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Il ritrovamento delle spoglie mortali di Tomaso Zonza, dal Cimitero degli Eroi al nuovo Camposanto

Forse era scritto che la comunità maddalenina doveva ricordare uno dei suoi figli più prestigiosi, una delle Medaglie d’oro al valor militare dell’allora piccola Regia Marina Sardo-piemontese, a cavallo fra il Settecento e l’Ottocento, il piloto Tomaso Zonza, in un significativo momento nel quale la nostra isola è oggi avviata ad un processo di riconversione del proprio passato militare e delle infrastrutture connesse alla creazione della Piazzaforte della Marina Militare, dalla fine dell’Ottocento sino alle vicende economiche e belliche del secolo appena scorso.

L’iniziativa commemorativa, promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Lions Club di “La Maddalena – Caprera”, trae origine dal fortunato rinvenimento di una cassetta mortuaria di legno con la scritta «Tomaso Zonza», conservata nell’attuale civico Cimitero, all’interno della cappella privata della famiglia di Francesco Susini (1), sindaco isolano durante gli ultimi anni dell’Ottocento, tale testimonianza è purtroppo l’unica prova reale e tangibile pervenutaci, di quei valorosi uomini di mare che fecero grande non solo la storia dell’isola ma quella della nascente Marina Sardo-piemontese, futura Marina Militare Italiana.
È quindi con particolare orgoglio che il Comune maddalenino si appresta a ricordare e celebrare questo personaggio con una pubblicazione e la deposizione dei suoi resti mortali, racchiusi in un urna di granito, omaggio dei Lions Club di “La Maddalena – Caprera”, all’interno del cippo dell’obelisco monumentale del Cimitero, ove verrà altresì sistemata, a cura del Comune, una lapide commemorativa riproducente l’epitaffio originario, testimonianza allora presente nello smantellato civico camposanto.

Del rinvenimento della cassetta in legno contenente le ossa di Tomaso Zonza, venne data notizia sul settimanale locale Il Vento nel 2006, dietro interessamento del Direttore del periodico, il ricercatore isolano Claudio Ronchi, la segnalazione, che destò subito l’interessamento degli studiosi e ricercatori locali, venne attestata e suffragata dai custodi cimiteriali Vincenzo Del Giudice ed Antonio Apogeo.

Sul coperchio della cassetta infatti, si legge nettamente ed inequivocabilmente la scritta «Tomaso Zonza», riportata per ben tre volte, due volte per esteso ed in corsivo, da grafie diverse, ed una volta a stampatello col solo nome «Tomaso», a significare come diverse volontà nel tempo vollero serbarne la memoria.

La spiegazione del perché tali spoglie mortali siano state conservate proprio nella cappella della famiglia di Francesco Susini, ci proviene dal legame dell’eroe con una sua nipote diretta, Vincenza Zonza nata a La Maddalena nel 1837, figlia di Giovanni Battista Zonza, (2) la quale aveva sposato nel 1859 il predetto Susini.

In tale cappella dunque qualche erede verosimilmente degli Zonza, traslò dal vecchio camposanto i resti dell’eroe maddalenino, deceduto nell’isola nel 1842: dalle ricerche storiche e genealogiche effettuate nei registri parrocchiali e comunali dell’isola e verificando le varie discendenze, presumibilmente fu un nipote di nome Antonio Zonza, (3) nato dal matrimonio del predetto Giovanni Battista (4) con Maria Antonia Gavini, il quale si rese autore nel 1932, anno delle celebrazioni del cinquantenario della morte di Giuseppe Garibaldi, in un momento quindi propizio alle commemorazioni degli italici eroi, della deposizione nel vecchio Cimitero di una significativa lapide a ricordo del nonno, come si evince dagli appunti scritti dall’allora Parroco don Salvatore Capula, in un apposito quaderno, (5) dal titolo “Cimitero vecchio: Epitaffi e Tombe”, redatto nel febbraio del 1948 in occasione dello smantellamento dell’antico camposanto.

Della lapide andata persa, conosciamo l’epigrafe, grazie alla trascrizione fatta allora dal Parroco don Capula nei predetti appunti: «A memoria del Cav. Tomaso Zonza, Piloto della R.M. Sarda da S.M. il Re di Sardegna insignito della Medaglia d’Argento, della Medaglia d’Oro e della Croce d’Oro dell’Ordine di Savoia per gli intrepidi atti di valore compiuti nel 1793-1794 e 1811. Gloria e vanto di questa patriottica Isola. Antonio Zonza al nonno pose».

Forse l’iniziativa dell’anziano nipote Antonio Zonza, si allacciava altresì alla costituzione proprio nel 1932, del “Comitato Pro La Maddalena”, (6) un comitato benemerito che nell’agosto di quell’anno, si fece promotore, nell’enfasi patriottica del cinquantenario garibaldino, di un appello ai maddalenini per il restauro e la conservazione dell’allora vecchio Cimitero, i cui lavori, terminati in pochi mesi, diedero onorata dignità al luogo che «[…] contiene le spoglie di tanti gloriosi, che lo rendono sacro non solo a chi è maddalenino, ma a chiunque senta in petto cuore di Italiano.», come recitava l’appello medesimo.

La traslazione delle spoglie mortali di Tomaso Zonza nella Cappella dei Susini, dovette quindi avvenire verosimilmente durante quelle operazioni di restauro, infatti le ossa di Tomaso Zonza una volta recuperate, (7) vennero raccolte nella predetta urna di legno, certificate semplicemente con l’apposizione sulla stessa del nome di riconoscimento e quindi collocate nella cappella funebre dei Susini – Zonza, mentre la lapide del nipote, sistemata nel luogo della sepoltura iniziale, attestava – come notava mons. Capula – la memoria del luogo originario, così come si desume dalle annotazioni appuntate dal Parroco don Capula, in data 6 febbraio 1948, nel succitato quaderno relativo alle operazioni di traslazione delle tombe: «La Lapide (di Tomaso Zonza) è recente. È stata collocata nel 1932 nel cinquantenario della morte di Garibaldi. La tomba sotto la lapide è 50 cm. da terra. Raccoglie molti teschi. Alcuni presenti osservano che tempo addietro era in parte scoperta e servì di raccolta ad ossa sperdute. Vi è un cadavere ancora ben conservato e senza cassa. Alcuno accerta che si tratti di un naufrago occultamente ivi depositato Fra le tante vi saranno i resti di Tomaso Zonza? La lapide del nipote parrebbe conservare la memoria dei luoghi».

Questa testimonianza del Parroco, con il suo interrogativo, intrecciata alla considerazione sulla memoria del luogo testimoniata dalla lapide, conforta e supporta quindi la conclusione che le ossa dell’eroe erano nel frattempo già state raccolte, credibilmente nell’urna di legno ora ritrovata, attestando tra l’altro come al momento della demolizione del vecchio Cimitero nel 1948 e della pertinente ricognizione, non vi fosse più in esso alcuna certezza sulla presenza delle spoglie mortali di Zonza, risultando la tomba originaria manomessa ed utilizzata variamente negli anni precedenti.

D’altronde vi è da dire come sin dal 1894, anno ufficiale di edificazione del nuovo e attuale civico Cimitero, (8) varie famiglie avevano già iniziato a trasferirvi i propri defunti dal vecchio cimitero, trascurando o addirittura lasciando in rovina le vecchie sepolture, in tale sorte sarebbero quindi potuti incorrere infelicemente le spoglie mortali di Tomaso Zonza.

La benestante e conosciuta famiglia di Francesco Susini, fu fra le prime a costruire nel nuovo camposanto una importante e significativa cappella con tanto di marmi e decori, cappella che sicuramente offriva una più sicura e degna tumulazione per la medaglia d’oro Zonza.

In relazione a ciò, la traslazione della cassetta con i resti dell’Eroe, potrebbe anche essere stata fatta contestualmente all’edificazione della suddetta cappella familiare, magari prima della morte della citata nipote Vincenza Zonza, deceduta nel 1912, per opera della stessa o del marito Francesco Susini, spentosi nove anni dopo la moglie, ciò chiaramente in riguardo del rilevante antenato della consorte (9).

Comunque di fronte a questa unica ed importante testimonianza delle antiche e orgogliose memorie degli eroi della comunità isolana, pervenutaci ad opera di benemerite mani, rimane a noi l’impegno morale e civile a che essi «[…] non debbano cadere nell’abbandono e nell’oblio, che sarebbe colpa imperdonabile verso le generazioni future, che al contrario debbono da quelle Tombe attingere l’esempio e l’insegnamento a ben oprare», come testualmente declamava l’appello del predetto “Comitato Pro La Maddalena” datato 11 agosto 1932, che si era posto l’obbiettivo, reso vano poi dall’Amministrazione Merella nel 1948, di preservare e consegnare ai posteri “Il Cimitero degli Eroi”.

Antonello Tedde  – Co.Ri.S.Ma

NOTE:

1 Francesco Susini (nella foto), nato a La Maddalena il 13.4.1833 e decedutovi il 14.10.1921, figlio di Giuseppe e Origoni Bartolomea, ricoprì per alcuni periodi, quale Assessore comunale anziano, l’incarico di sostituto del Sindaco durante gli anni 1898, 1899 e 1900. I Susini, commercianti e padroni marittimi, originari di Capraia, si erano insediati nell’arcipelago sul finire del Settecento.

2 Giovanni Battista Zonza, era con Antonio e Giulio, l’ultimo dei maschi che l’eroe Tomaso Zonza ebbe dal matrimonio con Vincenza Avighia (o Aviggià), nacque nell’isola l’8.7.1803 e si sposerà il 25.4.1834 con Caterina Bargone.

3 Antonio Zonza, nipote diretto della medaglia d’oro, nacque nell’isola il 10.11.1850 e vi si sposerà il 20.10.1878 con Rosa Montesi. Dai Registri della Popolazione, presenti nell’Archivio dell’Anagrafe Comunale isolana, emerge l’agiata professione di Capitano Marittimo con numerosa prole e due domestiche a servizio, infine non risulta deceduto nell’isola.

4 Dai Registri dello Stato Civile dell’Archivio Comunale di Bonifacio, risulta che il giorno 8 giugno dell’anno 1847, Giovanni Battista Filippo Antonio Zonza, 44 anni commerciante domiciliato all’isola di La Maddalena, del fu Tomaso e fu Vincenza Avvigià, già vedovo di Caterina Bargone, deceduta a La Maddalena l’8 agosto 1846, contrasse matrimonio civile con Maria Antonia Gavini, 22 anni donna di casa domiciliata a Bonifacio, di Antonio e Maria Giulia Daveggia domiciliati a Bonifacio. Con tale matrimonio durato sette anni, nacquero quattro figli, Giulia Maria, il predetto Antonio, Caterina e Matteo. Maria Antonia Gavini, rimase a sua volta vedova di Giovanni Battista Zonza, deceduto nel 1854, contraendo in seguito matrimonio civile il 15 marzo 1866 a La Maddalena, col mantovano Luigi Giuseppe Gusmaroli, noto prete patriota che lasciò la tonaca per seguire Giuseppe Garibaldi nell’impresa dei Mille.

5 Nel Quaderno, rinvenuto nel 2003 nell’Archivio Parrocchiale di Santa Maria Maddalena e pubblicato dalla Parrocchia medesima l’anno successivo, sono riportate per mano del sacerdote parte delle operazioni di disseppellimento, effettuate in maniera ufficiale alla presenza della apposita “Commissione Cimitero” istituita dall’allora Sindaco Giuseppe Merella.

6 Il Comitato si proponeva il restauro ed il decoro del glorioso vecchio Cimitero, lasciato nel più squallido e deplorevole abbandono, esso era composto dalle più alte cariche cittadine, Presidente onorario era l’Ammiraglio di Divisione Vincenzo De Feo e Presidente effettivo il Commissario Prefettizio dell’isola il prof. Giacomo Pala.

7 Nello spiccio sistema di seppellimento allora praticato, le ossa venivano a depositarsi nella nuda terra, infatti le casse di legno che racchiudevano il corpo del defunto, adagiate su travi di granito e sollevate rispetto ad un corridoio comune, marcendosi nel tempo permettevano la caduta delle ossa nel fondo della sottostante fossa.

8 Il Consiglio Comunale di La Maddalena, nell’agosto del 1892, avendo preso atto della difficoltà di ampliare il Cimitero originario, oramai insufficiente a soddisfare l’avvenuto incremento della popolazione, decise, di realizzarne uno nuovo nella zona alta ed areata dell’isola, denominata Trinità (Collo Piano), nelle vicinanze della prima chiesa dell’isola edificata nel 1768 e dedicata alla Santissima Trinità. I lavori del nuovo Cimitero terminarono nel marzo del 1894 e nel 1895 esso era collaudato con i dovuti adempimenti, anche se il vecchio camposanto rimase ancora in funzione.

9 Un riferimento indiretto ci proviene da una relazione sul vecchio Cimitero, senza data, fatta tramite riscontri presumibilmente fra il 1920 ed il 1930, per mano di Raffaele Rossi, nativo di Senigallia (Ancona) deceduto nell’isola il 16 ottobre 1930, il quale era disegnatore-progettista del Genio Civile della Marina Militare ed aveva avuto mandato dall’Amministrazione Comunale di redigere il Piano Regolatore del Cimitero nuovo, con incarico attribuitogli il 17.6.1897. Nella relazione sul vecchio camposanto l’autore riferisce sulla presenza di vari eroi e personaggi dell’isola, ma non fa cenno dei resti di Tomaso Zonza.