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Eucalipto

Eucalipto (nome scientifico Eucalyptus camaldulensis; nome locale eucaliptu). Articolo di Giovanna Sotgiu.

Credo che tutti a La Maddalena conoscano questo albero, malgrado esso non sia di origine locale, ma anzi venga da una terra lontana: l’Australia. Sarà capitato a molti, in estate, di vedere volare i sottilissimi stami giallognoli che ricoprono di uno strato compatto il terreno sottostante, o di sentire il profumo dolce, molto vicino a quello dello zucchero caramellato, sprigionato dai piccoli fiori.

Grazie al grande potere di assorbimento delle sue radici, in Sardegna esso è stato massicciamente usato all’epoca delle bonifiche mussoliniane nelle aree paludose e acquitrinose e, in particolare, nella piana di Arborea. A La Maddalena è stato introdotto, come elemento decorativo, durante i lavori per la costruzione della base navale e delle sue pertinenze: infatti grazie alla crescita veloce e alle dimensioni raggiunte l’eucalipto si prestava, meglio di altre essenze locali più lente, ad abbellire piazze, viali e giardini, come Piazza Comando, le Torpediniere (via Ammiraglio Mirabello), Caprera presso i bacini, Stagnali, Isola Chiesa.

Oggi non gode più della fortuna di un tempo e si preferisce, in genere, piantare le specie locali; ma ciò non toglie che il grande viale Mirabello perderebbe la sua connotazione con la perdita degli eucalipti: ed è, invece, proprio quello che succederà quando verrà realizzato il secondo lotto dei lavori del porticciolo di Cala Chiesa. Penso che un piccolo cambiamento di progetto per garantire la vita a questi alberi e alle nostre memorie non ostacoli la sistemazione di un nuovo giardino.

La pianta è entrata nella tradizione locale grazie ai suoi presunti effetti benefici per curare la malaria con un decotto (ricavato da un pugno di foglie) bevuto nella dose giornaliera di un bicchiere. Questo uso è conosciuto anche in altre zone della Sardegna dove veniva addirittura indicato il numero preciso di foglie da usare (101), con una evidente implicazione magico-religiosa.

La cura delle malattie dell’apparato respiratorio (e anche della pertosse), praticata nelle regioni meridionali sarde trova corrispondenza in Corsica, dove al fumo profumato sprigionato dall’eucalipto bruciato è stato attribuito anche il potere di allontanare la tremenda epidemia di febbre spagnola del 1918: così, senza peraltro essere sicuri del risultato, andò in fumo la maggior parte degli alberi di San Fiurenzu.

Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma