Co.Ri.S.MaIl popolamento dell'Arcipelago maddalenino prima dei Savoia (1650-1767)La Maddalena Antica

Le famiglie

Nella quasi totalità gli atti sono stati formati secondo un modello standard che prevedeva il nome del battezzato, l’indicazione del padre cui seguiva il nome dell’ascendente maschio del padre (nonno paterno del neonato) e quindi il nome della madre, talvolta dimenticato o comunque non rilevato dall’estensore, oltre le date di nascita e di battesimo e molto spesso le località di provenienza del genitore. L’uso dell’indicazione del nonno paterno era necessario per dare un riconoscimento storico più preciso alla famiglia, soprattutto in caso di mancanza di un cognome. Spesso solo seguendo questo processo logico si è in grado di riconoscere la composizione del nucleo familiare, pur ammettendo una certa alea che però è limitata dalle ridottissime dimensioni della massa su cui si opera l’analisi. A differenza dei loro “principali” sempre indicati con i titoli e con i cognomi, il patronimico dei pastori è quasi sempre assente nei primi 5 decenni studiati. Molti di essi assunsero in seguito una sorta di cognome geografico in riferimento al villaggio corso di provenienza, per un fenomeno di acquisizione abbastanza solito per gruppi marginali e soggetti a movimenti di emigrazione. Gruppi che anche nel nostro caso raccoglievano familiari e parenti, e che si muovevano insieme per rassicurazione e sostegno reciproco: come il caso dei Serra, Zonza e Zicavo. In pochissimi casi alcuni cognomi sono presenti una sola volta negli 80 anni considerati, come Costantini, Danigio, Pinto e Traginali, e solo in quattro casi l’indicazione del cognome appare preciso nel suo obiettivo di attestare il patronimico: Ornano, Culiolo, Millelire e Panzino.

Ornano

Il patronimico Ornano, pur derivando dal nome geografico della pieve d’Ornano, è stato utilizzato esplicitamente come cognome almeno in 13 battesimi celebrati dal 1738 a 1758, di cui 7 di maschi e 6 di femmine. Ornano era un patronimico diffuso nella Corsica del tempo, soprattutto con la versione D’Ornano, con personaggi di rilievo nella sua storia ma anche con poveri pastori nullatenenti di quell’area in movimento verso la sopravvivenza. Seguendo il nome del nonno paterno di molti Ornano, si riconoscono in prevalenza i discendenti di Salvatore, che era presente a Maddalena già negli anni 1703 e 1708. In questi stessi anni si trovano registrati due suoi figli avuti con la moglie Rosa, mentre il padre era indicato come Tommaso, pur senza il riconoscimento del cognome. Trenta anni dopo troviamo i figli di Salvatore e Rosa, tali Francesco, Giuseppe, Giovanni Marco e Simone Giovanni portare al battesimo i loro figli di terza generazione nati nell’isola maddalenina col patronimico Ornano, e in cui ritornano i nomi di Salvatore, Tommaso e Rosa. In nessuno dei 13 atti era presente alcuna indicazione della località di provenienza della famiglia e nessuno di essi indicava la nascita avvenuta a Caprera. Undici di essi hanno registrato come luogo del parto Maddalena e due hanno segnalato genericamente “nelle isole”, facendoci sapere che tutte le famiglie Ornano avevano preso dimora nell’isola maggiore. Tra questi Antonio Ornano di Giuseppe, fu Battista, e di Angela, nato il 10 luglio del 1738 alla Maddalena, che apparve nell’elenco degli isolani che nel 1779 avevano avanzato una ”supplica” al viceré per la edificazione della nuova chiesa alla marina. In quell’elenco vi appariva nella sua qualità di Sindaco. E’ il primo sindaco documentato, ma probabilmente non fu il primo sindaco in assoluto, giacché il consiglio comunitativo fu istituito nell’isola due anni prima e gli incarichi di consigliere e di sindaco erano annuali.

Culiolo

Nella parte “maddalenina” del registro dei battesimi questo è un patronimico forte, sia per il numero dei nati, sia per il fatto che questi si concentrano su due soli ceppi. La prima volta appare indicato per Francesco Antonio, nato a Caprera nel febbraio del 1737. In questa occasione venne registrato con la variante “Colliolo” rispetto a “Culiolo”, la più usata nei 12 atti di questa famiglia rispetto anche alle versioni “Coliolo” o “Culliolo”. In questo primo caso si registrò la paternità di Matteo fu Pietro che ritornerà in altri 2 successivi atti con la maternità attribuita ad Angela, ovvero Angela Maria. Questa combinazione, rafforzata dalla segnalazione della stessa località corsa di provenienza dei genitori, permette di accreditare questo patronimico, per la stessa coppia, anche ad altri tre battezzati prima del 1737 e registrati senza l’indicazione del cognome: Anna Maria nel 1731, Pietro Maria nel 1733 e Giovanni Natale nel 1735. Pietro, inoltre, compare esplicitamente come ascendente in ben 10 di questi atti e implicitamente in altri 2, attraverso 3 suoi figli: Matteo già esaminato con i suoi 6 figli, Domenico e Giacomo. Questi ultimi, a loro volta, entrambi con 3 figli, il primo con la moglie Maria e il secondo con la moglie Angela, ovvero Angela Maria, ovvero ancora Angelica Maria. L’altro ascendente, Antonio, è invece presente in sole due occasioni con il figlio Giovanni Battista, e a sua volta con i figli Antonio (1743) e Maria Maddalena (1744). I Culiolo erano stati tutti registrati come provenienti da Sorbollà, il villaggio dell’Alta Rocca che li aveva ospitati nella fase di sfollamento dalla piana, e che secondo gli studi dei flussi migratori, con la ridiscesa avrebbero ripreso domicilio a Chera (Separelli), un albergo nel territorio bonifacino. Il piccolo villaggio ha reso omaggio ai propri morti in guerra con due lapidi in cui si raccolgono i nomi dei 14 deceduti nella prima guerra mondiale, dei 2 deceduti nella seconda guerra mondiale e dell’unico della guerra 1870-1871. Tutti i 17 caduti di guerra hanno la particolarità di chiamarsi Culioli.

Millelire

Anche i Millelire provenivano da Sorbollà, ma nella discesa nella piaghja avevano trovato ricovero a Sotta. Questo patronimico è più ridotto come quantità, con i 6 nati registrati, tutti partoriti alla Maddalena dal 1704 al 1758. La prima registrata è, infatti Maria Sisinia di Agostino e Maria, senza indicazione del cognome, cui è seguita 20 anni dopo Maria Antonietta di Leone Millelire fu Agostino e di Faustina. Da quest’ultima coppia nacquero Pietro nel 1728 e 6 anni dopo Maria. Il patronimico Millelire venne successivamente assunto nel dicembre 1751, con il solito stacco generazionale di 20 anni, da Giovanni Battista e nel 1754 da Antonio, entrambi di Pietro, di Leone, e di Caterina, ovvero Maria Caterina. Infine, nel luglio 1758, da Gio’ Agostino sempre di Pietro, fu Leone, e di Maria. Le novità tra questi due ultimi atti si rilevano a proposito di Leone che nel frattempo era deceduto, e della moglie di Pietro che era cambiata. Una incursione nei registri dei matrimoni della stessa parrocchiale ha permesso di conoscere che Pietro Millelire di Leone, vedovo di Maria Caterina fu Michele da Zicavo, sposò il giugno 1756 Maria di Giuseppe d’Ornano. Gio’ Agostino non fu, quindi, il primogenito di Pietro, ma il primo nato dalle sue seconde nozze. Gli altri figli di Pietro e Maria, che assunsero in seguito ampia notorietà, sono stati evidentemente registrati nel volume degli atti andato perduto, oppure sono nati in Corsica anche se hanno vissuto alla Maddalena come è avvenuto per tanti altri noti personaggi della storia maddalenina nati in questo stesso periodo.

Panzino

In seguito questo patronimico assunse le varianti di Panzano e Panzani, e nei nostri atti è presente per soli due nati alla Maddalena da due genitori diversi. Stefano è nato nell’agosto 1757, figlio di Silvestro e Felicia. Maria Rosa, di Nicolao e Maria, è nata invece nel gennaio 1760. Nell’atto di quest’ultima si rilevava che il parto era avvenuto alla Maddalena e che Nicolao proveniva da Tallà. In assenza di qualsiasi indicazione di ascendenti in entrambi i casi non è possibile definire il grado di parentela eventualmente esistente tra i due. Le due nascite avvenute nell’ultimo decennio prima dell’occupazione ci dicono che la loro immigrazione doveva essere recente.

Serra

Passando ad esaminare le famiglie che assunsero con certezza il patronimico dal villaggio montano di provenienza, abbiamo Serra, Zicavo e Zonza. Iniziando da Serra si rileva che Antonio Guglielmo e Maria sono registrati rispettivamente negli anni 1708 e 1710, nati entrambi da Giacomo Santo, fu Guglielmo, e da Maddalena, e provenienti da Serra (di Scopamene) nell’Alta Rocca. Probabilmente dopo la ridiscesa stazionarono nella piaghja di San Martino e da lì pervennero alle isole. Più precisamente Maria è una delle due nate partorite a Spargi. Nello stesso 1710 nacque Andrea di Domenico anche lui proveniente da Serra, fu Agostino, e di Caterina. Quasi 60 anni dopo si trova una registrazione con alcune ambiguità, riferita comunque ad un’altra provenienza da Serra. Il 4 aprile del 1758 nasce Paolo Ignazio Sarrei fu Giacomo dalla Serra, dimorante nell’isola Maddalena o Caprera, e di Giacominetta, e battezzato per necessità dal caprerino Matteo Culliolo che già conosciamo.

Zicavo

I 16 nati da coppie provenienti da Zicavo, il villaggio dell’alto Taravo, formavano il gruppo più numeroso tra tutti quelli che contribuirono a colonizzare l’arcipelago. Nonostante la nota dispersione dei zicavesi in un’area vasta della Corsica sottana, la loro presenza nelle isole sembra che sia abbastanza aggregata, nel senso che si possono individuare pochi nuclei familiari che si rinnovano per generazioni successive tra Maddalena e Caprera in 53 anni, dal 1707 al 1760. L’elenco dei nati inizia con Giovanni di Marco, fu Michele, e sua moglie Palma, e si conclude con Maria Caterina di Pietro, fu Michele, e Nunzia. Marco e Palma ebbero anche altri due figli nel 1714 e 1723, e in seguito Marco divenne esso stesso nonno di due nipoti che gli vennero da Giovanni e Santa, e di altri due da Michele, che non nato all’isola però vi viveva e vi aveva messo su famiglia. Il ciclo riprese con Giovanni, nato nel 1758 da Giovanni Battista, fu Giovanni, e sua moglie Maria Rosa, e con Maria Lucia e Maria Caterina, entrambe di Pietro, fu Michele, e di sua moglie Nunzia. Per questi zicavesi le attestazioni della località del parto segnalano sia Maddalena che Caprera, e poiché le molte nascite si spalmano su tutto il primo sessantennio del XVIII secolo, si ritrova in esse tutta la varietà di indicazioni, comprese “Chabrera”, “isole adiacenti” e “S. Maria Maddalena”.

Zonza

Si ritrovano solo due nati alla Maddalena registrati con genitori provenienti da Zonza, anch’esso villaggio dell’Alta Rocca, per una famiglia che assunse in seguito lo steso patronimico ed ebbe uno sviluppo notevole in consistenza numerica e qualità di status sociale. I battesimi si riferiscono entrambi a due figli di Marco, fu Anton Marco, e di Maria Aleria, nati rispettivamente nel 1745 e nel 1751. Il gruppo proveniente da Zonza, e quindi molto probabilmente dalla sua gemmata della piana Conca, apparteneva ad una delle ultime serie di arrivi nelle isole, stabilendosi alla Maddalena. A proposito di Zonza si evidenzia una situazione che appare una riprova di quanto si affermava a proposito di nati in Bonifacio da coppie stabilitesi a Maddalena. Giulio, fu Anton Marco, e sua moglie Francesca nella primavera del 1757 portarono al fonte battesimale il loro figlio Tomaso. L’atto non attesta con la solita evidenza il parto di Tomaso nelle isole, ma registra che Giulio aveva una sorta di doppia cittadinanza tra Bonifacio e Caprera (hic et in insula Cabrera habitantis).

Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma

  1. Una piève, dall’italiano Pieve (al plurale: pives o pievi), designa una circoscrizione territoriale e religiosa guidata da una chiesa rurale con un battistero, nell’Italia centrale e settentrionale del Medioevo e in Corsica.
    La piève è all’origine di molti toponimi di comune e diversi edifici religiosi sono chiamati Pieve. Etimologicamente, la parola ′′ Pieve ′′ deriva dal latino plebs, popolo. Originariamente designa una tribù, una popolazione. La pietra designava fin dal I secolo prima della nostra era una circoscrizione amministrativa stabilita da Roma. Nel secolo la Chiesa nascente crea diocesi. Originariamente ogni diocesi era una sola parrocchia, dalle tribù in atto all’epoca romana. L ‘ unico prete era il vescovo. Nel la diocesi si divide in pezze (calcate sulle pieve civili), ogni piève è animata da un pedone o co-vescovo, abilitato a somministrare la conferma. Verso il 400 la Corsica contava una quindicina di diocesi. Queste gazze si sono poi frammentate in diverse parrocchie col tempo. La Chiesa è stata alla base dell’estensione dell’uso delle pieve. Anche le gabbie avrebbero potuto nascere come cantoni amministrativi basati su limiti geografici (linee di picco, fiumi, ecc.). ). Tuttavia, se le pieve si disegnano spesso in regioni geografiche come valli, i loro confini non sempre hanno basi naturali e spesso fluttuanti.