Il sindaco celebra Garibaldi
Articolo dello scrittore Antonio Ciotta.
Romeo Armellini, primo cittadino di La Maddalena nel 1982, passerà alla storia come il sindaco del Centenario Garibaldino.
Con la sua verve giovanile, talvolta un pò troppo garibaldina, rappresentò egregiamente la cittadinanza durante tutto l’arco delle manifestazioni centenarie che portarono Caprera e l’Arcipelago all’attenzione di tutto il mondo.
Ma subito dopo il grande appuntamento del 2 giugno, che vide la presenza nell’isola del presidente Pertini del presidente del Consiglio Spadolini, di Enrico Berlinguer e delle massime cariche dello stato, tra cui il futuro presidente Scalfaro, spentosi l’eco del Centenario l’amministrazione Armellini, travolta dalle solite beghe, si dissolse come neve al sole. Il comune fu commissariato e furono indette nuove elezioni.
Dieci anni dopo, nel 1992, Giuseppe Deligia, sindaco già traballante, fece appena in tempo a rappresentare la cittadinanza nel corso delle manifestazioni garibaldine organizzate dal concittadino Mario Birardi (futuro sindaco) e concluse il 2 giugno con la sottoscrizione dell’atto di gemellaggio con il Battaglione Caprera: dopo di lui…il Commissario. Roberto Brocca, succeduto nella carica al termine di un alternante turbinio di sindaci durati pochi mesi ciascuno, subito dopo la sottoscrizione degli atti di gemellaggio con i bersaglieri dell’8a Brigata Garibaldi e con l’incrociatore portaelicotteri “Giuseppe Garibaldi”, che conclusero le manifestazioni garibaldine del 2 giugno 1993, ha dovuto lasciare la poltrona di primo cittadino per far posto ad un altro commissario. Analoga sorte, infine, è toccata all’amministrazione di Pasqualino Serra, primo sindaco designato con elezione diretta, fautore del trasferimento a Caprera delle spoglie di Anita.
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma non sarà Garibaldi a tenere in piedi le amministrazioni comunali ogni volta che viene rispolverato per poi farle cadere miseramente non appena viene rimesso nell’armadio?
Memori degli insegnamenti vichiani abbiamo voluto fare una ricerca nella storia isolana e, puntualmente, abbiamo potuto riscontrare che anche nel passato le cose non andavano poi tanto diversamente da come vanno oggi. Allora come ora, pare che quando Garibaldi veniva commemorato, arrivava puntualmente il commissario, con l’unica differenza che ora è “prefettizio” mentre allora era “regio”.
A ricordarci questi “corsi e ricorsi” è una lettera del 23 maggio 1907 diretta dal sindaco Luigi Alibertini al generale Ricciotti Garibaldi, figlio dell’Eroe. Era l’anno di un’altro centenario, quello della nascita dell’esule di Caprera e la cittadinanza si preparava a celebrarlo con grande solennità. Mentre il centenario del 1982 non ha lasciato alcuna traccia, i maddalenini, nella ricorrenza di quel 4 luglio si apprestavano ad inaugurare a Cala Gavetta la “Colonna Garibaldi”, un monumento eretto con i fondi di una spontanea sottoscrizione, senza l’apporto di denaro pubblico, anche se il primo sottoscrittore, con la somma di mille lire, fu S.M. Vittorio Emanuele III. La colonna doveva essere realizzata con il granito delle cave di Cala Francese, donato da Attilio Grondona, ed eretta con mezzi forniti dal contrammiraglio Bianco, con la direzione gratuita di Pietro Frau.
Ma anche a quei tempi nella vita politica locale serpeggiavano i soliti giochi di corridoio. Alibertini, notoriamente massone, ma sindaco di provata capacità e rettitudine, era seriamente preoccupato per le sorti dell’amministrazione comunale e non tanto come egli stesso ci spiega, perchè avrebbe perso la sua poltrona, quanto per altre ragioni di opportunità che imponevano almeno una protrazione della sua decadenza affinchè in quella solenne occasione la cittadinanza venisse rappresentata da un sindaco e non da un asettico burocrate.
Nella lunga lettera diretta a Ricciotti, dopo i convenevoli di pragmatica e dopo aver assicurato il generale del suo interessamento alle istanze avanzate per l’erezione di un ospedale intitolato a Garibaldi, così caldeggiava il mantenimento della sua carica: “Ed ora, egregio generale, mi permetta di esporle in brevi cenni come stiasi affermando la voce di un probabile scioglimento del Consiglio Comunale ed una conseguente venuta di Regio Commissario. Niente ho da rimproverarmi e la mia onestà è superiore a qualunque provvedimento di tal genere: duolemi soltanto che nella ricorrenza delle prossime feste centenarie sia tolto all’amministrazione il diritto di rappresentanza che naturalmente non potrebbe incarnare il sentimento sincero della cittadinanza con il Regio Commissario. La prego perciò di assumere informazioni su quanto Le ho esposto, e vedere di far arrestare ogni provvedimento in proposito. Col di Lei valido ed efficace intervento, questo mio desiderio potrebbe appagarsi”.
E il desiderio di Alibertini venne appagato. Il 4 luglio 1907 rappresentò la cittadinanza alle manifestazioni centenarie inaugurando, al termine di un solenne discorso tenuto dallo scrittore Sebastiano Satta, la Colonna Garibaldi, con il grande medaglione in bronzo dello scultore Gallori, che da allora sfida il ponente di Cala Gavetta. Ma fu il canto del cigno: l’amministrazione Alibertini fu sciolta a fine anno e subito dopo venne…il Regio Commissario.
Se è vero che la storia è maestra di vita, i futuri sindaci di La Maddalena, città che si fregia nel suo stemma del Leone di Caprera e del motto “Herois cineres oras tutorque latinas”, dovrebbero trarre questo insegnamento: ..state attenti a Garibaldi, tenetene alta e viva la figura e non riponetelo mai nell’armadio, altrimenti quello si rivolta nella tomba e fa arrivare…il Commissario!
Lettino ortopedico con schienale regolabile, appartenuto a Giuseppe Garibaldi.