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Luigi Gusmaroli

Luigi Gusmaroli di Giuseppe e di Maria Belocchi nacque a Mantova il 28 maggio 1811 (per altri il 26) in una famiglia agiata. Fu avviato agli studi ecclesiastici divenendo parroco nel mantovano.
Animato da ideali patriottici ed impegnato nel comitato segreto della sua provincia, nel 1848, si tolse la tonaca per partecipare ai moti. Dopo l’armistizio partecipò alla difesa di Roma nella Legione Manara. Alla caduta della Repubblica ritornò in Lombardia nella più completa miseria.
Nel 1859 lasciò definitivamente il sacerdozio per arruolarsi tra i volontari garibaldini diventando uno dei più fidati amici del Generale, oltre che uno degli otto preti che abbandona la scelta religiosa per seguirlo.
Nel 1860, ormai quasi cinquantenne, seguì Garibaldi e prese parte alla Spedizione dei Mille fin dai preparativi e dopo lo sbarco a Marsala fece parte del Quartier Generale come addetto assieme a Cenni, Bandi, Gargiotti, Elia, Schiaffino e Stagnetti. Il Bandi ricorda varie volte nel suo memoriale Gusmaroli, il suo attaccamento a Garibaldi, il suo acceso sentimento anticlericale e racconta anche che durante il viaggio a bordo del Lombardo per passare il tempo giocasse a carte con la moglie di Francesco Crispi. Abba lo descriveva come una persona un po’ curva, di piccola taglia, tarchiato e con passo da marinaio, lunghi capelli bianchi e barba modellata come quella di Garibaldi, somigliando non poco a quest’ultimo. Tale somiglianza indusse i volontari siciliani a scambiarlo per il vero Garibaldi, come accadrà successivamente nel continente con Peard, altro “sosia” di Garibaldi.
Il Gusmaroli, nonostante l’età era spesso in prima linea, anche se sembra non combattesse effettivamente e fu sempre accanto al Generale e raggiunse il grado di maggiore. Fu insignito nel 1861 dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia.
Durante tutta la spedizione assolse a incarichi di stretta fiducia; sembra che sia stato lui a scovare il prezioso deposito di munizioni che le truppe nemiche avevano lasciato a Napoli alla vigilia dello scontro del Volturno.
Quando il 9 novembre il Generale Garibaldi s’imbarcò a Napoli sul piroscafo Washington per fare ritorno a Caprera, Gusmaroli seguì il Generale. e visse insieme al generale fino a una rottura della loro lunga amicizia per cause non del tutto chiarite. Alcuni della cerchia del Generale nel 1862 lo avevano accusato di essersi impossessato di denaro e valori durante le operazioni in Sicilia. Le accuse si rivelarono false, ma ormai l’amicizia era compromessa.
Si stabilì nella vicina isola de La Maddalena dove si sposò e si fece una famiglia, pur in tarda età.
Visse dai proventi di una barca da pesca che affittava e riparando le reti. Nel 1869 si riconciliò con Garibaldi e tornò a fargli visita a Caprera, aiutandolo anche con gli appunti delle Memorie che stava scrivendo.
Morì in estrema povertà a La Maddalena il 27 febbraio 1872, lasciando una vedova e due figli.
Il Generale Garibaldi così ne scrisse:
“Caprera, 29 febbraio 1872
E veramente forte era il nostro fratello d’armi, maggiore Luigi Gusmaroli, dei Mille, che oggi si divide da noi per la solita transizione della materia che si chiama morte. Gusmaroli era benemerito dell’Italia e dell’umanità per il suo valore non comune come milite del diritto e come emancipatore della razza umana, sventuratamente ancora pesta dal prete. Egli pugnò eroicamente tutta la vita per l’indipendenza, la libertà dell’Italia e dopo d’aver scaraventato l’abito sacerdotale con cui lo rivestirono parenti ignoranti, egli, non più prete ma cittadino onesto, propugnò tutta la vita i principi santi del vero, per cui l’umana famiglia saprà finalmente redimersi dalle vergogne superstiziose, in cui la tengono avvolta i neri impostori.
Salve, fratello Gusmaroli! Il giorno in cui noi sarem chiamati come te a cambiar di casa, speriamo di poter dare ai nostri figli il forte esempio che tu ci dai oggi.
Addio, a rivederci.
G. Garibaldi”