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La battaglia di Rivas e la perdita del braccio

Dopo la vittoria, il presidente Mora a capo di circa 2.500 uomini invase in territorio del Nicaragua occupando San Juan del Sur e La Virgen arrivando poi fino a Rivas.
Rivas era un’antica città fondata nel XVII secolo, organizzata secondo il modello coloniale spagnolo, con edifici quadrati costruiti con materiali che risultavano spessi all’occhio, una piazza principale e una chiesa situata con la facciata in direzione ovest.
La mattina del 12 Aprile 1856 William Walker prese sotto assedio la chiesa e le due torri per avere una visione più amplia sulla città. Quando i costarricensi notarono la presenza dei filibustieri, presero le posizioni di difesa, ma non furono abbastanza veloci, i nemici li attaccarono. L’intenzione del capitano dei filibustieri era quella di arrivare fino al posto di blocco seguente dove si trovavano il presidente Mora per catturarlo o addirittura ammazzarlo. I costarricensi cercarono di contenere il più possibile l’espansione dei nemici, i quali sorpresi dalla risposta immediata dei ticos (nome con cui chiamano se stessi i ticos). Il contrattacco fu così rapido ed efficacie che alcuni filibustieri, terrorizzati, cercarono di trovare rifugio nelle case circostanti.
La seconda battaglia fu brutale, i soldati di entrambe le fazioni cercavano continuamente di avanzare a discapito del nemico, di provare nuove strategie e nuovi movimenti. Si diffuse il panico generale, soprattutto da parte dei filibustieri. In strada si sparava a qualunque oggetto in movimento, senza più controllo sulla situazione.
Verso il mezzogiorno il comandante diede l’ordine di dare fuoco alle case dove si erano nascosti alcuni filibustieri per contenere il pericolo. Gli ordini erano chiari, i soldati costarricensi iniziarono a rompere pezzi di tela, bagnandole con il “canfìn” e scegliendo minuziosamente coloro che avrebbero preso parte alla missione. In quel momento preciso, avvenne il fatto che permise al pittore costarricense Enrique Echandi di creare la sua opera nella quale venne rappresentato Juan Santamaria, eroe nazionale Costarricense.
Nella sera di quel faticoso giorno, Walker non aveva più le capacità militari per poter intraprendere un altro attacco, dato che la maggior parte dei suoi capitani erano morti, i feriti erano numerosi e le munizioni iniziavano a scarseggiare. Fu subito presa una decisione, verso mezzanotte si optò per una ritirata strategica; i feriti gravi sarebbero rimasti dentro alla chiesa, (qui avvenne un fatto che generò scandalo tra la popolazione dell’epoca. Un gruppo di soldati costarricensi entrò nella chiesa e trucidò i feriti. Questo creò scalpore tra l’opinione pubblica del tempo, dato che venne visto come un gesto contrario agli ideali di libertà che avevano mosso la guerra contro Walker) i restanti con ferite meno importanti e che erano in grado di camminare avrebbero intrapreso una marcia lenta e silenziosa verso Granada (Nicaragua). Walker era un uomo deciso e determinato, un grande stratega che intelligentemente optò per una ritirata in tempo, perché continuare a lottare in quelle condizioni, sarebbe stato massacrante, e non avrebbe portato a nessuna conclusione, bensì ad una sconfitta.
Questa seconda battaglia di Rivas costò molto cara al Maggior Leggero che fu colpito e ferito al braccio destro o da un proiettile d’artiglieria o da una scheggia di bomba. Venne subito trasportato in un’ambulanza (l’esercito era ben fornito a livello medico-sanitario), dove lo vide un chirurgo che dovette procedere all’amputazione dell’arto.
La battaglia era terminata, ma aveva lasciato dietro di se numerose morti, feriti e sangue. Nonostante la sconfitta si deve ammettere che i filibustieri erano armati con ottime carabine “Mississippì”. L’esercito costarricense aveva subito numerose perdite, circa la metà dei soldati avevano lasciato la vita in quella battaglia.