Lo Scottish
Lo scottish che è un elegantissimo passo di corte, i francesi lo facevano turbinare sulle rive della Senna dopo i valzer e le mazurke, nella Parigi di metà Ottocento, al Moulin de la Galette, collinetta di Montmartre, e alle Tuileries, nell’atmosfera di luci blu che incantavano Renoir.
I galluresi negli stazzi, alle feste delle cussorgias e davanti alle chiese campestri, tra capre belanti, galline che razzolavano nell’aia: luci a petrolio allungavano le ombre dei graniti sul fisarmonicista cieco, storpio, specie di Piazzolla che mendicavano per le campagne e davano il passo ai contadini cavalieri, alle dame contadine, in queste occasioni, seduti su sgabellini di ferula. Si ballava a coppie, in almeno cinque coppie per volta ruotanti sulla scena, ed è come un salterello, ma elegantissimo, raffinato…
Con il cavaliere e la dama che si staccano ogni tanto e si piegano in una flessione atletica, lievemente erotica, dopo il turbinio circolare dei corpi, l’intrecciarsi delle gambe. Lo scottis è penetrato nell’isola con questo nome intorno alla metà del secolo scorso. Si è diffuso soltanto nell’area gallurese, seguendo la linea dell’insediamento degli stazzi, tra Santa Teresa e Arzachena, e sino al confine con il Logudoro, a Berchiddeddu, Azzanì, Calangianus e Telti.
La ruralità della Sardegna del nord viveva anche a passo di danza una sua agognata modernità, così, e ballare questi ritmi era combattere l’isolamento, perché la disponibilità alle suggestioni straniere aiutava a sopportare la solitudine della dimensione dispersa, e a rinforzare le barriere di fronte a li saldi (‘i Sardi’ com’erano chiamati gli isolani non-galluresi) che imperversavano di là, a sud, ladri di bestiame, nomadi, irrequieti, pastori inavvicinabili, pericolosi, pesanti con i loro riti mortiferi, e i loro ritmi ossessivi, bimborò, bim bo… ”.
Si fanno decine d’ipotesi sull’arrivo di questa moda continentale: i carbonai, i commercianti di bestiame corsi, i tagliatori di legna toscani, i barcaioli dell’arcipelago, i prigionieri di guerra, i lavoranti delle ferrovie e dei ponti, i soldati di Nelson di stanza alla Maddalena. Oggi è ancora insegnato nelle scuole di danza.
A Muzza