Le prime cresime e la visita pastorale
Altro segnale del progressivo, anzi definitivo, distacco dei maddalenini dal potere religioso di Bonifacio fu la partecipazione in massa di giovani e meno giovani alla prima somministrazione della cresima, avvenuta nella chiesa di Collo Piano ad opera del vescovo di Civita, mons. Francesco Ignazio Guiso, il 10 giugno 1774. Ricevettero l’unzione sacra 91 cresimati, elencati disordinatamente nell’apposito registro ma con la grossa divisione di maschi (54) e femmine (37). Prendendo a riferimento il dato indicato in una sua memoria dal comandante De Chevillard, secondo cui nel 1776 erano 276 maddalenini, i cresimati furono un terzo dei residenti. Appartenevano a 46 famiglie, tra cui si riconoscono dei sopraggiunti della prima ora, come Gallone-Barrabò, Porro e Bertoleoni, e quelle di militari come Gromis e Fravega.
L’elenco rileva anche alcune situazioni interessanti la dinamica delle famiglie stesse, da cui si ricava che le famiglie Avighia erano almeno tre, le Culiolo sei e le Ornano erano ben tredici. Pietro Culiolo presentò alla confermazione quel giorno 5 figli, Pietro Millelire ne ha portati 6 e altrettanti Marco Zonza, Silvestro Panzano, infine, ben 7, di cui una femmina. L’analisi più attenta ha individuato degli errori che confermano la leggerezza, quasi la sciatteria, con cui venivano redatti gli atti canonici, che spesso sono causa di pasticci sui nomi e su fatti. Agostino Millelire è stato registrato insieme al fratello Giovanni Battista come figli di primo letto, avuti da Pietro con Maria Caterina Zigau, mentre Domenico e gli altri avuti con la seconda moglie Maria Ornano. Agostino dall’atto di battesimo risultava, invece, primo figlio delle seconde nozze di Pietro, queste ultime regolarmente annotate nei registri bonifacini, con la relativa data antecedente la nascita di Agostino. Si trovano due Maria Benedetta Avighia, di stessi genitori, la moglie di Paolo Bertoleoni, che una volta viene indicata come Forteleoni, altra volta viene indicata come Pintus e anche Pinto. La moglie di Marco Zonza, Maria, viene chiamata di volta in volta, nelle attestazioni relative ai diversi figli cresimati, col cognome di Olivia, Dilivia, Livia e addirittura Olevia.
La cresima fu impartita per la seconda volta agli isolani dopo 12 anni, stavolta da mons. Michele Pes, e la corrispondenza tra la corte torinese e il governo viceregio cagliaritano ci da’ notizia che il rito si svolse all’interno di una “visita pastorale” fatta da quel prelato in tutta la diocesi nella primavera del 1786. Mons. Pes a conclusione della visita inviò a Torino la sua relazione ad limina. Questa fu girata a Cagliari oltre un anno dopo con altri due allegati di particolare importanza. La parte maddalenina della relazione dava conto delle cresime impartite e si addentrò in un ragionamento economico che ebbe bisogno di un’introduzione accattivante: “ ….Non fu per me minor la compiacenza nell’arrivo che feci nell’isola della Maddalena – scrisse mons. Pes – in vedere una popolazione che sa meritare sicuramente l’attenzione di chi osserva in essa un buon regolamento di vita e costumi di quei abitanti, e la somma pace che in essi regna, mercè l’attività e zelo di chi la governa nel temporale come anche di quel parroco esemplare e capace che adempisce gelosamente quanto il suo ufficio richiede“. La relazione arrivò, quindi, al suo obiettivo: “Essendo la sera uscito a girare per un poco quell’isola, ho osservato avervi piantato delle vigne seminato gran quantità di grano ed orzo, in modo che vi era tutta l’apparenza d’una buona raccolta, ed essendomi informato che ogrìanno e sempre più si andava occupando ad occupar ogni pezzo di terra per ambi oggetti, pensando fra me stesso che sarebbe giusto pagarne le decime. Benché avessi potuto farlo colà presentire a quel consiglio comunitativo, tuttavia non mi sono spiegato fintantoché lo proponessi all’È. V. per avere il suo saggissimo pensiere, ed invero sembrami una cosa più che ragionevole, a vista massimamente de’ cento scudi sardi che annualmente pago per la manutenzione del parroco, avendolo così trovato nei carichi della mitra. Avendone io le decime e dandone la quarta al parroco, sarebbe anche costui in caso di mettersi un vice parroco, giacché crescendo la popolazione non potrebbe lui solo bastare“.
In un verbale che fa parte integrante della relazione si legge il dato sulla popolazione che è stato già riportato: “Numerus animarum est 600″. Non avendo avuto soddisfazione in quell’occasione, mons. Pes ritornò alla carica l’anno successivo presso la stessa corte per avere le decime dai maddalenini, e da Torino si trasmise il tutto a Cagliari con osservazioni. A proposito delle decime non corrisposte dai maddalenini, che ne erano stati esonerati, il ministro per gli affari di Sardegna considerava che in teoria la richiesta appariva fondata. Però si trattava di una popolazione nascente, si argomentava ulteriormente, con una recente e ridotta agricoltura per cui è necessario ogni anno integrare con autorizzazioni ad importare grano per la sussistenza degli isolani, ed il pagamento delle decime sui prodotti agricoli potrebbe “disanimarli anche dall’applicarsi alla coltura de’ terreni“.
Il 9 maggio di quel 1786 furono cresimati 138 maddalenini, portati all’unzione sacra da 66 famiglie, in cui la prevalenza era ormai di quelle sopraggiunte rispetto alle originarie. In ordine alfabetico si registrano, tra le più note, i seguenti nuclei familiari: Agostini, Alfonsi, Altieri, Antonetti, Bargone, Battesta, Bacini, Capriata, Cardi, Crucci, Cocco, Columbano, Dealma, Fava, Ferretti, Lantieri, Leandri, Martini, Monti, Ortoli, Paravagna, Pietri, Piretti, Pitaluga, Ribaldi, Scarso, Sini, Sisino, Tanca, Volpe, Zagaglia e Zenoglio. La palma del patronimico con più famiglie di cresimati passa da Ornano a Cogliolo con 7 famiglie, e Pietro Culiolo in questo turno con 7 figli affianca Silvestro Panzano del primo turno, e complessivamente nelle due occasioni ha presentato alla Confermazione ben 12 figli. Stavolta le femmine furono 47 ma su ben 91 maschi.
Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma