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Ginestra di Corsica

Ginestra di Corsica (nome scientifico Genista Corsica, nome locale spina razza). Articolo di Giovanna Sotgiu.

Malgrado il colore grigiastro e l’aspetto poco appariscente, la ginestra di Corsica non passa inosservata, un po’ perché, indifferente al substrato, la si trova dappertutto nelle nostre isole, dalla gariga costiera, alla macchia degradata, dai terreni sassosi a quelli ricchi di humus; un po’ perché le sue spine robuste, numerose, ricurve e spesso divise all’apice, lasciano dolorosi ricordi in chi le sfiora.

E proprio per questa sua caratteristica, facendo leva sul potere deterrente delle sue spine, i maddalenini la utilizzavano per impedire l’accesso agli orti o ai terreni coltivati da parte di animali importuni come le capre che non conoscono altri ostacoli; i muri a secco erano definiti nella parte alta dalle cosiddette copertine, pietre larghe che occupavano in larghezza lo spessore del muro conferendogli stabilità e anche una certa eleganza: sulle copertine venivano disposte le fascine di spina razza, in modo che sporgessero abbondantemente, fermate in alto da altre pietre.

Ma la ginestra di Corsica opponeva valida protezione anche dentro casa, dove occorreva difendere dai topi formaggi e salumi disposti sui soppalchi e sulle pertiche di ajaccio ad asciugarsi (e affumicarsi) lentamente nella stanza del camino. Qualcuno cercava di impedire, con lo stesso sistema, l’accesso dei topi sulle barche e recentemente mi è capitato di vedere un gozzetto tirato a terra, coperto dalla tenda fino alla poppa dove un bel cespuglio di spina razza copriva il piccolo varco rimasto.

Altri usi oggi scomparsi, erano legati alla caratteristica della pianta di bruciare rapidamente e con fuoco vivace: per questo veniva usata come ottima esca per i forni a legna e, soprattutto, per la usciatura, cioè la ripulitura della pelle del maiale: con la sua fiammata densa e crepitante veniva passata rapidamente sulla cotica liberandola dalle setole.

La ginestra di Corsica è un endemismo sardo-corso i cui fiori, come quelli di molte altre labiate, entravano nella medicina popolare grazie al potere disinfettante per piccole ferite e alla qualità rinfrescante della tisana. Questi fiori sono numerosissimi e ricoprono, a volte, completamente il cespuglio rendendolo ingannevolmente innocuo con la loro massa giallo dorata e splendente.

Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma