Co.Ri.S.MaLa Maddalena AnticaLa piazzaforte di latta

La sistemazione del “Gruppo Gorizia”

Il dispositivo difensivo era completato da un sistema di difesa passiva a mare, composto di ostruzioni esplosive e di ostruzioni parasommergibili. Le ostruzioni esplosive sbarravano – da ponente a levante – il passo tra l’isola della Pecora di Caprera, l’isola delle Bisce e Capo Ferro, il passo tra Punta Zucchitta (a levante di Spargi) e Punta Testiccioli (a ponente di La Maddalena), ed infine il passo tra Punta Rossa di Spargi e Punta Don Diego nella prospiciente costa sarda. Le ostruzioni parasommergibili – nello stesso senso – sbarravano invece il passo tra Punta Rossa di Caprera e Capo Tre Monti – nella sua verticale diretta, il passo tra Punta S.Stefano e Punta Coda di Caprera, ed infine il passo tra Punta Stropello di Palau e le secche di Punta Tegge a sud/ovest di La Maddalena.

Al centro di tutto questo sistema furono collocati i due incrociatori pesanti quando giunsero nell’estuario maddalenino il primo pomeriggio del 10 dicembre 1942. Già da tempo, infatti, erano stati approntati tre recinti retali per grandi navi, costituiti da un doppio sbarramento di reti metalliche inscritto nel quale stava un secondo sbarramento a forma di losanga. All’interno di quest’ultimo sbarramento venivano collocate le navi. I dispacci ministeriali assicuravano che, proprio per accogliere il “Gruppo Gorizia”, i recinti erano stati oggetto di migliorie per assicurare una più efficace difesa antinsidiosa. Il Gorizia venne sistemato nel recinto di Porto Palma, un’insenatura a sud di Caprera, sotto la tutela di ben tre batterie contraeree, ognuna con quattro pezzi da 76/40: la M 733 di Poggio Raso, la M 467 dell’isola del Porco e la M 368 di Poggio Baccà.

Il Trieste andò a collocarsi, invece, nel recinto predisposto nella rada di Mezzoschifo, tra Punta Sardegna e Punta Palau, altrimenti detta Baia di Agincourt in memoria dello stazionamento della flotta di Lord Nelson nei suoi lunghi soggiorni nelle acque dell’arcipelago maddalenino. Questa sistemazione godeva della copertura della batteria contraerea, M 600, di Monte Altura con i suoi quattro pezzi da 102/35.

Rimase quindi inutilizzato il recinto predisposto per il Bolzano all’interno del Golfo delle Saline, a sud di Capo d’Orso e dirimpetto a Porto Palma, che fu utilizzato sporadicamente da altre unità.

Vedremo in seguito la descrizione che il commentatore italiano di Radio Londra diede della fotografia che i ricognitori Alleati fecero al Trieste nel proprio recinto, ed il suo giudizio circa la qualità della protezione. Per ora si può notare che i due incrociatori godettero di un’adeguata protezione dalle insidie subacquee e da quelle di aereosiluramento, ma non altrettanto contro le azioni di bombardamento aereo.

Così come non fu predisposto l’ascolto aerofonico nel sistema d’avvistamento, non fu neppure predisposto alcun dispositivo d’annebbiamento in caso d’attacco aereo. Venne ritenuto inutile per due motivi: innanzitutto l’area da coprire era troppo vasta, in secondo luogo le condizioni normalmente ventose della rada non avrebbero consentito la formazione di consistenti cortine. Anche per l’annebbiamento si può ripetere la considerazione delle eccezionali condizioni climatiche del giorno 10 aprile. La dinamica dell’attacco fu però tale che, in quella circostanza, in assenza di un efficace sistema di avvistamento e di un congruo tempo di allarme, non sarebbe stato comunque possibile la formazione delle cortine artificiali di nebbia.

Le memorie redatte ai vari livelli per dare conto dell’accaduto e delle sue gravi conseguenze, oltre a giustificare l’inesistenza di alcuni dispositivi di protezione, e dare atto delle deficienze strutturali del complessivo sistema difensivo della base maddalenina, riferiscono anche degli accorgimenti predisposti in ordine alla protezione degli incrociatori. Si legge, infatti, che la dislocazione delle due unità fu prevista la più distante possibile tra loro (circa 7 Km.), per evitare che una sola salve di bombe potesse danneggiarle entrambe, e la più prossima possibile alla costa, per rendere più difficile il loro riconoscimento. Purtroppo nessuna di queste precauzioni potè competere contro la potente capacità di preparazione e d’esecuzione dei quadrimotori americani, e tanto meno potè colmare le note debolezze del sistema difensivo.

Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma