Amici di La MaddalenaGiorgio Andrea Agnès des Geneys

Le crociere del 1804 e 1806 e la difesa di Orosei

Nell’estate 1803 i tunisini predarono la gondola Sardina e una speronara con a bordo la moglie di De Nobili, imparentata pure coi due Porcile. Alla fine del giugno 1804, arrivate a Cagliari le due mezze galere acquistate a Napoli, il viceré e des Geneys decisero di effettuare una rappresaglia nel golfo di Tunisi con le tre unità maggiori (des Geneys, Gaetano De May e Vittorio Porcile) lo sciabecco (Giuseppe Albini) e la gondola Scoperta (Antonio Scoffiero). Visitata la costa di Ponente e lasciato lo sciabecco di stazione a Carloforte, il 6 agosto le altre 4 unità salparono con 586 uomini d’equipaggio. Rimasti a lungo alla fonda alla Galite a causa del vento contrario, l’11 settembre si appostarono a Capo Roux, dove sorpresero 2 corsari: uno fu incagliato e poi incendiato dall’equipaggio, l’altro affondato a cannonate dalla Scoperta, che ebbe ucciso un fuciliere di marina. Spostatisi a Capo Farina, il 15 settembre usarono lo stratagemma di inalberare bandiera tunisina per attirare a tiro 2 corsari (una galeotta e un felucone con 2 obici, 4 cannoni e 87 uomini d’equipaggio). I due corsari subirono 14 perdite prima di arrendersi e furono poi rimorchiati alla Maddalena. Rientrata a Cagliari in novembre, la squadretta fu posta in disarmo.
Nel maggio 1806 Des Geneys partì nuovamente in crociera con le tre galere e il lancione, a caccia di una flottiglia tunisina di 9 velieri (inclusi 1 fregata e 4 sciabecchi). La notte del 5 giugno 700 tunisini sbarcarono nella cala di Osella presso Orosei, cogliendo gli abitanti nel sonno. Assalito dentro casa, Tommaso Mojolu reagì a coltellate salvando sé e la famiglia; Antonio Gozza, accorso in armi e abbattuto sull’uscio di casa, riuscì comunque a dare l’allarme. La reazione dei paesani e dei barracelli mise in fuga gli assalitori, inseguiti fino alla spiaggia dalla cavalleria miliziana e bersagliati dalla Torre di Sant’Antonio, lasciandosi dietro 80 morti e feriti contro un solo morto e un solo ferito tra i miliziani. Con circolari dell’8 e 11 giugno fu attivato il servizio miliziano di guardia costiera, e l’11 il re indirizzò alla popolazione di Orosei un biglietto di elogio. I tunisini predarono però alcuni mercantili e il lancione regio [poi abbandonato e recuperato 20 giorni dopo] e fecero razzie sulle spiagge del Serrabus e dell’Ogliastra, tanto che il 18 giugno vi furono spiccati forti distaccamenti, mentre il cavalier de Varax fu nominato comandante di Carloforte, Isola di Sant’Antonio e luoghi limitrofi da Capo Teulada a Capo Pecora. In luglio la squadra riuscì inoltre a recuperare il lancione catturandovi a bordo 27 tunisini.
Paghi delle 25.000 lire sarde negoziate dal solito Pollini per il riscatto degli schiavi catturati dopo il 1803, nel 1807 i tunisini lasciarono in pace la Sardegna, e nel triennio successivo la politica sarda di cooperazione con gl’inglesi li dissuase da nuove spedizioni.