Le vicende del Battaglione e la riduzione a centuria
Il 25 maggio 1809, su richiesta di De May, il re accordò al battaglione una “banda albanese” di 12 elementi (2 clarinetti, 2 corni da caccia, 2 ottavini, 1 fagotto e 5 triangoli, “cassioni” e simili), «per secondare le brame dei Signori Uffiziali», i quali ci tenevano a non sfigurare rispetto alle altre fanterie di marina, tutte dotate di sgargianti bande turche. Il 5 luglio 1809 fu stipulata con Francesco Zonza da Ischia una fornitura di 6.400 palmi di tela per camicie del battaglione di R. Marina e remiganti di grazia: non sappiamo se Zonza (forse parente del decorato Tomaso) fosse residente in Sardegna oppure se il contratto fosse una ricaduta dell’effimera rioccupazione borbonica di Ischia e Procida. Nel febbraio 1810 fu accordato il congedo ad un soldato di marina, già del corpo franco, a condizione di fornire 3 reclute e di non abitare nel paese in cui aveva commesso il delitto per il quale era stato condannato.
L’interruzione dei collegamenti continentali fu comunque compensata da intensi traffici con la Spagna. In vista dell’arrivo (nel giugno 1810) di 277 piemontesi disertati dall’esercito francese in Spagna e ceduti quale corrispettivo degli aiuti concessi dal governo sardo alla missione inviata dal governo spagnolo, con regio viglietto del 6 aprile 1810 fu creata la 4a compagnia fucilieri e fu aumentato l’organico del Battaglione a 711 teste (SM di 25, 85 artiglieri e 600 fucilieri, più 1 soprannumerario). In particolare furono aggiunti allo stato maggiore un caporale e un piffero maggiore, un “serpentier” e la banda albanese. L’aumento compensò il congedo di 13 soldati durante la rivista d’ispezione dell’aprile 1810 e consentì in estate di armare eccezionalmente tutte le 13 unità di cui disponeva la marina.
Al 12 febbraio 1810 le compagnie di fanteria erano comandate da De May, Gerbon e Masala; al 31 luglio 1811 da Gerbon, Masala, Daprotis e Palombella; al 30 maggio 1812 le prime tre da Masala, Daprotis e Palombella, mentre la 4a, vacante, era comandata al 30 settembre dal capitano Brome. Al 31 luglio 1811 la forza delle compagnie, esclusi gli ufficiali, era tuttavia ridotta a 106 fucilieri e 69 artiglieri, per un totale di 508 più lo stato maggiore. Il progetto di riforma approvato il 19 novembre 1812 sciolse il Battaglione riducendolo a centuria di marina su 2 compagnie di 87 teste, con un nucleo comando di 9 (3 ufficiali, 3 trabanti, 1 sergente maggiore, 1 vivandiere, 1 frater), una squadra di 22 artiglieri (1 sergente, 2 caporali, 7 cannonieri di prima e 12 di seconda classe) e due squadre di 28 fucilieri (1 sergente, 2 caporali, 1 tamburo e 24 soldati). Parte del personale eccedente fu incorporato nel Reggimento Sardegna.
Probabilmente lo scioglimento del Battaglione fu deciso non solo per ragioni finanziarie, ma anche politiche, a seguito del coinvolgimento di due sergenti nel complotto del 31 ottobre 1812 (asserivano di essere in grado di far sollevare gli ex-disertori piemontesi). Nella Descrizione l’arciduca Francesco lo definiva «composto di pochi sardi, e la più parte forestieri piemontesi, italiani diversi, alcuni tedeschi e francesi molti dei quali arrollati tra i prigionieri francesi in Spagna.
Questo corpo aveva poco spirito di corpo; uffiziali poco brillanti, ha anche meno distinti che il Regg. Sardegna, ma però aveva buoni soldati, ma un miscuglio di nazioni. Aveva una gran banda di musica. Tutto il battaglione ha 6 (sic) compagnie di circa 80 l’una e in tutto da 500 uomini. Vestiti ugualmente in bleu, risvolti rossi ponseau e cingie nere della patrontasca».