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Itinerario: Un anello all’interno dell’isola

Distanza: 7,5 km
Tempo di percorrenza: 2 h circa
Difficoltà: Turistico
Periodo consigliato: tutto l’anno
Segnavia: cartelli dell’ex Club Mediterranée

Nell’estate del 1956 venne inaugurato il Village Magique, in seguito Club Mediterranée, con il quale si dava il via, insieme ad Alghero, all’industria del turismo in Sardegna, lì con i tedeschi, qui con i francesi. Dallo spiazzo antistante il Club Med dove possiamo lasciare comodamente i mezzi, inizia il nostro itinerario storico-naturalistico.
Questo anello, dal centro dell’isola, ci conduce all’Opera Arbuticci, risalente al periodo de “Le grandi fortificazioni”, e si conclude presso un’opera di ingegneria civile, la Diga Stefano, attraverso una natura intatta che allo sguardo del naturalista esperto offrirà, col cambiare degli ambienti, interessanti spunti ed osservazioni. Dopo aver percorso un primo tratto asfaltato di 350 mt ed uno sterrato di 700 mt in direzione di Cala Garibaldi, incrociamo sulla destra una strada di penetrazione riconoscibile per la presenza di una sbarra (sempre aperta). Lo sterrato è in buono stato, corre in discesa attraversando una bella pineta di pini d’Aleppo (Pinus halepensis), ed un piccolo ponte dalle spallette in granito, oltre il quale inizia la salita. Ancora poche centinaia di metri e raggiungiamo un belvedere che domina la bella baia di Cala Garibaldi con gli Isolotti Italiani. Dopo 2 km circa e 30 minuti di marcia, arriviamo senza particolari affanni alla base dell’Opera Arbuticci preceduta da un viale di corbezzoli (Arbutus unedo), olivastri (Olea europaea sylvestris), lentischi (Pistacia lentiscus) ed altri alberelli della macchia alta che, grazie alla presenza d’acqua ed alla ricchezza del substrato, crescono rigogliosi.
Percorrendo una breve salita, in 5 minuti siamo all’ingresso dell’Opera, dove si apre un’ampia visuale che ha come sfondo le isole di La Maddalena, Santo Stefano ed il ponte di Caprera. Va ricordato che allo stato attuale non è possibile visitare l’interno dell’Opera poiché interessata dai lavori di restauro, contestuali alla realizzazione del Museo “Garibaldi nel mondo”. Terminata la breve visita alla fortificazione, discendiamo nuovamente e seguiamo la strada asfaltata per circa 950 mt in direzione sud, fino ad una curva dove è visibile un parapetto di legno. Durante questo trasferimento, da compiersi in pochi minuti, avremo sulla nostra destra il Passo della Moneta, che separa l’isola di Caprera da quella di La Maddalena. Pochi scalini in pietra ci fanno abbandonare il manto nero d’asfalto per intraprendere il cammino su una strada in terra battuta, a noi più congeniale.
Un’alternanza di differenti cangianti tonalità di verde, accompagna il nostro trekking dalla macchia alta a quella bassa, dalla pineta (Pinus pinea) agli eucalipti (Eucaliptus camaldulensis), fino alle tamerici (Tamarix sp.) ed ai giunchi (Juncus acutus) che troviamo più in basso, nei pressi della Diga Stefano. Si tratta di un invaso di 40.000 mc d’acqua realizzato negli anni 1914-16; da segnalare le belle rifiniture in monopezzi di granito presenti sulla diga. Per gli amanti del genere, è possibile vedere anche la Diga Ferrante, un secondo invaso di 16.000 mc al quale si arriva imboccando un sentierino di un centinaio di metri a nord della Diga Stefano. Costruita tra il 1855 e il 1858, la Diga Ferrante è la prima realizzata nell’Arcipelago. Nonostante le modeste dimensioni, entrambi gli acquedotti ospitano varie specie di animali.
Oltre agli uccelli acquatici ed ai piccoli invertebrati, annoveriamo: la testuggine d’acqua dolce (Emys orbicularis), specie particolarmente protetta, la natrice viperina (Natrix maura), la raganella sarda (Hyla sarda), il rospo smeraldino (Bufo viridis), l’anguilla (Anguilla anguilla), il persico trota (Micropterus salmoides) e la piccola gambusia (Gambusia affinis), quest’ultima, insaziabile divoratrice di larve di zanzara, fu introdotta in Sardegna per combattere la malaria. Percorrendo una breve discesa dalla diga Stefano in direzione ovest, ritorniamo in 5 minuti al piccolo ponte che idealmente chiude il nostro itinerario. Giunti al punto di partenza (Club Med), possiamo dare uno sguardo al territorio circostante. La Diga Stefano ci appare come un’imponente cinta muraria tra la vegetazione. Volgendo lo sguardo a destra scorgiamo una grande costruzione bianca con una statua sul davanti: è la Casa Museo Garibaldi con il relativo busto marmoreo (opera del Bistolfi). Un’ultima attrattiva, questa volta per gli amanti della cucina sarda è rappresentata dall’agriturismo che troviamo pochi metri prima del nostro arrivo.

Curiosità

L’imponente Opera Arbuticci (che oggi ospita il nuovo Memoriale Giuseppe Garibaldi), ultimata nel 1891, era armata di una batteria di 6 obici da 280 mm mod. K a tiro diretto e di 4 cannoni da 228 mm ad avancarica mod. Armstrong. Completavano l’armamento 4 cannoni da 75 mm mod. n°1 e 6 mitragliere da 25 mm tipo A. L’Opera era destinata a battere le navi davanti al canale della Moneta incrociando i tiri con la batteria di Punta Villa sull’isola di La Maddalena. Oltre ai locali di munizionamento ed i magazzini, conteneva una caserma per 120 uomini.