L’attacco francese
Conseguentemente alla vittoria delle truppe francesi a Valmy, avvenuta il 20 settembre 1792, la Francia propose al re sabaudo Vittorio Amedeo III un’alleanza che venne però respinta. I francesi si armarono per invadere il Piemonte e in seguito volsero le loro mire verso la Sardegna, possedimento dei Savoia posto strategicamente al centro del Mediterraneo, mal difeso e ottimo per possibili scambi politici. Approfittando inoltre del malcontento popolare verso il governo piemontese i francesi invasero la Sardegna in nome dei valori libertari della rivoluzione contro le monarchie assolutistiche. Il Consiglio esecutivo provvisorio affidò la spedizione in Sardegna al contrammiraglio Truguet e l’organizzazione dello sbarco al generale Casabianca con 6000 uomini fra truppe di linea e volontari. La flotta francese, comandata dal capitano Tréville, venne avvistata nei pressi del Golfo di Cagliari il 29 dicembre 1792 e l’8 gennaio 1793 occupò facilmente le isolette di Sant’Antioco e Carloforte per poi riunirsi alle truppe di Truguet nel golfo di Cagliari (23 gennaio). Il vicerè Balbiano, nonostante fosse consapevole dell’imminente intervento francese, non garantì alcuna forma difensiva per l’isola.
Al suo posto furono gli Stamenti, le rappresentanze del Parlamento locale, a prendere misure precauzionali per fronteggiare l’attacco. Lo Stamento ecclesiastico promise in caso di necessità l’argento delle chiese e mise a disposizione una notevole somma per arruolare volontari. lo Stamento militare a sua volta arruolò a proprie spese 4000 volontari. Nacque così un sentimento di vivo amore e devozione per la patria, che cominciava a porsi in contrasto stridente con il governo viceregio e piemontese.
A causa del fallito tentativo di mediazione tramite una missiva affidata ad una flotta svedese ormeggiata nel porto di Cagliari, il 28 gennaio 1793 i francesi bombardarono Cagliari senza causare però gravi danni. Ciò favorì la diffusione delle idee religiose contro i francesi, tanto da convincere la popolazione di poter realmente sconfiggere i nemici. L’attacco francese fu organizzato in tre fasi: fu effettuato lo sbarco di un grosso contingente di truppe sul litorale di Quartu, nella località di Capitana, per impedire l’arrivo di rinforzi che avrebbero potuto provenire dal Campidano, ma queste truppe vennero cacciate dalla furia popolare; un secondo tentativo di conquistare una postazione fortificata difesa dai sardi si diresse verso la zona di Calamosca, ma fallì, oltre che per la valida difesa opposta dai volontari sardi schierati sul litorale, anche da un’incomprensione tra gli stessi reparti francesi, le cui truppe spararono contro i loro stessi commilitoni causando il panico e la conseguente fuga; l’ultimo tentativo si diresse contro la simbolica fortezza del Lazzaretto di Sant’Elia, punto strategico sulla città, ma i francesi vennero sconfitti dai miliziani sardi e furono definitivamente allontanati dalla Sardegna.