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La statua di Costanzo Ciano

Vicino alla banchina si erge la colossale statua incompiuta di Costanzo Ciano, eroe della Prima Guerra Mondiale (padre di Galeazzo, genero di Mussolini). E’ probabile che sia stato Mussolini in persona a sostenere la costruzione del monumento dopo la morte improvvisa di Ciano, avvenuta nel 1939. Nel 1940 il governo finanziò l’opera e lo scultore Arturo Dazzi fu incaricato del progetto che sarebbe consistito in un enorme basamento contenente la tomba di Ciano.
Sopra questo, doveva essere collocata un’enorme statua, alta tredici metri, con dietro un fascio littorio sormontato da un potente faro. Il monumento doveva essere posto in un punto panoramico dei dintorni di Livorno in modo tale da essere visibile da più parti, mentre il potente faro avrebbe costituito una guida per le navi in transito. Arturo Dazzi non ebbe dubbi sul materiale: avrebbe usato il granito di Sardegna, il «perlato grigio» delle cave di La Maddalena. Mentre a Livorno si lavorava sul basamento, nella cava di Villamarina gli scalpellini più bravi scolpivano la statua di Ciano. L’eroe doveva essere immortalato in posizione eretta, rivolto verso il mare, con indosso il completo di tela cerata usato dai marinai. Il lavoro proseguì alacremente per due anni e s’interruppe bruscamente alla caduta del fascismo. Oggi il primo pezzo della statua, il busto dell’ammiraglio Ciano alto quasi tre metri, si erge imponente con la faccia rivolta verso il mare, lo sguardo fiero e due enormi baffi. Vedi anche: Santo Stefano Itinerari