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Il Museo Geo-Mineralogico Naturalistico

Nell’isola di Caprera, a Stagnali, all’interno di uno dei vecchi capannoni militari ristrutturati per ospitare il Cento di Educazione Ambientale del Parco, è ospitato il Museo Mineralogico e Geologico dell’isola di Caprera.

Inaugurato il 16 giugno 2001, esso è gestito dalla Associazione Mineralogica Paleontologica Naturalistica intitolata a Giovanni Cesaraccio, un naturalista maddalenino che è stato, nella sua breve vita, maestro per una generazione di giovani. La sua esperienza, schiva e discreta, improntata al grande amore per la natura, ha contribuito a rafforzare e diffondere la sensibilità ambientale e a sviluppare molte iniziative di ricerca e di studio.

La struttura, realizzata nella prima metà del novecento per ospitare una caserma nella quale hanno soggiornato tra gli altri i militari del 59° Reggimento Fanteria Calabria, è composta essenzialmente da due grandi sale nelle quali sono esposti campioni di rocce, minerali, fossili, sabbie di spiaggia, conchiglie, flora e fauna marina, provenienti per la gran parte da numerose località del territorio del Parco; tra il materiale esposto degni di nota possiamo elencare: giganteschi gruppi di cristalli di quarzo affumicato (sino a 150 kg e 65 cm di lunghezza) provenienti dal settore nord orientale dell’isola di Caprera che prende il nome di Punta Crucitta; Uno spaccato di cava di granito con attrezzi da lavoro, binario, carrello, forgia, foto, documenti storici e cimeli a ricordare la vita e le abitudini degli scalpellini che lavorarono nelle antiche cave di Cala Francese a partire dai primi del 900; una piccola collezione di rocce e di meteoriti provenienti da numerose località mondiali. Nel museo è strato allestito uno spazio attrezzato per le video-proiezioni e didattica per le scuole, oltre ad un piccolo laboratorio con microscopi e l’occorrente per l’identificazione e la preparazione dei campioni che andranno esposti.

Le finalità del Museo sono:

– promuovere, coordinare e compiere ricerche, studi di carattere geologico e mineralogico per lo sviluppo delle conoscenze in tali settori;
– raccogliere, identificare, catalogare e studiare il materiale raccolto, con particolare interesse per quello locale;
– contribuire alla diffusione di una cultura di massa nel campo della mineralogia e della geologia con la pubblicazione di studi, saggi e ricerche; svolgimento di attività didattica con l’organizzazione di conferenze, mostre, incontri con le scolaresche ed altre iniziative utili allo scopo;
– collaborare con istituti universitari, associazioni scientifiche, organi di ricerca ed altri enti.

​Il materiale esposto al Museo potrà essere visionato ed esaminato con attenzione da studiosi, ricercatori o semplici cittadini interessati che ne facciano richiesta scritta all’Ente Parco, sotto la sorveglianza degli incaricati dell’Associazione Giovanni Cesaraccio. Nel territorio del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena è vietata la libera ricerca e raccolta di minerali e rocce, essa e consentita, anche da parte di semplici amatori, solamente per scopi scientifici, previa autorizzazione rilasciata dall’Ente Parco.

PERIODO DI APERTURA E ORARI:

Il museo è visitabile per appuntamento nel periodo invernale facendo pervenire richiesta per E-mail all’indirizzo: geomuseo@tiscali.it o telefonicamente ai seguenti numeri: 329 6221680; 338 5940560; 3397994049.

L’Associazione Mineralogica

Paleontologica Naturalistica “Giovanni Cesaraccio”, infatti, pur avendo come fine precipuo lo studio dei minerali, ha lavorato in tante direzioni diverse, tutte legate alla conoscenza dell’ambiente e ha inserito nel museo, accanto ai campioni di rocce, minerali, fossili molte specie significative dell’ambiente marino: conchiglie provenienti da tutto il Mediterraneo, ma, in particolare, dal mare delle Bocche di Bonifacio, crostacei più o meno conosciuti e sabbie prelevate dalle spiagge delle isole dell’arcipelago. Queste, disposte in piccoli scomparti affiancati, offrono una visione sinottica mostrando al visitatore differenze altrimenti impercettibili di granulosità, colore, consistenza.
Fotografie, carte geologiche e materiale didattico riguardante il territorio del Parco arricchiscono le collezioni e creano un complemento alla funzione di laboratorio di ricerca che il museo si propone di svolgere: per questo un settore è stato adibito ad aula per video – proiezioni e didattica per le scuole; un piccolo locale attrezzato a laboratorio con microscopi, bilancieri, reagenti chimici ecc., consente di selezionare e “preparare” i campioni che saranno esposti al pubblico.
Una curiosità, non legata all’ambiente dell’arcipelago, è costituita da una piccola collezione di meteoriti provenienti dalle località classiche di impatto sulla terra quali: Meteor Crater in Arizona, Nantan in Cina, Sikhote Aline Federazione Russa, Deserto Libico, Campo del Cielo Argentina e Toluca in Mexico.
Tra i minerali, provenienti essenzialmente da numerose località dell’isola di Caprera, spiccano i giganteschi gruppi di cristalli di quarzo affumicato (sino a 150 kg e 65 cm di lunghezza) descritti su alcune riviste italiane e straniere (Gamboni A. e Gamboni T., 2000), provenienti dal settore nord orientale dell’isola di Caprera che prende il nome di Punta Crucitta; sono esposti numerosi campioni di “Tormalina” nera (sciorlite ?) in cristalli sino a 5 cm provenienti dagli scisti situati nel settore meridionale dell’isola. Tra i minerali di interesse sistematico vanno citati i piccoli (5-6 mm) ma numerosi cristalli di Bertrandite e Almandino rinvenuti in alcune piccole cavità pegmatitiche presenti nella località Coticcio.
Il museo conta, inoltre, su donazioni fatte da semplici cittadini che si avvicinano con entusiasmo alle iniziative in atto offrendo soprattutto campioni di minerali e di fauna marina: il risultato è non solo l’arricchimento delle collezioni, ma anche la creazione di un nuovo rapporto di collaborazione e di interscambio fra utenti, gestori e amministratori del Parco. Fra questi doni, forse quello più significativo è un mucchietto di sabbia, arrivato all’associazione accompagnato da un semplice biglietto: la donatrice, che anni fa aveva raccolto un po’ di sabbia della Spiaggia Rosa portandola nella sua casa come un trofeo, si è resa conto della inopportunità del suo gesto e ha voluto rimediare restituendo la sabbia al suo luogo d’origine.

Le rocce dell’arcipelago, nella apparente uniformità dell’onnipresente granito, sono ben rappresentate da campioni che mostrano le differenziazioni avvenute nel lungo ciclo della loro formazione e la spettacolare bellezza di sfumature o di contrasto di colori.
Al granito e al suo sfruttamento economico è dedicata una piccola area, meritevole di attenzione e di maggiori spazi, che ricostruisce l’attività ad esso legata: dalla estrazione nelle cave, alcune delle quali come quelle di Cala Francese e di Santo Stefano divenute di notevole importanza, alla lavorazione. Uno spaccato della cava presenta, dunque, insieme a fotografie e documenti, gli attrezzi da lavoro degli scalpellini, un carrello per il trasporto dei conci, gli arnesi della forgia, oggetti d’uso un tempo comuni e oggi quasi completamente dimenticati; un mondo scomparso del quale il museo mantiene intatta la memoria: è a mimoria d’a petra che ha coinvolto migliaia di lavoratori nell’arco di un secolo di attività e che l’associazione “Giovanni Cesaraccio” ricostruisce con questo lavoro.

Vedi: catalogo del museo