La Base Navale di La Maddalena
Già dal primo dopoguerra La Maddalena era classificata Base Navale di 2ª categoria. Classificazione che dopo alterne vicende conserva ancor oggi, fino a quando non sarà attuato il programma della sua riclassificazione da tempo ipotizzato.
Per tutto il periodo bellico fu sede di uno dei Comandi costieri metropolitani della Regia Marina Militare. Denominato inizialmente “Comando Militare Marittimo in Sardegna”, diverrà “autonomo” nel maggio del 1943, ma solo sulla carta da lettera. Infatti, al messaggio di Maristat del 25 maggio di quell’anno, con cui si annunciava la determinazione ministeriale e si avviava il nuovo status del Comando, non seguì l’emanazione del provvedimento formale.
Il Comando aveva assegnata la giurisdizione sulle coste della Sardegna, sulle sue isole adiacenti e su una fascia costiera e marittima di 40 miglia all’intorno dell’isola. Posto alle dipendenze di Maridipart Napoli, era retto – come oggi – da un Ammiraglio di Divisione che assommava in sé anche il Comando della Piazza Marittima. Solo il 26 aprile del 1943, infatti, fu creato il “Comando Piazza Marina Militare di La Maddalena”, affidato ad un Contrammiraglio. Questa novità durò solo quattro mesi, giacché la “Nuova organizzazione dei comandi periferici costieri della Regia Marina” abolì, a partire dal 28 agosto 1943, anche la Piazza marittima di La Maddalena, e la sostituì con l’istituzione della Base Navale e dell’apposito Comando Militare Marittimo Locale.
Come per tutti i similari Comandi costieri, dipendevano da Marina/Maddalena Enti e servizi analoghi a quelli dei Comandi di Dipartimento, seppure di rango inferiore. Ad essi era affidata la gestione del Genio Militare per la Marina, delle Armi navali, della Sanità, del Commissariato, dei fari e segnalamenti marittimi, e quant’altro. Erano altresì alle dipendenze di Marisardegna vari Enti territoriali della Regia Marina dislocati in tutta la Sardegna, come il Comando Settore Marittimo di Cagliari, i Comandi Servizi della Marina (Mariser) di Porto Torres, di Olbia e di S.Antioco. Così come erano alle sue dipendenze le unità dipartimentali assegnategli ( 7ª Grupsom, 2ª e 9ª Squadra torpediniere, 5ª Flotmas) e quelle aeree di Ricognizione Marittima.
L’evoluzione negativa per le forze dell’Asse delle operazioni militari nel teatro mediterraneo, e la eventualità di un attacco diretto alle isole italiane ed alla Corsica, determinò la decisione di unificare la struttura di Comando tra le Forze Armate dislocate nelle isole, almeno per quel che riguardava la difesa territoriale. Fu per ciò che alle ore 12.00 del 28 marzo 1943 il Comando Militare Marittimo in Sardegna fu “operativamente” inserito nel Comando della Sardegna del Regio Esercito, che venne ad assumere la denominazione di “Comando Forze Armate della Sardegna”.
Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma