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La torre Napoleonica di Santo Stefano

Costruita tra il 1771 ed il 1773, su disegni e calcoli dell’architetto militare Cav. Saverio Belgrano di Famolasco, era particolarmente destinata a proteggere il seno fra l’isola di Santo Stefano e la Sardegna, per controllare il passaggio dei bastimenti che venivano da ogni parte e spesso si fermavano nel piccolo porto a rifornirsi d’acqua, In base ai ripetuti sopralluoghi il Tenente d’artiglieria Theseo, che coordinava il piano delle torri costiere, stabilì la localizzazione della costruzione sulla punta sinistra per chi entra nella cala di Villa Marina, ignorando il parere dato al viceré dal conte Bogino (18 maggio 1768) che suggeriva di ubicarla nella punta a dritta della cala “come punta avanzata nel mare e quindi a portata di meglio divisare i bastimenti che vengono da ogni parte, come altresì di scoprire la punta Rossa e quella di Sardegna, e corrispondersi con la medesima nell’occasione coi soliti segnali”.

A giugno del 1773 la torre era ultimata e il Conte Robbiano ne precisava le funzioni affermando che suo oggetto è di difendere le isole intermedie recentemente occupate, piuttosto che per ovviare alle invasioni dei barbari. Queste dichiarazioni furono ben presto smentite dai fatti e quando il 22 febbraio 1793 il corpo di spedizione francese, comandato da Colonna Cesari, sbarcò a Santo Stefano non ebbe difficoltà ad occupare la Torre che, troppo isolata rispetto alle altre fortificazioni di La Maddalena, non poté ricevere da quelle alcun aiuto; dopo aver subito un assedio di poche ore, infatti, essa capitolò consentendo a Napoleone Bonaparte di piazzare indisturbato le sue artiglierie contro La Maddalena. A forma di “casamatta”, che protetta con murature a volta molto spesse e robuste, la Torre ha pianta quadrata ed è circondata da un fossato profondo e largo tre metri, in parte occupato da quattro piccole costruzioni simmetriche, adibite a servizi, forno e prigione. Attraverso un ponte levatoio, che superava il fossato dal lato nord opposto al mare, si raggiungeva l’ingresso che immetteva al piano terreno, formato da due camere. Da quella più piccola si sale al primo piano, alla sala del presidio ed alla cucina. Le pareti esterne, interrotte all’altezza dei due piani da lunghe e strette finestre profondamente incassate, terminavano con un parapetto che circondava tutta la terrazza: su questa erano piazzati i cannoni capaci, come quelli di tutte le altre fortezze coeve, di una lunga gittata.

La torre ha pianta quadrata ed è coronata da un fossato, per cui per entrare è necessario passare sul ponte levatoio. Ai quattro lati, altrettanti piccoli sotterranei ai quali si accede discendendo le scale. Al piano terreno vi sono due camere; dalla piccola camera a mezzo di scala si sale al primo piano nella quale c’è la sala del presidio e la cucina. I servizi igienici sono nel sotterraneo, indicati in mappa come “luogo comune”. Sopra il primo piano la terrazza alla quale si accede per mezzo di un’altra scaletta e dove trovano posto 4 cannoni. Nella torre vi è anche una cisterna per la raccolta e conservazione dell’acqua.