Almanacco isolanoLa Maddalena Antica

Interrogazione dell’Onorevole Giacomo Pala alla Camera dei deputati nella seduta del 3 febbraio 1905 Argomento: “Mancanza di una giusta classificazione del porto di La Maddalena”

Interrogazione dell’Onorevole Giacomo PalaPresidente. L’ordine del giorno reca: svolgimento di interpellanze. La prima è quella dell’onorevole Giacomo Pala, ai ministri dei lavori pubblici e della marina «sulla mancanza di una giusta classificazione del porto di La Maddalena». Ha facoltà di parlare l’onorevole Pala per rivolgere questa interpellanza.

PALA. Onorevoli colleghi, l’oggetto della prima interpellanza che ho presentato agli onorevoli ministri dei lavori pubblici e della marina, non è in verità di tale ampiezza che non potesse essere svolto per mezzo di una semplice interrogazione ; ma ragioni di carattere parlamentare mi hanno consigliato a scegliere l’interpellanza, siccome quella che facilita a me deputato e forse anche agli onorevoli ministri il mezzo di rispondere adeguatamente, ed a tutti di far perdere minor tempo alla Camera. Si tratta di una cosa semplicissima: il porto di La Maddalena, del quale tutta la Camera conosce ormai l’importanza dal punto di vista della difesa nazionale, occupa nella sua classificazione agli effetti commerciali, una gradazione modesta; fin troppo modesta a parer mio. Perché quel porto, primissimo fra i porti italiani sotto l’aspetto militare, agli effetti commerciali, invece, è ascritto alla seconda categoria; ed egli questa, salvo errore, occupa la quarta classe.

L’inconveniente di questa classificazione fu sentito in modo più vivo, da che con lo sviluppo marittimo della Maddalena, crebbe la sua popolazione, crebbero i suoi traffici e crebbe la necessità di avere un porto adeguato alla necessità del suo commercio, in progressivo e rapido aumento.

La prima richiesta formale di una miglior classificazione è, salvo errore, di due o tre anni fa, quando il mio amico Tedesco non occupava ancora quel posto.

L’amministrazione comunale di Maddalena fece delle pratiche col Ministero dei lavori pubblici per ottenere il passaggio alla terza classe, che abilitasse il comune a fare qualche spesa, compatibile con le sue risorse economiche, allo scopo di migliorare il porto medesimo. Perché occorre notare che, non ostante il movimento oramai abbastanza importante, il porto commerciale di Maddalena non ha neanche un piccolo molo, neanche un pennello che permetta di fare la più semplice operazione commercialo; tanto che i vapori, anche del più modesto tonnellaggio, sono obbligati a fermarsi a 200 a 300 metri dalla riva, e fare con molto disagio quelle operazioni che, altrimenti, potrebbero esser fatte in poco tempo, e minore spesa. Il comune di Maddalena presentò al ministro dei lavori pubblici le statistiche triennali del movimento del porto; e come quelle statistiche erano di parecchio superiori a quelle che avrebbero dovuto essere, per legge, necessarie per ottenere il passaggio alla terza classe, il municipio ed il ceto commerciale in genere non dubitavano un momento che la domanda non fosse stata accolta. Non se ne fece nulla, per le ragioni che dirò appresso. Questo, il primo antefatto della mia interpellanza.

Ma la causa occasionale, recente dell’interpellanza è la seguente. Io ebbi occasione, or fa un mese, come rappresentante politico della provincia di Sassari, d’accompagnare in Sardegna la Sottocommissione reale per i servizi marittimi, la quale deve studiare le proposte più opportune in vista della rinnovazione delle convenzioni di prossima scadenza.

La Sottocommissione si recò anche a Maddalena, e colà senti la rappresentanza del comune e del commercio locale, non escluso anche qualche ufficiale della regia marina, per l’interesse che poteva avere la classificazione superiore del porto, anche sotto l’a spetto militare. E fu vivo, concorde, insistente il rammarico di tutti quelli che furono sentiti dalla Sottocommissione, per lo stato, dirò così, d’abbandono amministrativo in cui era rimasto il porto di Maddalena. Ora, secondo me, prima che io entri a dire qualche particolare più minuto sullo stato attuale delle cose, mi preme di notare chele due amministrazioni che più -hanno interesse al miglioramento di quel porto, sono due: quella della marina e quella dei lavori pubblici. Io so, onorevole ministro della marina, che il vostro ufficio precipuo non è quello di ottenere classificazioni, a miglioramenti di classificazione dei porti; ma so anche, che tutte le amministrazioni dello Stato sono e devono essere unite in una lega di fratellanza perii bene pubblico, non solo cioè per quello, che riguarda la propria azienda, ma anche per quello che riguarda le partite di amministrazione per così dire finitime, e in contatto con le proprie. Ora io non credo di dire cosa men che giusta, se affermo che nessuno è più interessato di voi, come padrone morale della Maddalena, a vederne migliorate le condizioni economiche; e perciò penso e ritengo che voi possiate e dobbiate fare qualche cosa in favore suo. Voi della Maddalena avete scelto il meglio, avete scelto per vostro ancoraggio lo specchio d’acqua fra Santo Stefano, Caprera e Maddalena, avete costruito qualche banchina per uso vostro, avete costrutto edifici per comodo vostro, ma non vi siete curato d’altro. Troppo modesta è stata la vostra funzione, sotto il punto di vista economico, non parlo di voi in particolare, onorevole ministro, ma della amministrazione della marina, perché quanto io dico si riferisce alla amministrazione in genere!

Voi ormai siete padrone militarmente e quasi economicamente della Maddalena; voi avete coperto di fortificazioni la Maddalena, come è coperta Caprera ed una zona della vicina isola di Sardegna. La Maddalena è votata a questo supremo interesse per la difesa della patria, perché non l’aiutate? Certo non voglio negare che la Maddalena non abbia avuto dei vantaggi, ma ha anche avuto degli oneri e dei pesi, inerenti all’alta sua destinazione. Inutile enumerar veli tutti: la prova che la servitù militare pesa in modo sensibile sulla Maddalena è questa, ché non tutte le linee di vapori si lasciano approdare a Maddalena, perché alcune potrebbero nuocere a certi interessi di carattere militare.

Infine la Maddalena deve fare gli onori di casa a tante navi, a tanti equipaggi, della marina militare e li fa con amore e patriottismo. Lasciate che gli abitanti della Maddalena sperino oggi un ricambio * quale potete darlo. Voi potreste aiutare la Maddalena in vari modi e secondo altri precedenti. Voi potreste, invece di limitare il porto militare o di prima categoria a quella striscia, che è chiusa fra Santo Stefano e Caprera, dichiarare porto militare tutta la spiaggia che circonda la Maddalena, tanto più che voi, in un modo o nell’altro, ve ne servite. Ho detto che vi sono dei precedenti e questi vi dovrebbero spingere, onorevole ministro della marina, a fare qualche cosa d’altro; pareggiare cioè la parte puramente mercantile del porto di Maddalena, all’altra in vostro potere, e darle carattere militare, facendolo dichiarare porto di rifugio. Io ricordo che nel 1899, quando venne in Sardegna Re Umberto il Governo del tempo, ricevette sollecitazioni da qualche altro porto, che forse non aveva le caratteristiche militari del porto della Maddalena, per ottenere, adducendo ragioni di equità, un alleggerimento delle spese, relative alla manutenzione del porto. Il Governo accolse le giuste richieste, e credo su proposta del Ministero della marina si dichiarasse quel porto, porto di rifugio agli effetti militari. Altrettanto, onorevole ministro, potreste fare per la Maddalena, Non vi preoccupate del fatto che questo porto abbia diversi nomi, perché il porto è uno solo.

MIRABELLO Ministro della marina. Non ha ancora fatto il nome del porto, di cui vuol parlare! Lei parla della Maddalena, ma per la Maddalena c’è l’ancoraggio!

PALA. Oh, il nome dell’ancoraggio non significa nulla, ed io non mi perderò in quelle quisquilie, che hanno fatto smarrire la via all’amministrazione dei lavori pubblici, se non per deplorarle! Presentata dal municipio di Maddalena la domanda documentata per il passaggio del porto in 3″ classe che cosa si fece dai comitati consulenti del Ministero per negare qualunque aiuto alla Maddalena? Hanno ricorso ad un mezzo altrettanto ingegnoso, quanto puerile, distinguendo in Maddalena tre o quattro porti diversi, mentre il porto della Maddalena è uno solo. Così il Ministero dei lavori pubblici immaginando tre o quattro porti distinti in quelle che non erano altro se non denominazioni di calate e di approdi dello stesso porto, ha diviso in tre o quattro il movimento annuo del porto, ed ha trovato così che invece di essere di 35 mila tonnellate all’anno, lo scambio era di 9 o 10 mila tonnellate per ciascun porto! Ma, onorevole ministro dei lavori pubblici, chi potrebbe dire seriamente che Genova, per esempio, abbia tanti porti quante sono le calate speciali che possiede e che hanno diverso nome? Chi vorrà dire che Livorno abbia tanti porti quante sono le denominazioni speciali dei suoi approdi?

A questa stregua quando c’è il porto esterno, l’avamporto ed il porto interno, nessun porto potrà avere la classificazione che gli spetta. Prendete ad esempio Napoli. Napoli ha il porto militare, la calata attigua alla dogana, la calata dove approdano i vapori transatlantici, le calate nuove ecc.; a Napoli, invece di un porto solo, avreste dunque cinque o sei porti, e con tale sistema non trovereste mai un porto che sia degno di classificazione, perché si finirebbe sempre con dividere per le varie denominazioni delle calate il movimento del porto.

Questa, onorevole ministro dei lavori pubblici, è la giocosa storia del verdetto delle vostre Commissioni! E via! lasciamo stare un poco tutti questi meschini ripieghi che per non dare ad un porto la classificazione che dovrebbe avere, lo dividono in tanti porti quante sono le denominazioni delle sue calate! In questo modo non si farà mai nulla e nulla conterà la giustizia e la legge! E riassumo.

All’onorevole Ministro della marina ho raccomandato cosa che è inerente all’ufficio suo ed alla sua posizione ufficiale in Maddalena. Oramai è un fatto che la Maddalena è al servizio dello Stato, in modo che la sua destinazione non debba servirle di nocumento, ma di vantaggio, poiché lo Stato deve a quelle popolazioni un compenso, un corrispettivo dei servigi che rende chi è votato alla tutela permanente degli interessi generali del paese.

In quanto al ministro dei lavori pubblici, quello che ho detto mi dispensa di aggiungere di più. Voi dovete rendere ragione alla Maddalena, ma una ragione basata sui fatti e non sulle sottigliezze. La Maddalena ha piccole insenature con diversi scali, come di Cala Camicia, Cala Gavetta, ecc. ma sono tutti nomi speciali di tratti della spiaggia; il porto non è che uno, cioè il porto della Maddalena, e nessuno può ragionevolmente dire che questo si scinda in tanti porti quanti sono i punti speciali a cui si può approdare, perché allora la Maddalena finirebbe per non avere nessun porto e questa, consentitemi la parola, sarebbe patente denegata giustizia, basata sul noto sofisma del mucchio di grano che sparisce, considerandone i singoli grani o chicchi…

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Ma lei si prepara delle disillusioni, onorevole Pala. Una voce. C’è abituato a questo.

PALA. Io confido che voi prenderete le •cose come sono veramente e riconosciuto che la Maddalena è un solo porto, porto militare e porto commerciale ad un tempo, gli darete quella classificazione che corrisponda al suo movimento complessivo. E, calcolato il movimento complessivo del suo porto, la Maddalena dovrebbe avere una classificazione ben superiore alla quarta come ha attualmente, perché salvo errore (e credo di non ingannarmi perché ho inteso di portare qui dati di statistiche ufficiali), il movimento nel porto di Maddalena oggi si avvicina alle 35 mila tonnellate all’anno. Ora se così è, non da ora ma da molto tempo la Maddalena avrebbe dovuto avere una classificazione superiore a quella attuale; e se l’avesse conseguita, avrebbe consentito, ripeto, a quella patriottica amministrazione comunale, di farvi quei miglioramenti che avrebbero potuto maggiormente sviluppare gli interessi economici di quell’isola. Attendo con fiducia dall’onorevole ministro dei lavori pubblici e dal suo collega della marina, una risposta che rassicuri quella popolazione così patriottica e così benemerita della difesa dello Stato dei buoni intendimenti del Governo verso di lei.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole ministro della marina.

MIRABELLO, Ministro della marineria. Siccome conosco la Maddalena molto bene e da molti anni, quindi per la parte tecnica posso rispondere all’onorevole Pala. Egli ha fatto il nome di tutti gli ancoraggi, meno di quello di cui egli voleva parlare, cioè di quello di Cala Gavetta, vale a dire dell’unico porto mercantile di Maddalena. Ora questo porto è un piccolo spazio acqueo racchiuso da banchine, e che si insinua nel paese stesso della Maddalena: non è atto a servire di rifugio alle navi né si presta a fare operazioni di sbarco di importanza anche lieve.

Ecco perché, mentre per gli altri ancoraggi dell’estuario della Maddalena è stata assegnata la prima categoria, a questo che è precisamente il porto del paese di Maddalena, è stata assegnata dal Ministero dei lavori pubblici la quarta classe della seconda categoria. 10 riconosco l’importanza militare della Maddalena: riconosco anche la bontà della sua popolazione, la quale è formata, o meglio era formata qualche tempo fa, in massima parte da antichi sottufficiali e marinai della regia marina dei quali molti sono mie conoscenze personali. Però l’onorevole Pala vorrà convenire con me che la Maddalena non ha avuto certo degli svantaggi divenendo piazza forte marittima, che anzi ha avuto molti e grandi vantaggi. il municipio, di Maddalena, or sono parecchi anni, quando io faceva l’idrografia di quel porto, non aveva nulla: gli abitanti non traevano risorse dal suolo che era pochissimo coltivato, non avevano nemmeno acqua potabile…

PALA. Non l’hanno nemmeno adesso.

MIRABELLO, Ministro della marineria… il commercio vi era limitatissimo; il postale arrivava alla Maddalena due volte al mese sempre atteso perché portava gli stipendi degli ufficiali e dei sottufficiali giubilati, le cui famiglie costituivano quasi esclusivamente la scarsa popolazione dell’isola. Ora invece il municipio ha potuto fare dei lavori abbastanza notevoli usufruendo del dazio consumo sul grande incremento della popolazione dovuto alla trasformazione del paese e di quello che il Governo ha pagato per lo sbarco del materiale da guerra nei vari punti dell’estuario, e l’onorevole Pala sa ciò benissimo. Il porto di cui parla l’onorevole Pala non esiste che embrionalmente e bisognerebbe crearlo: quindi non è il caso di confrontarlo col porto di Livorno. La Maddalena è un estuario che offre parecchi ancoraggi più che porti veramente detti; si tratta di ancoraggi di rifugio dove le navi possono ripararsi nei tempi cattivi e specialmente difendersi contro il vento di maestrale che domina nelle Bocche di Bonifacio. La parte che è verso ponente di Cala Camicia e della scogliera di Cala Chiesa (che fu costruita dalla regia marina) non può allo stato attuale essere tenuta in considerazione per operazioni di traffico commerciale, perché il maestrale la batte in pieno, tranne la piccola insenatura di Cala Gavetta.

L’onorevole Pala domanda che questo porto sia messo in terza categoria, il che si risolverebbe a far contribuire il Governo alle eventuali future spese in ragione del 40 per cento, senza dire che poi si domanderà la costruzione di un pennello per favorire le operazioni di sbarco; e questo è a mio avviso il vero scopo della sua interpellanza. Ora io non dico che un tal fatto non riuscirebbe utile anche alla regia marina. Certo 10 troverei utile, ma circa la spesa derivante da tale diversa classificazione del porto è 11 mio collega dei lavori pubblici che deve decidere.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Da lei vuole il porto militare, da me il commerciale.

MIRABELLO, Ministro della marineria. Quanto al porto militare, certamente La Maddalena non può lagnarsi, perché dei miglioramenti effettuati e dei ricoveri che oggi servono alla marina da guerra, ne trae anche beneficio la marina di commercio. Io credo di avere così risposto esaurientemente alla interpellanza dell’onorevole Pala per ciò che ha riflesso alla parte tecnica marinaresca della questione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Ministro dei lavori pubblici.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. L’onorevole Pala ha svolto la sua interpellanza indirizzandosi principalmente al ministro della marina, perché diventasse un suo alleato e concorresse a dimostrare l’importanza di quegli ancoraggi che più specialmente premono all’onorevole Paia per farli comprendere nella classe dei porti che sono amministrati dallo Stato. Onorevole Pala, io arrivo financo a concederle tutte le sue 35 mila tonnellate unite assieme in modo che diversi ancoraggi formano un ancoraggio solo e si possa ascriverli alla terza e magari alla seconda classe. Ma ella ricorda benissimo che la legge sui lavori pubblici richiede due requisiti perché un porto possa essere iscritto nella terza classe: una data quantità di merce imbarcata e sbarcata, e l’interesse esteso a una parte notevole della provincia. L’onorevole Pala sa che l’istanza del comune di Maddalena per la classificazione del porto di Cala Gavetta rimonta a parecchi anni fa. Sa pure che ad unanimità i Consigli che danno parere in materia di classificazione dei porti, cioè Consiglio dei lavori pubblici, Consiglio dell’industria e del commercio, Consiglio di marina, Consiglio di Stato, tutti questi corpi consultivi dichiararono che mancassero i requisiti per poter classificare Cala Gavetta in terza classe. A parte, ripeto, la questione del tonnellaggio, v’è l’altro requisito, che cioè il porto debba interessare una parte notevole della provincia. Ora io domando all’onorevole Pala, se egli possa ciò sostenere, perché questo finora non lo ha dimostrato. Spero che lo possa dimostrare nella replica, ma dubito che quegli ancoraggi della Maddalena non interessino una parte notevole della provincia di Sassari, perché la provincia di Sassari è servita, come egli sa, da altri porti, uno dei quali è un porto del suo cuore, onorevole Pala… (Si ride).

PALA. E nel cuore della Sardegna.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Anche nel nostro cuore, onorevole Pala. Ed io vi ho fatto costruire un pontile. Or bene mi deve dimostrare che questi ancoraggi, che vorrebbe classificati in terza classe, interessano una parte notevole della provincia di Sassari. Se egli potrà dare questa dimostrazione, e mi potrà fornire i necessari elementi, io lo assicuro che farò riprendere in esame questa questione. Ma io ho dei gravi dubbi che egli possa dare una dimostrazione efficace. Comunque io starò ad ascoltarlo con molta attenzione nella replica, ben lieto se esporrà degli elementi che permettano di riesaminare la questione di cui l’onorevole Pala cosi vivamente s’interessa.

PRESIDENTE. L’onorevole Pala ha facoltà di parlare, per dichiarare se sia, o no, soddisfatto.

PALA. Io non posso dichiararmi del tutto soddisfatto delle risposte avute. L’onorevole ministro della marina- ha fatto una distinzione curiosa che non ha serio fondamento, tra porti, come egli ha detto, od ancoraggi, e movimento commerciale: per lui, pare, ove non è il porto sistemato, non è movimento commerciale. Ma questo non può ammettersi: il porto si può dire è una stazione, sistemata o no: ma quello che è considerato per la classifica, dalla legge, è il movimento commerciale che si è effettuato in una data spiaggia o stazione marittima nella quale è un centro di popolazione. Per me, per la legge, poco importa se bastimenti che hanno un tonnellaggio complessivo di 30 a 35 mila tonnellate abbiano sbarcato la merce nel punto A, B, C, della 1 spiaggia di una stazione marittima l’essenziale è che quel movimento commerciale marittimo esista: che l’ancoraggio sia spiaggia, o costituito da più calate, è indifferente. La questione adunque, nella sua essenza si riduce a vedere cioè se la Maddalena come punto di approdo marittimo ha un movimento di 30 a 35 mila tonnellate eli merci all’anno.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Il porto di Intignano, presso Livorno (con un movimento maggiore) e che ella ha citato è classificato in quarta classe.

PALA. Onorevole Ministro, siccome io ho una intelligenza molta limitata, devo dare le mie risposte caso per caso. All’ultima osservazione rispondo che se Antignano ha movimento anche maggiore, deve per legge essere classificato. E ritornando alla risposta dell’onorevole ministro della marina, osservo che questa è piena di buona volontà, ma è basata sempre sull’istesso equivoco. A me ripeto, poco importa che in Maddalena ci sia l’approdo A o B: ce ne fossero anche 10. di punti di scalo, non sistemati, la questione non cambia; quello che importa è di considerare il movimento che si verifica in un porto, ossia la quantità di merce che vi arrivi e parta annualmente. L’onorevole ministro non deve occuparsi della denominazione dei diversi approdi, ma dell’importanza che al porto stesso attribuisce il movimento commerciale che dalla legge è considerato agli effetti della classifica. Se poi per tale movimento il porto potrà avere una classificazione migliore, di ciò non dovrà dolersi il ministro della marina, poiché alle conseguenze provvede la legge nell’interesse delle popolazioni; se è provato che colà si ha un movimento di 35 mila tonnellate…

MIRABELLO, Ministro della marineria. Se ce ne sono 16 mila di carbone, che sbarca la marina militare…

PALA. Mi dia tempo di rispondere e vedrà che la sua osservazione è senza valore…

MIRABELLO, Ministro della marineria. Mi vuol dare ad intendere che la Maddalena sia un porto?…

PALA. Ma certo! Io domando che cos’è se non è un porto? La legge dei lavori pubblici considera l’ancoraggio delle navi, e il movimento commerciale in un dato punto di spiaggia per il servizio della popolazione. Ecco il porto; il quale può esistere, anche in mancanza di moli, di calate, di dighe: la Maddalena di fatto non ha calate, non ha un molo, e tuttavia essa ha un movimento di 35 mila tonnellate di merci per servizio della popolazione di ormai 10 mila abitanti; dunque è porto nel senso tecnico e nel senso volgare della parola. Si può negare che vi sia questo movimento? L’onorevole ministro ha dunque risposto evasivamente su cosa affatto estranea alla considerazione del movimento commerciale del porto, quando ha detto: non c’è porto, perché non ci sono i moli. Ebbene i moli si faranno, quando la legge avrà vigore colà; ma l’onorevole ministro, mi consenta, si è occupato di una questione giuridica che è di competenza di un altro ente e non sua. E vengo ora alla risposta datami, ed ai dubbi espressi dall’onorevole ministro dei lavori pubblici. Egli ha detto che la mancata classifica in terza categoria del porto della Maddalena non è dipesa dalla mancanza del tonnellaggio…

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Anche da quello, ma ho parlato anche di altro, e bisogna dimostrare che non sia esatto.

PALA. Senta onorevole ministro: che vi sia il movimento cui ho accennato è questione di statistica e non si può mettere in dubbio: basta prendere l’annuario ufficiale che proviene dal vostro Ministero per vedere come ora nella Maddalena c’ è un movimento superiore a quello dei porti di quarta classe. C’ è poi l’interesse provinciale che l’onorevole ministro invocherebbe per assegnare a questo porto una classifica superiore all’attuale?

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Per una parte notevole della provincia.

PALA. Perfettamente! Ma non bisogna risolvere la questione prima di averla sollevata, perché a me risulta che le Commissioni consultive sue e della marina, si fermarono alla prima osteria, come suol dirsi, e non si fermarono alla seconda considerazione, ora affacciata dal ministro, e che pure è una constatazione di legge e che deve essere esaminata; si fermarono cioè a quella questione alla quale ho fatto menzione cioè alla quisquilia di trovare nel porto della Maddalena tre o quattro approdi, e perciò tre o quattro porti, mentre ce n’-è uno solo. Per queste ragioni così curiose e non occorre dire cavillose i corpi consulenti del Ministero dei lavori pubblici e della marina si fermarono, e non andarono innanzi ad esaminare la seconda ragione, cioè quella della qualifica o caratteristica del movimento commerciale. Ma io posso assicurare l’onorevole ministro, non per convinzione o per autorità mia, ma perché i fatti lo dimostrano, che il porto della Maddalena sia un movimento che interessa tutta la provincia di Sassari, se non forse per il carbone, certo per gran parte delle altre merci. Vi è a Maddalena una popolazione civile di 10 mila abitanti; e quando l’onorevole ministro Mirabello mi viene a dire che vi è un movimento di 16 mila tonnellate di carbone, di spettanza della marina, ha dimenticato che quella popolazione deve vivere, non di carbone, e che le altre 19 mila tonnellate, di merci, vengono dalla provincia di Sassari…

MIRABELLO, Ministro della marineria. Ma se quando un vapore di 10 mila tonnellate deve entrare alla Maddalena, deve fare dei telegrammi…

PALA. Ma che ci entra codesto? Mi lasci proseguire …io gli rispondo: levi pure queste sedici mila tonnellate di carbone, dal movimento complessivo: ma da 16 mila a 35 mila quanto ci manca? Questo basta a dimostrare l’interesse della provincia di Sassari in gran parte del movimento di Maddalena, perché la legge non dice che l’interesse del commercio deve essere in totalità della provincia, ma di una parte notevole, e mi fa meraviglia, onorevole ministro, che ella che è così intelligente e che ha tanta esperienza nautica e tecnica, mi venga a fare un ragionamento così zoppicante, come è quello delle 16 mila tonnellate di carbone! (Interruzione dell’onorevole ministro della marineria). Ma è inutile che mi interrompa, onorevole ministro: ella dice che in questo movimento di 35 mila tonnellate vanno comprese le 16 mila tonnellate di carbone. E sia pure, ripeto. Ma da 16 a 35 corrono 19 mila tonnellate che rappresentano gli interessi della provincia di Sassari. Ella già non vorrà sostenere che la carne, il vino, i commestibili e tutto il resto, vengano a Maddalena da Genova, ma vengono dalla provincia di ‘Sassari, dalla Gallura e dal vicino paese di Santa Teresa di Gallura, contro il quale è stato così terribilmente ostile nella seduta di ieri il ministro della guerra. Vede dunque l’onorevole ministro che frustra petis quod intus habes. Ed ora che sono stato costretto di rispondere due volte all’onorevole ministro della marina, ritorno all’onorevole ministro dei lavori pubblici, per concludere: non può essere messo in dubbio che il movimento commerciale del porto della Maddalena sia ben maggiore di ciò che è necessario per una classificazione superiore all’attuale. Se però avete dei dubbi sull’entità del movimento e sugli interessi in esso della provincia di Sassari, fate una nuova istruttoria come v’impone la legge, e se da questa seconda istruttoria risulterà che quel porto non merita classificazione migliore, noi chineremo il capo. Ma oggi mi sia permesso di dirle, onorevole ministro, che la ragione per cui mancò anni sono l’invocata migliore classifica, non fu quella da lei accennata che è giusta e seria se fondata, ma un’altra, quella già accennata, che è un puro e semplice cavillo. Io quindi ho ragione di sperare che ella, nella sua equità e giustizia, vorrà, riesaminata la questione, dare al porto della Maddalena quella più giusta classificazione che gli compete. Ed ella onorevole ministro della marina, aiuti nel suo stesso interesse.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici, I ‘on è un cavillo, è questione di apprezzamento, onorevole Pala. PALA. I’ on riguarda il fatto suo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole ministro della marineria.

MIRABELLO, Ministro della marineria. Mi consenta l’onorevole Pala di rispondere al suo lieve attacco. Egli ha detto che il porto della Maddalena è costituito da tutti i porti dell’estuario…

PALA. Ho detto che è quello che è. (Ilarità). Tutti i punti per i quali si approda costituiscono il porto.

MIRABELLO, Ministro della marineria. …mentre che nell’estuario medesimo in realtà vi sono vari ancoraggi, distanti fra di loro, come Mezzo Schifo, Arzachena, Liscia, ecc.

PALA. Di quello non mi occupo.

MIRABELLO, ministro della marineria. Ora dunque alla Maddalena di porto non vi è che Cala Gavetta. (Nuova interruzione del deputato Pala).

PRESIDENTE. Ma non facciamo conversazioni.

MIRABELLO, Ministro della marineria… L’altro di Cala Camicia è un ancoraggio creato e reso sicuro dalla regia marina per scopi militari. Nei trattati di geografia ho imparato che porto è uno spazio di acque tranquille dove le navi possono trovare sicuro rifugio contro tutti i venti. Ora io domando se l’estuario della Maddalena si può definire tutto un porto. Di porto propriamente detto non vi sarebbe, ripeto, che Cala Gavetta perché in tutto il resto dell’estuario quando soffiano violenti i venti di ponente, che colà dominano, non sono possibili operazioni di traffico con navi a vela tra un ancoraggio e l’altro. (Interruzione del deputato Pala). Ma cosa mi viene dunque a paragonare questo estuario con i porti di Genova e di Napoli? Per quanto riflette poi al tonnellaggio, del movimento commerciale, sebbene non riguardi me, ma il mio collega dei lavori pubblici, pure siccome l’onorevole Pala ha parlato di 36 mila tonnellate e di 16 mila di carbone, io ho qui due statistiche del 1900 e 1901, che dividono precisamente il tonnellaggio di commercio che si fa nei vari porti della Maddalena e portano per la Maddalena, Cala Gavetta, 8582 nel 1900 e 8335 nel 1901…

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Perciò fu respinto.

MIRABELLO, Ministro della marineria. Ora evidentemente 16 mila e tante sono a Cala Camicia… (Interruzione del deputato Pala). Certamente a quest’ora sono aumentate, perché là passa gran parte del materiale da guerra come affusti cannoni, ecc., più il carbone di cui c’è un grandissimo deposito alla Maddalena. La somma totale del movimento nel.1901 fu di 26,300 tonnellate*circa… (Interruzione del deputato Pala). L’onorevole Pala dice sempre 36 mila. PALA. Non ho inventato io. Sono cifre ufficiali.

MIRABELLO, Ministro della marineria. Ecco perché il 20 febbraio 1903 il Consiglio superiore di marina ha dato parere contrario all’accoglimento della nuova domanda fatta dal comune di Maddalena per il passaggio di quel porto dalla quarta alla terza classe della seconda categoria.

 PALA. I motivi?

MIRABELLO, Ministro della marineria. Ciò per altro non vuol dire che non io Sarei lieto che il Ministero dei lavori pubblici, potesse per ragioni commerciali approvare questo passaggio perché certamente -ne ridonderebbe un vantaggio anche alla piazza militare della Maddalena che tanta importanza ha per la difesa marittima d’Italia. E ciò. è naturale!

PALA. Alla buon’ora! la ringrazio di quest’ ultima parte. (Si ride).

PRESIDENTE. Questa interpellanza è esaurita. Ha facoltà di parlare l’onorevole ministro dei lavori pubblici. TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Le due interpellanze, che seguono, dell’onorevole Pala, riguardano un solo argomento, Terranova Pausania; quindi l’onorevole Pala potrebbe anche svolgerle contemporaneamente.

PALA. La seconda ha una importanza relativa, è piuttosto una interrogazione, e non attende che un sì o un no dall’onorevole ministro. La vera interpellanza è la terza.

PRESIDENTE. Potrebbe allora parlare una sola volta, unendo l’interrogazione all’interpellanza… L’onorevole Pala dunque ha facoltà di svolgere le seguenti interpellanze: Ai ministri dei lavori pubblici e delle poste e telegrafi «sulla necessità ed urgenza di provvedere per il prolungamento dei servizi marittimi da Golfo Aranci a Terranova, per i quali fu già presentato apposito disegno di legge, approvato dall’altro ramo del Parlamento». Ai ministri dei lavori pubblici e delle poste e dei telegrafi «sulla urgenza di sistemare prontamente, secondo necessità ed avuti affidamenti, i porti destro e sinistro di Terranova Pausania».

PALA. Onorevole ministro, fortunatamente dei lavori pubblici e delle poste per il caso mio, ella sa perfettamente quale è il contenuto delle interpellanze che io ho avuto l’onore di muoverle. Io l’ho interpellato anzitutto sulla necessità ed urgenza di provvedere al prolungamento della linea quotidiana da Golfo Aranci a Terranova Pausania. Ella conosce i precedenti della cosa. Il prolungamento di questa linea è giustificato e reso urgente dalle ripetute istanze del commercio sardo fatte anche per mezzo mio alla Camera. Ma il punto di partenza della soluzione che invoco, ha anche cause recentissime. La Commissione dei servizi marittimi deputata non solo per studiare le nuove convenzioni, ma anche a suggerire al Governo quelle modificazioni delle attuali linee marittime che avevano carattere di maggiore urgenza, tra le altre proposte fece questa che la linea quotidiana dei piroscafi da Civitavecchia al Golfo Aranci e viceversa fosse per intanto prolungata per quattro volte almeno la settimana da Golfo Aranci a Terranova, salvo a prendere col rinnovarsi delle convenzioni marittime dei provvedimenti definitivi rispetto a questa linea. Le proposte della Sottocommissione per i servizi marittimi parvero così ragionevoli al Governo che esso stesso presentò un apposito disegno di legge col quale si provvede va al prolungamento della linea dal Golfo Aranci a Terranova per quattro volte alla settimana. Il disegno di legge fu con altri presentato al Senato nello scorcio della passata legislatura ed il Senato lo approvò. Il progetto venne poi dinanzi alla Camera verso la fine del passato giugno; ma poiché nacquero contestazioni e difficoltà non perla discussione di-quello, ma di altri disegni di legge che pure riguardavano servizi marittimi, così alcuni colleghi e lo stesso onorevole Pantano che pure era stato uno degli iniziatori di -quella legge, credettero più opportuno rinviarne la discussione a novembre; e così fu fatto. Ma nel frattempo venne sciolta la Camera e il disegno di legge cadde. Mi preme però di ricordare alla Camera ed all’onorevole ministro come, dopo il rinvio del giugno, io mi affrettassi a parlare e col presidente del Consiglio e col ministro delle poste e telegrafi in favore della sollecita ripresentazione a novembre dello stesso disegno di legge, attesa la sua speciale urgenza; e tanto l’onorevole Giolitti quanto l’onorevole Stelluti-Scala mi assicurarono del loro intendimento di ripresentare alla discussione della Camera, alla sua riapertura, il progetto a cui mi riferisco. Naturalmente il sopravvenuto fatto dello scioglimento della Camera potrà aver tolta la sua caratteristica giuridica a quell’impegno, ma anche dopo il rinnovamento della Camera la promessa moralmente rimane la stessa e ha lo stesso valore. È perciò che al riaprirsi dei lavori io interrogai l’onorevole ministro delle poste e telegrafi sulla sua intenzione o meno di ripresentare quel disegno di legge; ed il mio amico sottosegretario di Stato per le poste e telegrafi ebbe ad assicurarmi che durante le vacanze natalizie si sarebbe studiata nuovamente la questione in modo da poter presentare alla ripresa dei lavori parlamentari il disegno di legge secondo i miei desideri. Questi i precedenti che mi spingono ora a più formali, se non più autorevoli, sollecitazioni al ministro per interim delle poste e telegrafi affinché quel disegno di legge sia una buona volta ripresentato. Per quanto poi si riferisce al contenuto, non ho bisogno di dimostrare la grande necessità, urgenza ed utilità del prolungamento del servizio marittimo che da tanto invochiamo. Tutti gli onorevoli colleghi e il Governo più degli altri sanno di quale importanza sia per la Sardegna il commercio del bestiame. Si può dire che, ove si escluda il commercio dei minerali, quello sul quale può fare maggior assegnamento la Sardegna è quello del bestiame che per noi significa un movimento che oscilla dai 15 ai 20 e più milioni all’anno. Una parte di questo si svolge tra Cagliari e Palermo, una parte, la più vistosa, fra Terranova e Civitavecchia, per il mercato di Roma che consuma più di 500 capi di bestiame per settimana nella buona stagione, e fra Terranova, Livorno e Genova. Assodato, e non occorre altra dimostrazione, che il fulcro della nostra vitalità economica è questo commercio del bestiame che ha per scalo necessario Terranova, l’onorevole ministro troverà, confido, giustificata la mia interpellanza. Non importa dimostrare, perché è cosa nota, a quali difficoltà ed inconvenienti dia luogo l’attuale approdo limitato al Golfo Aranci e come sia assolutamente indispensabile il prolungamento dei servizi marittimi dal Golfo Aranci a Terranova, almeno per quattro volte la settimana, in linea provvisoria. Appena occorre notare che al commercio occorre la soluzione più spedita della questione dell’approdo, non già il mezzo od il modo della soluzione. La quale si può avere in duplice modo: o col riprendere il disegno di legge già approvato dal Senato allo stato di relazione; o se ciò non piace, seguire quest’ altra soluzione che già in passato fu ventilata da altri, di una intesa a parte, cioè, con la Navigazione generale perché prolunghi la linea dal Golfo Aranci senz’altro sino a Terranova. Naturalmente quest’ ultima soluzione importerebbe una spesa, ma sempre ben modesta di fronte all’utilità che se ne trarrebbe. La ripresentazione del disegno di legge non incontrerebbe le difficoltà della spesa perché il servizio della navigazione verrebbe compensato dallo sviluppo e dal prodotto di altre linee i cui percorsi verrebbero modificati. Ma o per una via o per un’altra la soluzione di questa questione è urgentissima perché noi non abbiamo altro bisogno più impellente in Sardegna che di dare uno sfogo normale almeno alla modesta produzione che abbiamo nell’isola. Noi non chiediamo grandi cose né grandi spese, noi chiediamo solo di poter liberamente, senza inciampi e senza angherie esportare quel poco che produciamo. Mi pare che non si possa essere più modesti di così. E vengo alla terza interpellanza che è un accessorio alla seconda. Infatti se Terranova deve essere capolinea, bisogna che la manutenzione del porto sia efficacemente curata. Terranova, che in passato fu accusata di non essere accessibile ai piroscafi, ha due porti, od ancoraggi: il destro attuale e il porto sinistro o “porto romano. Circa il porto destro io, quando era in gestazione il disegno di legge che è caduto per lo scioglimento della Camera, feci vive istanze al Ministero perché fosse tenuto in quello stato di manutenzione che è imposto dalla legge ed è richiesto dalle necessità degli approdi giornalieri. Quel mellifluo amico mio che è l’onorevole sottosegretario di Stato per i lavori pubblici promise che tutto si sarebbe fatto, ma ad un anno di distanza si è fatto ben poco. Non sono segnati esattamente né completamente i punti di maggiore profondità, mancano le boe di ormeggio, manca tutto ciò ch’è necessario in un porto anche meno importante di quello di Terranova. Ma vi ha di più. Per diligenza dell’onorevole ministro della marina fu colà spedita una regia nave per constatare le condizioni dell’ancoraggio; so che l’egregio comandante di quella nave fece una relazione e suggerì all’Amministrazione dei lavori pubblici il segnalamento dell’ingresso del porto con boe visibili di giorno ed illuminare di notte. Io ho visto anche una copia di questo progetto e so che il Ministero lo ha rimesso all’ingegnere capo del Genio civile; ma pare che l’ufficio del Genio civile di Sassari sia la tomba predestinata di tutti i progetti che si riferiscono al porto di Terranova, non so se per incuria di quell’ufficio, o per trascuranza del Ministero. Non mi risulta infatti che si sia fatto ancora nulla; rinnovo quindi le più vive istanze perché il porto sia tenuto in uno stato normale di manutenzione. Per deficienza di questa manutenzione per ben due volte vapori di grande tonnellaggio hanno dovuto impigliarsi nel fango, inconveniente che non si sarebbe verificato, se l’ancoraggio fosse stato tenuto in perfetto stato, ed i segnali fossero stati a posto. E con ciò ho finito tutto ciò che si riferisce al porto destro. Vengo ora al porto sinistro. Si deve in gran parte all’ iniziativa vostra, onorevole Tedesco, la progettata costruzione di quella gettata che è arra di giorni migliori per il commercio sardo, perché essa permetterà il libero approdo a legni di grossa portata che potranno agevolmente disimpegnare il servizio delle merci ed anche quello della posta. Nell’esecuzione però di quell’opera d’arte si è proceduto con criteri tali che, a giudizio anche di qualche tecnico, non possono dare affidamento di buona riuscita senza pronti ripari. A parte che il tracciato della gettata è abbastanza tortuoso, risulta che per risparmiare qualche decina di migliaia di lire non si è spinta la testata del molo in acque profonde sino a sei metri come sarebbe necessario. Che cosa si è pensato di fare? Di tenere la gettata più limitata, e di mantenere la necessaria profondità con lavori di draga; ma anche questo ripiego/ di natura prettamente finanziaria, non è riuscito, o minaccia di non riuscire la cosa più felice. A destra e a sinistra di quella gettata, per mantenere i fondali di sei metri, si è progettato un dragaggio, ma sapete su che larghezza questo dragaggio si è preventivato? Appena in uno spazio di 30 metri; ora questo spazio è evidentemente troppo meschina cosa perché bastimenti anche di medio tonnellaggio possano approdare alla gettata; bisognerebbe che lo spazio fosse di almeno 50 metri, come era stato prima designato. È una cosa assai modesta, ma in acque calme come quelle di Terranova, i vapori avrebbero una certa facilità di approdo, con uno spazio libero di 50 metri: ma se per risparmiare qualche migliaio di lire si diminuisce ancora lo spazio di manovra sino a 30 metri, evidentemente voi ridurrete la condizione dei bastimenti che dovranno approdare a quel pontile così difficile, da rendere quasi impossibile l’attraccaggio al molo ora in costruzione. Ed è avvenuto anche un altro piccolo intoppo nella esecuzione dei lavori del moletto. I pali di ferro che dovevano servire come sostegno alla testata della gettata sono risultati insufficienti per la lunghezza, quindi una sospensione di opera che data da tre o quattro mesi. Occorrerebbe, onorevole ministro, che ella con la sua autorità spingesse i concessionari di questo lavoro ad accelerare i lavori stessi perché, ripeto, siamo a questo: la stagione del grande commercio del bestiame si avvicina, e noi avremo le grida, le proteste, le giuste sollecitazioni di tutti gli interessati ed in specie dei caricatori di bestiame, con telegrammi che verranno senza posa a me ed a lei come ministro delle poste e come ministro dei lavori pubblici. Onorevole ministro, facciamo una volta che questa questione, così importante per la Sardegna* abbia una soluzione di giustizia e di equità. Farete opera insigne di statista se avrete provveduto a questo bisogno della Sardegna, e sarà un beneficio più grande, ed opera di giustizia più segnalata per parte vostra, che non sia forse quella di aver risolto la questione dell’acquedotto pugliese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere a queste interpellanze l’onorevole ministro dei lavori pubblici.

TEDESCO, Ministro dei lavori pubblici. Risponderò brevemente alle due interpellanze dell’onorevole Pala. Egli mi chiede innanzi tutto se il Governo intenda ripresentare il disegno di legge che fu approvato dall’altro ramo del Parlamento e del quale fu poi sospesa la discussione alla Camera. Le posso dire che fra pochi giorni farò l’ultimo studio intorno a questo disegno di legge, che riguarda le modificazioni ai servizi marittimi, e prenderò una risoluzione, che poi sottoporrò al Consiglio dei ministri. Spero che la mia risoluzione e la deliberazione del Consiglio dei ministri siano conformi al desiderio dell’onorevole Pala. Per ciò che si riferisce alla buona manutenzione ed al miglioramento del porto di Terranova Pausania, l’onorevole Pala ha voluto cortesemente ricordare quel poco che ho fatto nell’interesse di quel porto. Riconosco che al porto di Terranova bisogna dare maggiori fondi di quelli che finora non abbia ottenuto. Ad ogni modo ho ordinato che si provvedesse con sollecitudine ai lavori di escavo e ho disposto che tutti gli studi, che si trovano presentemente in corso siano spinti conia massima alacrità. Dirò di più: come l’onorevole Pala sa, ho istituito una Commissione per lo studio dei piani regolatori dei porti del Regno. Questa Commissione si recherà prossimamente in Sardegna, non so se nel corso di questo mese o ai primi di marzo; e tra i porti che visiterà vi sarà certamente quello di Terranova Pausania. Se l’onorevole Pala mi farà la cortesia di comunicarmi un memoriale di tutto quello che desidera sia tenuto presente per quel porto, l’assicuro che prima ne farò uno studio per conto mio, e poi conferirò col presidente della Commissione perché la Commissione possa tenerne il possibile conto nell’esaminare le condizioni di quel porto. Mi affretto però ad aggiungere che pel porto di Terranova Pausania non esiste alcuna autorizzazione di spesa per legge speciale; quindi per ora i fondi per questi lavori bisogna trovarli in uno dei capitoli del bilancio relativi ad opere d’ordine generale. Per la manutenzione i fondi, senza essere larghi, offrono delle disponibilità, per cui si può provvedere alle opere di escavo e manutenzione d’opere d’arte di quel porto; ma per quanto riguarda nuove opere, mi potrei trovare in difficoltà. Ma, poiché non è difficile che io (o, se non io, il mio successore) mi trovi nella condizione di dover presentare qualche disegno di legge per nuove opere marittime, certamente in quella occasione non dimenticherò il porto di Terranova Pausania, che ha diritto a tutta la considerazione del Governo.

PALA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Parli pure.

PALA. Ringrazio sentitamente e cordialmente l’onorevole ministro dei lavori pubblici, delle risposte e degli affidamenti che mi ha dato. Siccome ho l’onore di conoscere l’onorevole ministro, e so quanto tenga a mantenere i suoi impegni e quanto sia pieno di benevolenza per la Sardegna, non dubito punto che egli terrà ampiamente le sue promesse. Ho solamente una raccomandazione speciale da fargli. Come troverà nel bilancio dei lavori pubblici i fondi sufficienti per la manutenzione del porto, confido che ne troverà anche per l’esecuzione di quei ritocchi ai fondali del porto destro, che renderanno più facile l’approdo a Terranova; invoco almeno ritocchi graduali nei limiti di spesa moderata da lui, solo convinto protettore forse che il porto di Terranova abbia avuto al Ministero dei lavori pubblici. Con questa fiducia, lo ringrazio di nuovo.

Dichiarazione di votazioni.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione segreta ed invito gli onorevoli segretari a numerare i voti. (Gli onorevoli segretari numerano i voti). Comunico alla Camera il risultamento delle votazioni segrete sui seguenti disegni di legge: Approvazione di eccedenze di impegni per la somma di lire 61,462.64 verificatesi sulla assegnazione di alcuni capitoli dello stato di previsione della spesa del Ministero dei lavori pubblici per l’esercizio finanziario 1903-904, concernenti spese facoltative:

Presenti e votanti      207

Maggioranza               104

Voti favorevoli            171

Voti contrari                 36

 [La Camera approva).

 

Vedi anche: “Un porto di terza classe”: Giacomo Pala e La Maddalena