Nelson The Immortal Memory
………………. Quasi ogni uomo della flotta doveva sopportare la stessa frustrazione. Vi erano solo alcuni fortunati, Bickerton tra di loro: sua moglie era andata a Malta e Nelson benevolmente gli concedeva ogni opportunità per andare a trovarla. Per la maggior parte degli ufficiali e per tutti gli uomini dell’equipaggio non c’erano tali piacevoli opportunità e Nelson ne soffriva quanto gli altri. Andando a dormire intorno alle nove e alzandosi alle cinque, raccontava ad Emma che ogni notte sognava di ciò che più gli stava vicino al cuore. Lei suggerì che avrebbe potuto fare come Lady Bickerton o anche andare a vivere sulla Victory. Alcuni anni prima, Nelson avrebbe anche potuto accettare, ora tuttavia pose fine a entrambe le idee, gentilmente ma fermamente. Per quanto riguarda la vita di Emma a bordo: “Immagina che navigazione per Tolone sarebbe! Inoltre in estate incontreremo ogni settimana una forte burrasca e due giorni di mare lungo. Ti ucciderebbe e ucciderebbe anche me vedendoti. Meno ancora possibile sarebbe avere Charlotte e Horatia a bordo alla nave! E io, inoltre, che ho dato ordine di non imbarcare donne sulla Victory sarei il primo a non rispettarli!”
In questa atmosfera monotona e monastica diventa una costante preoccupazione tenere su la struttura delle navi nonché la salute, il morale e la disciplina dei loro equipaggi.
Fortunatamente uno dei capitani era a conoscenza di una meravigliosa piccola baia più che un porto, segnata sulla carta, nell’isola della Maddalena, nord est della Sardegna. Solo 200 miglia da Tolone, con due ingressi, ma senza nome; così Nelson lo chiamò stretto di Agincourt, dal nome della nave che lo aveva attraversato per prima, e con gratitudine ne fece la sua base operativa. L’isola era rifornita di legna e acqua, agnelli, vitelli, frutta e verdure e situata in una vantaggiosa posizione centrale, ritenendo che le tre aree più strategiche sono il tacco d’Italia, Tolone e lo stretto di Gibilterra. Egli poi diminuiva il tedium con l’avvicendarsi delle navi tra di loro. La scabbia veniva combattuta con la distribuzione di tredicimila arance maltesi la settimana. Al noioso cibo veniva dato più gusto con abbondanza di cipolle. Durante l’estate, le razioni di alcool, col comprensibile piacere dei marinai, erano di solo vino mentre in inverno metà vino e metà grog.
Completamente rifornita la Victory aveva di che sostenere 900 uomini per quattro mesi. Nelson e i suoi ufficiali facevano colazione con tè, panini caldi, toast e lingua fredda. Dalle sette lavoravano sui problemi della giornata fino alle due, quando un orchestrina cominciava a suonare sul ponte. Alle 14:45 la cena dell’Ammiraglio veniva annunciata con tamburi e il motivo:” l’arrosto della vecchia Inghilterra”. La cena durava per un ora e mezza o due, con tre portate, ciascuna accompagnata da differenti vini, finendo poi con frutta, caffè e liquori. L’orchestrina suonava di nuovo, mentre i commensali passeggiavano sul ponte fino alle sei, quando veniva servito il tè. Questa socializzante parte della giornata finiva alle otto di sera con un bicchiere di punch, torta e biscotti. Le cene di Nelson erano ben conosciute tra gli ufficiali della sua flotta: il cibo e le bevande erano le migliori che avessero assaggiato e lui era un padrone di casa di incredibile fascino. Ogniqualvolta il tempo era buono, la bandiera veniva issata e riconosciuta dai suoi invitati. Lui non si curava molto di ciò che mangiava, beveva relativamente poco ed era spesso a dieta, sopratutto dieta vegetariana, ma gli piaceva dare piacere e la sua ospitalità faceva parte della sua tecnica per tenere contenta ed efficiente la flotta……………..