Uomini e barche della vecchia marineria di Cala Gavetta
Il ricordo di Cala Gavetta (1) degli anni 40/50, attraverso una descrizione suggestiva e umana del marinaio più rappresentativo di quell’epoca “Zi’ Filippu”, dà una sensazione che il tempo non sia passato: falsa sensazione evidentemente, come tutte le sensazioni che riguardano il passato che si vorrebbe mai troppo lontano. Splendido quadretto naif di Pietro Favale.
Il Nord America , vecchia barca a vela latina, per moltissimi anni ha navigato tra La Maddalena e Palau, infischiandosene del mare tempestoso e del temutissimo ponente. Non c’è persona adulta che non abbia conosciuto o meglio navigato, in giovane età, sul Nord America. Lo stesso suo nome attirava i ragazzi, aveva sapore d’avventura. I giovani prendendo imbarco su quella barca subivano, quasi sempre, il battesimo del mare, di quel mare, che più tardi li affascinava e li portava verso altri lidi, altri paesi per diventare veri marinai.
Non vi è stata tempesta nell’arcipelago maddalenino che il Nord America non abbia spavaldamente affrontato e vinto. A volte è sembrato che gli elementi avessero ragione di quel “guscio” ma poi, gagliardamente, l’imbarcazione sgusciava tra le onde biancheggianti e furiose, giungendo, grondante d’acqua, nel vecchio porticciolo di Cala Gavetta, per ormeggiarsi, con manovra sicura e un celato orgoglio per l’impresa compiuta, alla banchina, mentre vecchi e giovani gli facevano compiaciuti corona lungo il molo.
Si è parlato del Nord America e, a torto, non è stata citata l’anima vivente, il suo “capitano’, un vecchio lupo di mare che l’ha sempre condotta tra i mari, vittoriosa: Zi (zio) Filippu (Marini). Chi degli anziani non lo ricorda?
Impossibile trovarne uno, uno solo tra la vecchia popolazione maddalenina e tra quella della bassa Gallura.
È stato certamente il più popolare, forse il più provetto marinaio della marineria velica maddalenina. Era sempre sulla banchina o sulla sua barca dall’albeggiar del giorno e fino al tramonto, con un suo berretto a visiera e con la faccia bruciata dal sole e impregnata di salsedine, sempre allegro e bonario con tutti. “Ciau cusciu” (ciao cugino) era il suo saluto per gli amici.
Una vita dura che è durata oltre settantacinque anni sul vecchio e indomito Nord America, poi il tempo e gli anni hanno avuto ragione di lui.
Rimane, del vecchio lupo di mare, il suo affettuoso ricordo e la sua barca, il Nord America che rimessa a nuovo nel 1972, continua a navigare, ora senza vela ma con un capace motore.
Cronache di un Arcipelago – Pietro Favale – La Maddalena – Ottobre 1989
- Gavetta (Cala), significa piccola insenatura, da voce prelatina *gava/*gaba=canalone, torrente, golfo, cala, cavo (nel senso di zona scavata), < kabalu – accadico, kabl – semitico occidentale, kêvel – ebraico, kabel – ceco, cablu – rumeno, cable – francese, kablo – turco.
Altri, siccome il toponimo si riferisce ad una insenatura naturale a sud dell’Isola di La Maddalena, in Sardegna, dove di fatto è sorto il primo nucleo della Marina Sarda, si sono attardati, brancolando al buio o a lume di naso, su aspetti secondari del tutto ininfluenti, come una gavetta militare o un gavetta per cavi o, peggio ancora, ancora un gavitello. In sostanza questi ultimi nomi risultano assolutamente secondari e derivati. (Tratto dal libro MGDL e dintorni di Giancarlo Tusceri)