Giancarlo Maniga
Nato a La Maddalena il 16.9.1937, da Mariangela Branca casalinga (1913-2005) e Ennio Maniga Magistrato (1904-1977), Giancarlo Salvatore Martino Maniga, primogenito di due figli, proviene da una famiglia di Giuristi. si è laureato ed esercita presso il Foro di Milano.
Laureato presso l’Università Statale di Milano, è iscritto all’albo degli avvocati dal 1972, cassazionista. Penalista, si è occupato della tutela dei diritti umani lesi da crimini contro l’umanità, anche a livello internazionale. È specializzato in diritto dell’ambiente che tratta sotto i profili penale ed amministrativo. Collaboratore del Ministero dell’Ambiente in materia di aree protette. Fa parte dell’Associazione Nazionale “Club Giuristi dell’Ambiente”.
E’ stato avvocato di parte civile nel processo contro l’ex-SS Erich Priebke per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Nel processo sui desaparecidos italiani in Argentina che ha portato alla condanna il 6.12.2000 dei generali Suarez Mason e Riveros,e di altri cinque militari è stato avvocato di parte civile di numerosi familiari delle vittime e dei sindacati CGIL e il sindacato internazionale CIOSL. Nel 2007 è stato legale di numerose parti civili argentine nel processo ESMA e dell’associazione dei “FAMILIARES” dei desparecidos. Nel 2009 ha difeso la parte civile e la Regione Emilia-Romagna nel processo contro il militare cileno Alfonso PODLECH.
E’ stato l’autore della denuncia sui desaparecidos uruguaiani che ha dato avvio nel 1999 al processo CONDOR.
Il 21 Marzo 2012, (vedi foto) il Governo Argentino, consegna all’avv. Giancarlo Maniga l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di Mayo al Merito, per aver collaborato alle realizzazioni dei processi in Italia contro i membri della dittatura militare nella Repubblica Argentina, contribuendo alla conservazione della memoria ed alla ricerca della verità e della giustizia,alla base dei diritti umani. L’onorificenza, decisa con decreto governativo argentino e su delega del Presidente della Repubblica Argentina, gli è stato conferito dall’ambasciatore argentino a Roma. (nella foto durante la cerimonia) L’ordine di Mayo è un riconoscimento che l’Argentina consegna a chi ha contribuito al progresso, alla cultura e alla solidarietà internazionale.
Maniga ha seguito anche le sorti di tre cittadini di origine italiana nell’ambito del processo Esma, con cui sono stati condannati all’ergastolo, tra gli altri, l’ex capitano di corvetta Alfredo Astiz e il “Tigre” Jorge Acosta, uno dei più efferati torturatori dei tempi della dittatura. L’avvocato conosce a fondo quell’epoca oscura: ha ascoltato le testimonianze di decine di familiari di desaparecidos ma anche di studenti, sindacalisti, professori universitari, persone comuni sopravvissute alla crudeltà dei centri clandestini. “In quel momento storico drammatico, la Chiesa argentina ha brillato per la sua assenza”, commenta oggi Maniga dal suo studio di fronte al tribunale di Milano: “Un’assenza così marcata da sconfinare nella complicità. A Buenos Aires, ma anche a Rosario o Cordoba, ogni giorno spariva qualcuno. La Chiesa non poteva non sapere”, continua il legale. “Tanto più che vi sono testimonianze secondo cui ai desaparecidos, prima di venire lanciati in mare dai famigerati voli della morte, veniva data l’estrema unzione da sacerdoti convocati ad hoc”.
Quello che alcuni definiscono un silenzio prudente si traduce, nei ricordi dell’avvocato sardo, in colpevole omertà. Sino al mea culpa in occasione del 30° anniversario del golpe, quando papa Francesco, allora arcivescovo di Buenos Aires, incoraggiò la Chiesa a pubblicare un documento in cui ammetteva in parte le proprie responsabilità. Secondo Maniga non è sufficiente: “I credenti di allora avevano diritto a una posizione più netta e più attiva. Ad esporsi furono solo sconosciuti sacerdoti e parroci di provincia. Rappresentanti del basso clero. Che in molti casi hanno pagato con la vita il loro coraggio”. Una macchia, quella dei desaparecidos, che rischia di compromettere la popolarità del nuovo papa? L’avvocato Maniga non ci crede più di tanto: “Bergoglio è un politico molto abile“.