “Ho sempre pensato – ha scritto nella premessa – che sia tornato per portarci il suo diario, scritto a Senden, come un testamento, per farci conoscere la sua vita e quella di tanti prigionieri, affinché ognuno di loro possa trasmettere una testimonianza alle nuove generazioni, perché capiscano che le guerre portano distruzione. La memoria serve per non “Dimenticare” Mio padre – ha scritto Benito Pispisa, in una lettera che accompagna il volume – era militarizzato, è stato l’unico fanalista sardo cui sia toccata tale sorte”.