Nota Geografica
L’arcipelago della Maddalena, noto col nome di Isole Cunicularie nell’antichità, di Caruggi nel medioevo e di Isole Intermedie nell’età moderna, è di formazione geologica relativamente tardiva. La separazione della Sardegna dalla Corsica, terre prima tenute unite dalla comune impalcatura granitica, risale alla fase miocenica dell’èra terziaria, caratterizzata da notevoli sprofondamenti con conseguente invasione marina delle aree soggette a depressione. In un cosi profondo collasso tettonico restarono affioranti, nello stretto braccio di mare che venne a formarsi tra le due isole, solo le punte granitiche più elevate, che, col definitivo assestamento geomorfologico nel pliocene e nel quaternario, costituirono l’arcipelago. Le uniche tracce della formazione marina miocenica in quella zona si hanno in un piccolo gradino calcareo presso Capo Testa, nella estrema punta settentrionale della Sardegna, e in un più ampio affioramento della stessa roccia nella fascia costiera della Corsica sulla quale sorge la cittadina di Bonifacio.
Le isolette dell’arcipelago sono sette: La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria.
La maggiore è quella della Maddalena, di forma quasi triangolare, con coste ricche di insenature e di buoni approdi. La sua estensione è di circa 20 Kmq., con uno sviluppo costiero di 45 Km. È attraversata nella direzione NE-SO da un dorsale che raggiunge l’altezza di m. 146 (monte Guardia Vecchia). Il terreno è prevalentemente sterile e scarso di sorgenti; sono rari i tratti coltivati a frumento, a orzo e a vigneti. La popolazione, secondo gli ultimi accertamenti (1959) ammonta a 10.125 unità: essa è in gran parte l’ormata di marinai, operai dei cantieri marittimi, impiegati e pensionati.
Caprera, unita alla Maddalena da una diga con ponte girevole che interrompe il canale detto «di Moneta», con un fondale assai basso, è la seconda isola per grandezza: ha una superficie di poco più di 15 Kmq., con 34 Km. di coste. Lentamente degradante a SO, presenta le due notevoli insenature di Porto Palma e di Cala Stagnali, mentre il versante orientale, aspro, roccioso e poco accessibile, raggiunge i m. 212 di altezza (monte Tejalone). La popolazione stabile ascende a qualche centinaio di abitanti, per lo più pastori; il terreno è tenuto prevalentemente a pascolo.
Quasi del tutto incolta è l’isoletta di Santo Stefano, frequentata solo da pochi pastori.
In qualche punto raggiunge l’altezza di 100 metri. In posizione dominante si notano ancora gli avanzi del forte omonimo: l’unico approdo è quello della cala di Villamarina.
È prevista la costruzione di una diga-ponte che unirà quest’isola con la Maddalena.
A occidente della Maddalena è l’isolotto di Spargi, abbastanza fertile, frequentato nella buona stagione da gruppi di pastori e di contadini. È di forma rotondeggiante, senza notevoli insenature, con un diametro di oltre 2 Km.; la massima elevazione è di m 115.
Incolte e deserte sono le due isolette di Budelli e Razzoli, poste a settentrione di Spargi: hanno sponde rocciose e difficilmente accessibili. L’ultima, l’isoletta di Santa Maria, estesa press’a poco quanto ciascuna delle tre precedenti, non presenta, come queste, la desolata nudità dei massi granitici: del tutto pianeggiante, con un grazioso laghetto interno, è coltivata a campi e a vigneti da un esiguo nucleo di popolazione stabile. Appartengono, infine, all’arcipelago anche gli isololti o, per meglio dire, grossi scogli di Spargiotto, Spargiottello, Corcelli, Berrettini e Berrettinelli.
Sovranità e Giuristizione sulle Isole Intermedie (1767-1793) Carlino Sole 1959